2019-07-13
Lunedì interrogatorio per Savoini regista d’un summit segreto a Mosca
L'ex portavoce di Matteo Salvini, accusato di corruzione internazionale, ha molti rapporti in loco, tanto da poter arrivare a Vladimir Putin. Ambienti russi lo avrebbero usato per avvicinare il vicepremier dopo un evento ufficiale.Dubbi sul fatto che i giornalisti dell'Espresso abbiano assistito alla conversazione di cui Buzzfeed riporta l'audio. Versioni diverse su soldi e tonnellate di gasolio.Lo speciale contiene due articoli.La Procura di Milano ha fissato per lunedì l'interrogatorio di Gianluca Savoini, il leghista filorusso che con le sue chiacchiere e i suoi incontri sta mettendo in imbarazzo il vicepremier Matteo Salvini e gli uomini del Carroccio al governo. La convocazione è stata notificata a Savoini giovedì. L'uomo è indagato per corruzione internazionale a causa delle presunte trattative (registrate in un file audio) a cui avrebbe partecipato durante una colazione all'hotel Metropol di Mosca il 18 ottobre scorso. Al centro dei colloqui incriminati un ipotetico finanziamento milionario destinato alla Lega. Al Viminale si professano tranquilli e ribadiscono che nelle trasferte istituzionali in Russia del 16 e 17 luglio 2018 e del 17 e 18 ottobre, Savoini non faceva parte della delegazione ufficiale di Salvini partita da Roma. A ottobre, oltre agli uomini della sicurezza, viaggiavano con il ministro Claudio D'Amico, consigliere per le attività strategiche di rilievo internazionale, il portavoce Matteo Pandini, l'addetto stampa Fabio Visconti e il capo della segreteria particolare Andrea Paganella. A luglio invece c'erano Luca Morisi, consigliere strategico per la comunicazione, il capo ufficio stampa del ministero Paolo Canaparo, Paganella, il vicecapo di gabinetto Emanuela Garroni, il capo del cerimoniale Ilaria Tortelli, la responsabile degli Affari internazionali del gabinetto del ministro Sabina Madaro e il direttore centrale della polizia di prevenzione Lamberto Giannini. Quindi niente Savoini e Salvini ieri lo ha sottolineato: «Savoini non era invitato dal ministero dell'Interno. Posso produrre i documenti di tutti i passeggeri che hanno viaggiato con me».L'intraprendente ex portavoce del vicepremier ha intessuto negli anni rapporti autonomi in Russia (ha anche una moglie originaria di San Pietroburgo) grazie all'associazione Lombardia-Russia, da lui fondata e il cui presidente onorario è Alexey Komov, ambasciatore del Congresso mondiale della famiglia (Wcf) all'Onu. Quindi Savoini non viaggia con Salvini, ma per farsi aprire le porte a Mosca non ha bisogno della compagnia del Capitano. I suoi contatti arrivano sino a Vladimir Putin e sono i russi a usarlo come passepartout: nella Federazione sanno che è in stretti rapporti con il segretario leghista e lui probabilmente spende queste credenziali per proporsi come plenipotenziario.A luglio, come testimoniato da alcune foto, nella sala degli incontri del ministero dell'Interno della Federazione russa Savoini era seduto allo stesso tavolo di Salvini, di fronte ai rappresentanti del governo russo. Nel semicerchio tricolore c'erano nove persone e Savoini era l'ultimo alla destra del leader leghista. Resta il mistero su come sia finito in quel consesso, visto che non era stato invitato ufficialmente da Salvini, né aveva ruoli istituzionali a Palazzo Chigi o al Viminale. Ieri il ministro dell'Interno è sbottato: «Che ne so che cosa ci facesse al tavolo? Chiedetelo a lui. Faccio il ministro dell'Interno e preferisco occuparmi di cose serie. Nessuno è titolato a parlare della Lega se non il segretario. Questa inchiesta è ridicola». Ma passiamo alla trasferta che ha creato più polemiche. Il 17 ottobre, verso le 16.30 la delegazione del vicepremier raggiunge l'hotel Lotte dove è programmata l'assemblea di Confindustria Russia. È a questo punto che entra in gioco Savoini, presente all'evento con alcune personalità russe di spicco, tra cui non è escluso ci fosse il ministro dell'energia Aleksandr Novak. A quanto risulta alla Verità Savoini avrebbe chiesto all'entourage del segretario del Carroccio di poter presentare a Salvini i suoi illustri ospiti e sarebbe riuscito, sempre in base a indiscrezioni, a ritagliarsi uno spazio a margine dell'evento di Confindustria. Ma l'incontro non sarebbe stato registrato nell'agenda ufficiale della giornata, perché i russi avrebbero chiesto riservatezza. Ieri il Viminale non ci ha confermato questa ricostruzione, ma ha escluso totalmente che Salvini abbia parlato di finanziamenti al partito con chicchessia. Rendendo impossibile collegare il meeting riservato di mercoledì 17 ottobre con le presunte trattative portate avanti da Savoini il mattino successivo con tre misteriosi interlocutori russi.La sera, il ministro, dopo una breve sosta in camera, si dirige con i suoi uomini e un paio di rappresentanti di Confindustria Russia in un elegante ristorante del centro per gustare specialità tipiche. Alla comitiva si unisce anche Savoini che, però, lascia il locale prima degli altri commensali. L'indagato non incrocerà più la delegazione di Salvini che il giorno dopo farà ritorno in Italia. La cena si svolge in un clima abbastanza teso perché in Italia proprio in quelle ore il dibattito politico è incendiato dalle dichiarazioni di Luigi Di Maio su una manina che avrebbe ritoccato un articolo del decreto fiscale. I commensali trascorrono la serata con gli occhi puntati sui telefonini, vagliando eventuali risposte. Alla fine, in tarda serata, trapela la posizione della Lega, coordinata da Mosca: «Non vi sono state modifiche, né manipolazioni, il testo del decreto fiscale è quello condiviso da entrambi i partiti di maggioranza».A fine cena Salvini e il suo seguito, dopo aver passato una ventina di minuti nella Piazza Rossa, si dirigono in albergo. Ma al Lotte, non al Metropol. Sono entrambi hotel a 5 stelle, anche se non i più esclusivi della città, e si trovano in zone diverse della capitale: il Lotte è nel quartiere di Arbat, circa 2,5 chilometri a Ovest della Piazza Rossa, il secondo si trova, invece, 400 metri a Nord del Cremlino. È al Metropol che Savoini e i suoi interlocutori, il 18 mattina, discuteranno dei finanziamenti. Ma, secondo i leghisti, totalmente all'insaputa di Salvini. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/lunedi-interrogatorio-per-savoini-regista-dun-summit-segreto-a-mosca-2639177998.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="tutte-le-contraddizioni-fra-gli-scoop" data-post-id="2639177998" data-published-at="1757603144" data-use-pagination="False"> Tutte le contraddizioni fra gli scoop Ci sono almeno due punti che non tornano nel Russiagate leghista, e collidono entrambi con l'unico indizio certo di cui oggi disponiamo: l'audio del famoso incontro all'hotel Metropol di Mosca tra Gianluca Savoini e misteriosi emissari russi per la compravendita di tre milioni di tonnellate di gasolio russo. L'Espresso, nello scoop del 24 febbraio scorso, non fa cenno ad alcuna registrazione della riunione - che invece pubblicherà, cinque mesi dopo, il sito Buzzfeed - ma la racconta dal vivo. «Siamo stati testimoni di un incontro avvenuto nella hall dell'hotel Metropol», scrivono i giornalisti Giovanni Tizian e Stefano Vergine. Dunque, i reporter si trovavano lì. Tant'è che aggiungono: «Savoini si presenta in albergo alle 9.30 […] siamo riusciti a individuare una persona con certezza...». La loro presenza la rimarcano anche a conclusione del servizio («L'incontro di cui siamo stati testimoni all'hotel Metropol...»), e dunque bisogna considerare che i virgolettati dei partecipanti, riportati nel loro pezzo, siano stati ascoltati in diretta da un tavolo vicino. Una impresa davvero complicata visto che i sei soggetti parlano tre lingue (inglese, italiano e russo) spesso accavallandosi. Resa ancor più sorprendente dalla perfetta sovrapponibilità dei virgolettati dell'Espresso con l'audio di Buzzfeed. I cronisti sono stati bravissimi a prendere appunti, per un'ora e un quarto, senza farsi scoprire oppure avevano anche loro un audio? Sappiamo che la Procura di Milano, che ha indagato Savoini per corruzione internazionale, era già in possesso del file da mesi: chi glielo ha fornito? Una domanda non priva di conseguenze considerato che i pm, negli atti dell'inchiesta, dovranno rendere tracciabile il percorso di questa fonte di prova formatasi, peraltro, all'estero. E ancora: come è arrivata a Buzzfeed la registrazione di una riunione all'apparenza così segreta, ma assai permeabile se due giornalisti italiani hanno potuto ascoltare tutto (in tre lingue) e prendere decine e decine di pagine di appunti senza destare il minimo sospetto? Chi ha predisposto la registrazione dell'incontro ha poi smarrito il file? E che strade ha seguito questa clip per bussare prima alla porta dei pm lombardi e poi dei giornalisti di Buzzfeed? Inoltre, L'Espresso ipotizza che la transazione commerciale avrebbe portato, grazie all'applicazione di uno «sconto» del 4%, a drenare fondi neri a favore della Lega per 3 milioni di euro. Buzzfeed fa un altro calcolo e stima in 65 milioni di dollari la maxi tangente. Tutto questo accade perché al tavolo si parla di generici «250.000 al mese» che per il settimanale italiano sarebbero euro, per il giornale online statunitense sarebbero invece tonnellate di gasolio. Entrambe le versioni però parlano di un accordo annuale per finanziare la campagna elettorale per le europee del partito di Matteo Salvini. Attenzione alle date: l'incontro nell'hotel Metropol di Mosca è del 18 ottobre 2018, le urne si sono aperte invece il 26 maggio 2019. Per mettere a punto tutti i dettagli tecnici (e politici) di un accordo internazionale di quel genere, sono necessari almeno due mesi - gli stessi interlocutori parlano di «novembre o dicembre» per partire (ammesso poi che il patto sia stato chiuso, e di questo né L'Espresso né Buzzfeed dicono di sapere qualcosa) e quindi non si riesce a capire come sarebbe stato possibile finanziare una campagna elettorale dietro l'angolo come quella per il rinnovo dell'Europarlamento partendo così in ritardo. E perché poi per un anno? Oltre alle europee, non ci sono infatti altre scadenze elettorali così impegnative.