2023-10-21
«Lunedì i magistrati di Torino avranno la chiavetta Usb coi segreti delle scommesse»
Nicolò Barella (Getty Images)
Maurizio Petra, lo zio di Antonio Esposito annuncia che presto arriverà in Procura il «testamento» che ha consegnato al suo legale. Ma su Nicolò Barella fa dietrofront: «Mi sono sbagliato».La chiavetta-testamento di Maurizio Petra, lo zio del calciatore Antonio Esposito, sulle presunte scommesse illegali presto potrebbe essere trasmessa alla Procura di Torino. Ieri la Squadra mobile del capoluogo piemontese che indaga sul gioco d’azzardo dei calciatori su piattaforme pirata ha raccolto informazioni sulla storia pubblicata in esclusiva dal nostro giornale. L’avvocato di Petra, Matteo Basso, ha confermato all’Ansa di aver ricevuto dal cliente «una busta chiusa contenente un testamento» e, probabilmente, un supporto informatico. Basso ha aggiunto: «Non ho fatto domande di alcun tipo, non ne conosco il contenuto e tanto meno ho ascoltato eventuali file».In caso di morte di Petra, il legale avrebbe il compito di consegnare la chiavetta alla Procura di Torino «per riferimenti al calcio scommesse».Ieri noi abbiamo pubblicato un’intervista a Petra, sulla falsariga di un memoriale scritto dallo stesso imprenditore in vista di eventuali convocazioni da parte degli inquirenti. Il motivo? Le dichiarazioni che ha rilasciato prima a Fabrizio Corona e poi ai giornali sulla presunta ludopatia del nipote Esposito, parente che avrebbe raccolto prove di puntate illegali da parte di alcuni amici calciatori, in particolare di Nicolò Zaniolo. I due si sarebbero conosciuti a Spezia, doveva vivevano entrambi, e poi, insieme si sarebbero trasferiti a Roma, dove Esposito avrebbe fatto da factotum del giocatore oggi all’Aston Villa.Petra ha assicurato di aver visto una chat in cui il nipote prendeva ordini da Zaniolo su una puntata che riguardava la Roma, all’epoca squadra del giocatore.L’avvocato Gianluca Tognozzi, però, nega che il suo assistito abbia mai puntato sul calcio. Il giovane è indagato per aver genericamente giocato d’azzardo su piattaforme illegali e per questo rischierebbe solo un’ammenda.Ovviamente la sua posizione di complicherebbe, soprattutto a livello di giustizia sportiva, se venissero dimostrate puntate sul pallone.Ieri l’Aston villa ha diramato un comunicato in cui conferma che «il giocatore sta collaborando con la Figc e le autorità competenti che stanno svolgendo indagini su eventuali scommesse illegali», che «ha anche incontrato importanti dirigenti della società» e che «si sta allenando normalmente ed è a disposizione per il prossimo match con il West Ham». Il club chiude specificando che «nessun’altra dichiarazione verrà rilasciata con il procedimento in corso». Una rete di protezione identica è stata alzata dal Newcastle per Sandro Tonali. L’allenatore Eddie Howe ha detto: «Come società lo abbracceremo, lo proteggeremo e cercheremo di dargli l’amore e il sostegno di cui ha bisogno per trovare soluzioni ai problemi che ha avuto».Petra ha parlato e scritto dell’esistenza di un altro audio «in cui si sente chiaramente la voce» del nipote «e quella di Zaniolo che conversano con altri calciatori di serie A in cui si parla chiaramente di scommesse fatte con somme vinte e perse». Nel presunto file, che La Verità non ha ascoltato, secondo il memoriale, venivano menzionati i nomi di Erik Lamela, Emmanuel Giasy e Nicolò Barella. Una notizia messa nero su bianco da Petra e consegnata al cronista.Ma ieri Barella, citato più volte nel toto-nomi del calcioscommesse dei giorni scorsi, ha perso la pazienza e ha scritto sui social: «Da un giornale che si chiama La Verità ci si aspetterebbe più serietà. L’unica verità è che siete dei pagliacci. Sono stato zitto per troppo tempo, nonostante tutto quello che ho letto sul mio conto. Non mi sono mai piaciuti i giochi d’azzardo, figuriamoci le scommesse (per lo più sul mio lavoro). L’unica cosa che interessa è tutelare le mie figlie e la mia famiglia da questa merda. Per questo da oggi passerò per le vie legali».Di fronte a tanta rabbia, abbiamo insistito con Petra per ascoltare la registrazione, ma lui ha ribadito di non potercela fare sentire e ha aggiunto: «L’audio esiste e lunedì sarà in Procura a Torino». Poi, probabilmente dopo essersi consultato con l’avvocato, ci ha richiamato e ci ha detto: «Sul nome di Barella mi sono sbagliato. Antonio e Zaniolo parlano di altri giocatori».Ha negato di aver risentito il file («Il mio legale si è rifiutato di aprire il testamento»), ma, improvvisamente, ha assicurato che il nome di Barella non sarebbe presente nell’audio, mentre ci sarebbero oltre a quelli già citati, i nomi di altri due giocatori. Non si capisce a che gioco giochi Petra, le cui dichiarazioni in questi giorni hanno suscitato tanto scalpore e messo in moto frotte di giornalisti, che anche ieri hanno preso d’assedio la famiglia Esposito, che, compatta, respinge le accuse di Maurizio, dal passato giudiziario burrascoso. «Voi non c’entrate nulla. Avete riportato quello che ho detto e scritto. Per questo errore mi voglio scusare con Barella. Ho sbagliato a nominarlo, ma mi sono confuso perché in questi giorni è stato molto citato» ha provato a chiudere l’incidente ieri sera Petra. Intanto anche un altro Nicolò, il terzo di questa storia, ovvero Casale, difensore della Lazio, che, secondo Corona, sarebbe un altro giocatore d’azzardo, annuncia querele.Il sul legale, Guido Furgiuele, ha dichiarato: «Nicolò non ha mai scommesso su un evento sportivo ed è inaccettabile la gogna a cui è stato sottoposto sulla base di un delinquente conclamato, pronto a tutto pur di avere visibilità mediatica. Perseguiremo i responsabili in ogni sede finché non sarà ristabilita la verità».Anche l’attaccante della Roma Stephan El Shaarawy ha riferito di aver presentato una querela per diffamazione aggravata, attraverso gli avvocati Matteo Uslenghi e Federico Venturi Ferriolo, contro Fabrizio Corona e Striscia la notizia: «Benché sia poco incline a espormi pubblicamente, la mia reazione non può che essere fermissima. Quella che è avvenuta è stata, senza mezzi termini, un’operazione infamante e, cosa ancora peggiore, chirurgicamente orchestrata. A tutela mia, della società a cui sono legato e, in definitiva, del calcio italiano, i suoi autori devono senz’altro risponderne ed essere distolti da eventuali analoghe iniziative».
Il primo ministro della Lituania Inga Ruginienè (Ansa)
Sebastien Lai, figlio di Jimmy Lai, incarcerato a Hong Kong nel 2020 (Getty Images)
La manifestazione che è giunta alla sua sedicesima edizione si conferma un evento unico dove si dialoga di riforme, di giustizia senza trascurare l’attualità internazionale.