2021-01-31
L’ultima carta è un «governo Contarella» con tre supertecnici per domare Giuseppi
L'avvocato può restare in sella, purché venga «depotenziato» con un innesto di esperti di fiducia quirinalizia: salterebbero Alfonso Bonafede, Roberto Gualtieri e Lucia Azzolina, potrebbero entrare Carlo Cottarelli o Enrico Giovannini, più difficile Mario Draghi. E finirebbe ridimensionato Domenico Arcuri.«Vediamo, non diamo nulla per scontato»: un big di Italia viva risponde così alla Verità, che gli chiede se si va verso il Conte ter. Traduzione: Matteo Renzi terrà tutti sulla corda fino all'ultimo istante, non metterà veti su nessun nome, neanche su quello di Giuseppe Conte, ma neanche accetterà veti sui suoi, di nomi, e tenterà comunque di sbarrare al premier uscente la porta di Palazzo Chigi. Ci riuscirà? «Conte e Renzi», riferisce un'altra fonte di Iv, «si sono di nuovo sentiti al telefono, il premier uscente tenta di tranquillizzare Matteo, ma la strada verso la sua riconferma è ancora in salita. Il problema è che se ci si rende conto che per cambiare Conte si rischiano le elezioni, almeno una quindicina di parlamentari se ne andranno». Dunque basterà una piccola crepa per infilarsi e tentare il colpaccio. Pertanto, la strada verso il Conte ter, «con una bella maggioranza», come dicono da Italia viva, sembra aperta, con Renzi d'Arabia che, come dice un suo fedelissimo, «proverà fino alla fine a cambiare premier». Conte ter che, però, se dovesse effettivamente vedere la luce, sarà un esecutivo nel quale ancora più forte, questo è fuori di ogni dubbio, si sentirà il peso del capo dello Stato, Sergio Mattarella. Un bel «governo Contarella» sarebbe l'ideale per l'inquilino del Quirinale, che in fin dei conti in questa crisi, anche nelle dichiarazioni solenni, è andato ben oltre le frasi di circostanza. «L'Italia, come tutti i Paesi di ogni parte del mondo», ha detto Mattarella l'altro ieri sera, prima di chiamare al Colle Roberto Fico, «sta affrontando nuove, pericolose, offensive della pandemia, da sconfiggere con una diffusa, decisiva campagna di vaccinazione. A questa emergenza, si aggiungono una pesante crisi sociale, con tanti nostri concittadini in grave difficoltà, e pesanti conseguenze per la nostra economia. Queste ulteriori emergenze», ha aggiunto Mattarella, «possono essere fronteggiate soltanto attraverso l'utilizzo, rapido ed efficace, delle grandi risorse, predisposte dall'Unione europea. Come è evidente, le tre emergenze, sanitaria, sociale, economica, richiedono immediati provvedimenti di governo». Fondamentalmente, Mattarella ha bocciato il governo precedente su vaccini, economia, lavoro e Recovery plan: considerata l'estrema debolezza che caratterizzerebbe il Conte ter, con l'ex avvocato del popolo messo all'angolo dalla sconsiderata gestione di questa crisi, non pochi tra gli addetti ai lavori profetizzano un innesto sostanzioso di figure tecniche di alto profilo, indicate direttamente dal Quirinale, nell'eventuale nuovo governo Conte. Del resto, Mattarella, già in occasione della formazione del governo Lega-M5s piazzò agli Esteri Enzo Moavero Milanesi e all'Economia Giovanni Tria, dopo il veto su Paolo Savona; nel Conte bis, la titolare del Viminale, Luciana Lamorgese, era diretta espressione del presidente della Repubblica. Dunque, il «governo Contarella» potrebbe innanzitutto vedere l'innesto di un supertecnico alla Giustizia, tema divisivo per eccellenza, poiché Alfonso Bonafede dovrà necessariamente lasciare l'incarico e occorrerà trovare un punto di equilibrio tra il giustizialismo grillino e il garantismo renziano e di buona parte del Pd: l'ex presidente della Corte costituzionale, Marta Cartabia, primissima scelta nel caso di un governo guidato da un premier tecnico, di fronte a un invito del Quirinale, potrebbe accettare il ruolo di Guardasigilli. In alternativa, il nome «caldo» è quello di Paola Severino, ex ministro della Giustizia del governo guidato da Mario Monti. Per quel che riguarda l'Economia, Roberto Gualtieri è già abbastanza teleguidato dalla Commissione europea, ma è anche vero che la cabina di regia del Recovery plan è ancora tutta da costruire: Mattarella potrebbe, stando ad alcune indiscrezioni, «suggerire» un ruolo di primo piano per Enrico Giovannini, portavoce dell'Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, ex ministro del Lavoro dell'esecutivo guidato da Enrico Letta e già presidente dell'Istat. Per quel che riguarda l'emergenza sanitaria, il ministro della Salute, Roberto Speranza, difficilmente sarà sostituito, per due ragioni. La prima: è l'unico ministro di Leu. La seconda: non conta praticamente nulla, considerato che la gestione dell'emergenza è nelle mani del commissario Domenico Arcuri. Il quale Arcuri potrebbe essere fortemente ridimensionato. Se poi si volesse ingolosire l'area del centrodestra che fa capo a Mara Carfagna e Giovanni Toti, che ufficializzeranno la formazione dei loro gruppi parlamentari autonomi subito dopo la chiusura della crisi, si potrebbe pensare di dare un ruolo importante nel governo a Carlo Cottarelli, molto vicino alla vicepresidente della Camera. Dirà addio alla poltrona di ministro dell'Istruzione la pentastellata Lucia Azzolina: la scuola italiana vive un momento di tale crisi che non è affatto scontato che al suo posto non arrivi un tecnico, di fiducia quirinalizia. Il «governo Contarella» potrebbe prendere presto il varo, sempre che Renzi non mandi ancora una volta tutto per aria.
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