2021-11-01
Luis Ramirez «Vi racconto tutti i segreti del diavolo»
L'esperto di esorcismi: «Il demonio esiste. Occhio a medium, tarocchi e sedute spiritiche: aprono delle finestre pericolose. Sì, i posseduti parlano in lingue a loro ignote e cambiano voce. Ma non date troppo retta ai film...».C'è chi dice che il diavolo non sia brutto come lo si dipinge. Chi ci ha costruito fortune letterarie o cinematografiche. C'è chi nemmeno crede che esista. E poi c'è chi, Lucifero, lo combatte. Tanto da aver appena inaugurato, a Roma, la quindicesima edizione del corso su esorcismo e preghiera di liberazione dell'Ateneo pontificio Regina apostolorum. Dove la metà degli iscritti - sorpresa - è composta da laici. I segreti di Lucifero ce li rivela il coordinatore dell'iniziativa, padre Luis Ramirez.In che consiste il corso?«C'è una parte teologica, biblica, liturgica e di diritto canonico. E poi c'è la parte interdisciplinare: sociologica, medica, terapeutica, psicologica».Già, perché prima di esorcizzare qualcuno, bisogna escludere che sia semplicemente affetto da una patologia psichiatrica. Come si fa?«Anzitutto, osservando i segni, i “sintomi". Si chiama “discernimento"».E quali sono, questi segni?«Una persona può sentire voci interiori, o dire che vede ombre, sente suoni… Se non siamo di fronte a un malessere psicologico, bensì all'azione straordinaria del demonio, la persona, dall'essere completamente sana, improvvisamente cade in una trance. E dopo la trance, torna perfettamente sana».Basta questo?«No: ci sono dei segni essenziali che la persona posseduta presenta».Ce li dica.«Può dimostrare di possedere conoscenze del tutto estranee al suo livello d'istruzione».Ad esempio? «Una delle cose più frequenti è che, durante la trance, si metta a parlare in una lingua che non aveva mai studiato».È vero, allora, che i posseduti parlano in aramaico?«Possono parlare qualsiasi lingua. Una volta mi trovavo con una missione in una giungla dell'America latina. C'era un posseduto, che viveva in una casetta piccolissima e assolutamente non era istruito: si mise a parlare in francese con un sacerdote. Propriamente, però, è il demonio a parlare attraverso di loro».Perciò avviene il cambio di voce, che si vede in tanti film?«Quello capita, ma sono casi rari. Hollywood inscena i casi estremi, ma ordinariamente, un esorcista non si trova di fronte a soggetti che presentano tutte queste caratteristiche».E la forza soprannaturale?«Succede. Ma è anche vero che molte persone, che si trovano sotto stress pesante, a volte manifestano una forza sorprendente. È anche per questo che al sacerdote serve il discernimento». Senza dubbio.«Come le dicevo, il punto è che, a differenza di quello che si vede nei film, i posseduti quasi mai presentano tutti insieme questi segni: una volta il soggetto presenta la forza straordinaria, un'altra volta ha una voce di uomo anche se è una donna, un'altra volta ancora manifesta conoscenze inspiegabili».Alcuni resoconti descrivono individui che arrivano letteralmente a sputare fuori degli animali. Ma perché il diavolo produce questi fenomeni? Per spaventare l'esorcista?«Il demonio cerca di mostrarsi come uno che ha molto potere. Bisogna ricordarsi, però, che è Dio l'unico onnipotente».Come si misura l'«intensità» della possessione?«Il sacerdote a volte è in grado di percepire, ad esempio dalla voce, una particolare rabbia nel posseduto. Magari perché quella persona, che aveva già un passato di irascibilità, ha subito un malocchio, un artificio di magia nera ed è finita sotto possessione».Si può finire posseduti anche in seguito a una «macumba»?«Sì».Ma allora, che difesa abbiamo? Il diavolo non ha bisogno del nostro assenso?«Chiariamo: sono pochissimi quelli che in modo pienamente libero e cosciente consegnano il proprio corpo al demonio. Tante persone si trovano in questa situazione perché, incoscientemente, hanno frequentato certi ambienti, certe pratiche».Di che tipo?«Contesti in cui si pratica la magia con le carte, si leggono i tarocchi, o si organizzano sedute spiritiche».Se, anche per gioco, si partecipa a una seduta spiritica, si apre una porta che non si doveva aprire?«Esatto. Magari non succede niente. Dipende dalla disposizione del cuore della persona».Si spieghi.«C'è chi vuole interrogare il mondo dei morti, approfondire certe questioni della storia della propria famiglia, perché porta dentro una ferita: allora, lì si apre una fessura e, nel tempo, se la persona non cura quella ferita interiore, la breccia può crescere, alimentata da altri sentimenti cattivi. Questo è il tipo di persona che, poi, ha un'alta possibilità di essere posseduta».I medium, se non sono solo dei ciarlatani, sono pericolosi?«Capiamo che cos'è un medium. Nessuna persona, di per sé, ha questa capacità soprannaturale. Il medium arriva ad avere certi tipi di comunicazione perché qualche spirito maligno sta lavorando dentro di lui». Anche il medium può essere un posseduto?«Esatto. Non ci sono medium puri e semplici; ci sono i posseduti».E se costui mi mette in comunicazione con un caro defunto, cosa devo pensare? Sto parlando davvero con lui, o con un demonio sotto mentite spoglie?«Non le posso dare una risposta univoca. Una cosa, però, noi cattolici la sappiamo».Quale?«Per i defunti si prega e se si cerca di parlare con loro, sicuramente si finisce a interloquire con uno spirito demoniaco. Per questo la Chiesa lo vieta - e nella Bibbia c'è scritto di lasciare in pace i defunti, affidando le loro anime alla misericordia di Dio, tramite la preghiera».Oltre a Lucifero, esistono altri demoni?«L'Apocalisse dice che, con Lucifero, è partito da Dio un terzo della schiera degli angeli».E nella possessione, chi interviene? Lucifero stesso, o i suoi subordinati?«Può intervenire un singolo demonio, o più di uno. Anche nel Vangelo, Cristo libera un posseduto da una “legione" di demoni». La gravità della possessione dipende dalla potenza del singolo demonio?«Dipende anche dalla disposizione della persona: come è arrivata in quella condizione? Che finestre ha aperto? Con che sentimento e che grado di consenso?».Se il sacerdote rivolge una domanda al demonio, quello è obbligato a rispondere?«Questa è un'altra scena che si vede spesso nei film, ma non dovrebbe succedere: anche secondo l'ultima edizione del rituale, l'esorcista non deve entrare in dialogo con il demonio».Perché?«Perché il demonio è il padre della menzogna e può indurre in errore, ingannare, distrarre dalla preghiera l'esorcista».È facile far venire a galla il Maligno? Se il suo scopo è tenere la persona sotto il suo giogo, per lui sarebbe più logico cercare di non farsi scoprire…«Qui si entra davvero nel mistero. La possessione è pur sempre un evento che Dio, in qualche modo, permette. Non lo vuole, ma lo permette, perché ci ha fatti liberi: se non potessimo scegliere il male, non potremmo nemmeno amare. Uno che è costretto ad amare Dio, non ama autenticamente. Così, a volte, Dio permette che la persona non venga liberata subito».C'è una spiegazione logica?«Sa, a volte, dopo una lunga possessione, una famiglia ricostruisce la propria unità, o ritorna a Dio, dopo anni di lontananza dalla messa. Da quell'esperienza, derivano tantissimi benefici spirituali».Insomma, Dio trae del bene da queste situazioni?«Proprio così».È capitato che qualcuno non sia mai stato liberato?«Non ho mai sentito una cosa del genere, sinceramente. Ma conosco casi di possessione durati anche 10-15 anni».Se Dio trae del bene dalle possessioni, paradossalmente, per un'anima sono più pericolose le piccole tentazioni quotidiane, no?«È corretto. E infatti, la possessione la chiamiamo azione “straordinaria" del demonio. Poi, c'è l'azione “ordinaria", cioè la tentazione sottile, silenziosa, portata, come dice papa Francesco, da questi demòni eleganti, che suonano alla porta della nostra anima. Noi pensiamo che non siano così cattivi, e crediamo di poterci concedere un piccolo peccato veniale…».Ci sono persone che dicono: credo in Dio, credo in Gesù, ma non nell'esistenza del diavolo.«Non vogliono andare a dormire con la paura del diavolo, forse. Ma cos'ha fatto Gesù sulla croce, se non liberarci dal male? Non credere nell'esistenza del demonio significa eliminare il senso della morte in croce di Gesù».Le cause delle possessioni sono identiche ovunque?«Ovviamente no. Nel contesto italiano, ad esempio, so che purtroppo c'è ancora una forte diffusione di gruppi satanisti».Ah.«In America latina, invece, sono frequenti certi culti afroamericani o sciamanici. E nelle Filippine, pur essendo il Paese con più cattolici in Asia, sono ancora diffusi tantissimi riti pagani, risalenti a prima della dominazione spagnola».Se ne deve dedurre che gli antichi greci e gli antichi romani, che erano pagani, potevano cadere vittime di possessioni?«Be', cercavano di conoscere il futuro, di parlare con i defunti… Il Maligno, alla fine, rivolge all'uomo da sempre la stessa “promessa"».Ovvero?«“Se mangerai di questo frutto, diventerai come Dio". E cos'è che fa Dio? Conosce tutto, può tutto. È questa la più grande tentazione del demonio».Satana, però, alla fine dei tempi, perderà: perché, allora, fa quello che fa? Perché combatte?«Perché il suo scopo non è di vincere, ma di prendersi più anime possibili. Non per averle dalla sua parte, ma per togliere a Dio. Affinché non si salvino mai».
(Guardia di Finanza)
I Comandi Provinciali della Guardia di finanza e dell’Arma dei Carabinieri di Torino hanno sviluppato, con il coordinamento della Procura della Repubblica, una vasta e articolata operazione congiunta, chiamata «Chain smoking», nel settore del contrasto al contrabbando dei tabacchi lavorati e della contraffazione, della riduzione in schiavitù, della tratta di persone e dell’intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.
Le sinergie operative hanno consentito al Nucleo di polizia economico-finanziaria Torino e alla Compagnia Carabinieri di Venaria Reale di individuare sul territorio della città di Torino ed hinterland 5 opifici nascosti, dediti alla produzione illegale di sigarette, e 2 depositi per lo stoccaggio del materiale illecito.
La grande capacità produttiva degli stabilimenti clandestini è dimostrata dai quantitativi di materiali di contrabbando rinvenuti e sottoposti a sequestro: nel complesso più di 230 tonnellate di tabacco lavorato di provenienza extra Ue e circa 22 tonnellate di sigarette, in gran parte già confezionate in pacchetti con i marchi contraffatti di noti brand del settore.
In particolare, i siti produttivi (completi di linee con costosi macchinari, apparati e strumenti tecnologici) e i depositi sequestrati sono stati localizzati nell’area settentrionale del territorio del capoluogo piemontese, nei quartieri di Madonna di Campagna, Barca e Rebaudengo, olre che nei comuni di Caselle Torinese e Venaria Reale.
I siti erano mimetizzati in aree industriali per dissimulare una normale attività d’impresa, ma con l’adozione di molti accorgimenti per svolgere nel massimo riserbo l’illecita produzione di sigarette che avveniva al loro interno.
I militari hanno rilevato la presenza di sofisticate linee produttive, perfettamente funzionanti, con processi automatizzati ad alta velocità per l’assemblaggio delle sigarette e il confezionamento finale dei pacchetti, partendo dal tabacco trinciato e dal materiale accessorio necessario (filtri, cartine, cartoncini per il packaging, ecc.), anch’esso riportante il marchio contraffatto di noti produttori internazionali autorizzati e presente in grandissime quantità presso i siti (sono stati infatti rinvenuti circa 538 milioni di componenti per la realizzazione e il confezionamento delle sigarette recanti marchi contraffatti).
Gli impianti venivano alimentati con gruppi elettrogeni, allo scopo di non rendere rilevabile, dai picchi di consumo dell’energia elettrica, la presenza di macchinari funzionanti a pieno ritmo.
Le finestre che davano verso l’esterno erano state oscurate mentre negli ambienti più interni, illuminati solo artificialmente, erano stati allestiti alloggiamenti per il personale addetto, proveniente da Paesi dell’Est europeo e impiegato in condizioni di sfruttamento e in spregio alle norme di sicurezza.
Si trattava, in tutta evidenza, di un ambiente lavorativo degradante e vessatorio: i lavoratori venivano di fatto rinchiusi nelle fabbriche senza poter avere alcun contatto con l’esterno e costretti a turni massacranti, senza possibilità di riposo e deprivati di ogni forma di tutela.
Dalle perizie disposte su alcune delle linee di assemblaggio e confezionamento dei pacchetti di sigarette è emersa l’intensa attività produttiva realizzata durante il periodo di operatività clandestina. È stato stimato, infatti, che ognuna di esse abbia potuto agevolmente produrre 48 mila pacchetti di sigarette al giorno, da cui un volume immesso sul mercato illegale valutabile (in via del tutto prudenziale) in almeno 35 milioni di pacchetti (corrispondenti a 700 tonnellate di prodotto). Un quantitativo, questo, che può aver fruttato agli organizzatori dell’illecito traffico guadagni stimati in non meno di € 175 milioni. Ciò con una correlativa evasione di accisa sui tabacchi quantificabile in € 112 milioni circa, oltre a IVA per € 28 milioni.
Va inoltre sottolineato come la sinergia istituzionale, dopo l’effettuazione dei sequestri, si sia estesa all’Agenzia delle dogane e dei monopoli (Ufficio dei Monopoli di Torino) nonché al Comando Provinciale del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco di Torino nella fase della gestione del materiale cautelato che, anche grazie alla collaborazione della Città Metropolitana di Torino, è stato già avviato a completa distruzione.
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