2023-01-17
L’Ue inizia a frenare sull’euro digitale. «Non deve sostituire il contante»
L’Eurogruppo rallenta sul progetto Bce. La nuova moneta dovrà «garantire la privacy, essere facile da usare e accessibile in termini di costi». La Commissione vuole presentare una proposta legislativa entro maggio.Ci vuole prudenza sull’euro digitale. E serve particolare attenzione su una moneta emessa dalla Banca centrale europea (Bce) capace di replicare le caratteristiche del contante. È in fin dei conti questa la sintesi della nota uscita ieri dall’Eurogruppo sul futuro della nuova moneta che dovrebbe cambiare per sempre l’ecosistema economico finanziario. Dopo le accelerazioni degli ultimi due anni, dovute alla pandemia da coronavirus e a un uso sempre più ampio di pagamenti digitali, ieri i ministri delle finanze dell’Eurozona hanno invece voluto porre dei paletti e metterli per iscritto. In sostanza è sempre più probabile che di euro digitale dovrà occuparsi la prossima legislatura dell’Europarlamento, dopo le elezioni del 2024. Anche perché la Bce esaminerà l’esito della fase di indagine nell’autunno 2023 e deciderà solo su questa base se passare a una fase di realizzazione, per la quale ci vorranno almeno tre anni. Del resto, i punti su cui l’Europa dovrà confrontarsi sono molti. A cominciare dal fatto che la nuova moneta «dovrebbe integrare e non sostituire il contante» e soprattutto dovrebbe essere «sicura e resistente, garantire un elevato livello di privacy, essere facile e comodo da usare e ampiamente accessibile al pubblico, anche in termini di costi per gli utenti finali». In ogni caso, «l’Eurogruppo ribadisce il suo sostegno agli sforzi continui di tutte le istituzioni europee e nazionali coinvolte nei lavori preparatori per la potenziale emissione di un euro digitale e incoraggia un alto livello di innovazione e ambizione nell'esplorare le sue possibili opzioni di progettazione e distribuzione» e «accogliamo con favore l’intenzione della Commissione di presentare nella prima metà del 2023 una proposta legislativa che istituirebbe l’euro digitale». Paolo Gentiloni ha sottolineato che la proposta arriverà entro maggio. C’è ancora però molta strada da fare. Di sicuro il fallimento di Ftx non ha aiutato a valorizzare l’immagine delle monete digitali, da anni al centro di alti e bassi speculativi come dalle ombre di riciclaggio. Il fallimento di Ftx non ha danneggiato solo gli investitori, ma anche un intero Stato, le Bahamas, la cui economia è stata travolta dal crollo. Sam Bankman-Fried aveva promesso un investimento di 4,5 milioni di dollari per la costruzione di una nuova sede nello Stato dei Caraibi, dove dal 2019 viene sperimentato il «dollaro di sabbia». L’Eurogruppo vuole che siano valutati tutti i rischi connessi alla creazione dell’euro digitale. Per di più, rispetto alla stabilità finanziaria della zona euro, i ministri ricordano che «i potenziali rischi dovrebbero essere limitati, ad esempio imponendo limiti di detenzione e vincoli nella progettazione dell’euro digitale, pur mantenendone l’attrattiva come mezzo di pagamento». Ma in ogni caso queste caratteristiche «dovrebbero essere ulteriormente analizzate e discusse sulla base di un’approfondita analisi quantitativa e la loro attuazione dovrebbe tenere conto del contesto economico e finanziario prevalente». Anche perché l'introduzione di un euro digitale, «non dovrebbe pregiudicare la capacità e l’indipendenza del sistema europeo di Banche centrali nel garantire la trasmissione monetaria al fine di adempiere al suo mandato di stabilità dei prezzi». Il problema è legato soprattutto alla sicurezza delle infrastrutture come aveva evidenziato la Banca d’Italia nel 2021, nel suo studio A digital euro: a contribution to the discussion on technical design choices. In quel paper di 70 pagine, la nostra Banca centrale invitava a non sottovalutare i rischi strutturali: in primis la vulnerabilità ad attacchi cibernetici. Anche perché l’utilizzo di tecnologie al di fuori del controllo dell’Eurosistema pongono un allarme sui livelli di sicurezza e soprattutto richiedono un aumento di meccanismi di difesa e tutela dell’euro digitale con politiche ad hoc. È evidente che interazioni esterne rendono necessari, secondo gli esperti di Bankitalia, particolari attenzioni per l’introduzione di una Central bank digital currency (Cbdc) a livello europeo. La valuta unica digitale, secondo l’Eurogruppo, «dovrebbe garantire e mantenere la fiducia degli utenti, per i quali la privacy è una dimensione chiave e un diritto fondamentale». E in più deve «essere conforme ad altri obiettivi politici, come la prevenzione del riciclaggio di denaro, del finanziamento illecito, dell’evasione fiscale e la garanzia del rispetto delle sanzioni». Per questo «a seconda della sua concezione», spiega l’Eurogruppo, l’euro digitale «potrebbe svolgere un ruolo chiave in un’economia sempre più digitalizzata, rafforzando l’autonomia strategica aperta dell’Unione europea, riflettendo il ruolo geopolitico centrale svolto dai sistemi di pagamento, promuovendo l’innovazione del settore finanziario e apportando benefici ai cittadini, alle imprese e agli Stati membri, pur preservando il ruolo della moneta della Banca centrale come ancoraggio del nostro sistema monetario». Anche se bisogna valutare «misure normative appropriate, tra cui il conferimento all’euro digitale dello status di moneta a corso legale».