2019-07-01
L’orrore dei bimbi e il sindaco del Pd. «Copertura politica agli indagati»
Il gip sottolinea «l'essenzialità del suo contributo e l'alta capacità criminale». Avrebbe alterato alcuni documenti di spesa. Un legale M5s difenderà l'indagata principale. Mentre il Pd difende compatto il suo amministratore, e una esponente del M5s si fa nominare legale di una delle principali protagoniste dell'inchiesta di Bibbiano, il gip descrive con parole molto dure la posizione del sindaco democratico del paese emiliano. Secondo l'accusa, avrebbe dato copertura politica ai presunti autori di orrori sui minori, separati (con manipolazioni degli operatori sociali) dai loro genitori. «Andrea Carletti ha subito un vergognoso linciaggio mediatico, che condanniamo: gli esprimiamo massima vicinanza umana e sostegno». Trascinato nella disastrosa bufera dei «bimbi di Bibbiano», il Partito democratico risponde soffiando come un gatto e cercando di difendere con le unghie il «suo» sindaco, finito agli arresti domiciliari il 27 giugno. In effetti, l'inchiesta «Angeli e demoni», che la Procura di Reggio Emilia conduce su una trentina d'indagati per presunte, gravi irregolarità nella gestione dei servizi sociali del piccolo Comune emiliano, ha colpito al cuore il Pd. E il caso ha giustamente sconvolto l'opinione pubblica: gli inquirenti accusano amministratori locali, assistenti sociali e psicologi di aver creato e foraggiato un sistema criminale basato sulla sottrazione indebita di decine di bambini alle rispettive famiglie. Secondo l'accusa, gli allontanamenti si basavano su perizie fasulle, prove falsificate e perfino violente pressioni psicologiche esercitate sui minori. Irretite e plagiate dagli psicologi del centro piemontese Hansel e Gretel fondato dall'ex giudice minorile Claudio Foti, a loro volta ingaggiati e retribuiti dai servizi sociali di Bibbiano con tariffe doppie del normale (135 euro l'ora contro una media di mercato di 70 euro), le piccole vittime accusavano i genitori di abusi inesistenti e venivano affidate ad altre coppie o a strutture private. Se il quadro sarà confermato dal processo che verrà, insomma, a Bibbiano si sarebbe architettato un cinico business di cui l'Emilia rossa potrebbe anche essere solo la punta dell'iceberg: un business che, per le sue caratteristiche, è più osceno ancora di quello realizzato sull'ospitalità agli immigrati e più volte accertato dalla magistratura. A leggere le intercettazioni torna alla mente il cooperativista romano Salvatore Buzzi, intrallazzato con la giunta di sinistra, che in una telefonata finita nel 2014 agli atti dell'inchiesta «Mafia capitale», sghignazzava: «Tu c'hai idea de quanto ce guadagno io sull'immigrati? il traffico de droga rende meno...».Oggi a Bibbiano, come ieri a Roma, il Pd difende i suoi uomini. I reati che vengono contestati a Carletti sono l'abuso d'ufficio e il falso ideologico. «Il sindaco è un amministratore capace», protesta il Pd, «che si è speso per la sua comunità ed è apprezzato dai suoi cittadini. Risponderà con serenità dei rilievi amministrativi che gli vengono mossi».È vero che Carletti (che sarà interrogato il 3 luglio) non ha partecipato alle sedute in cui i bambini venivano costretti a raccontare abusi mai subiti. Ed è vero che nessuna delle accuse è stata ancora provata in giudizio. Ma il suo ruolo di responsabile delle politiche sociali lo pone al centro del caso. E non per «rilievi amministrativi», ma per due reati che prevedono un totale da 2 a 10 anni di reclusione. Anche il ritratto che di lui tratteggia l'inchiesta non è proprio quello di un esemplare amministratore: il giudice delle indagini preliminari, Luca Ramponi, scrive che Carletti si è «reso responsabile di episodi che costituiscono un espressivo indice del suo modo di comportarsi» e che «è evidente la sua copertura politica continuativa e sistematica all'attività degli altri indagati». Il gip sottolinea «l'essenzialità del suo contributo» e addirittura «la sua alta capacità criminale», perché «ha ripetutamente consentito le spese in esecuzione degli abusi d'ufficio (a favore degli psicoterapeuti del Centro Hansel e Gretel, ndr) con erogazione di contributi indebiti». Tra il 2014 e il 2018, Bibbiano ha pagato oltre 182.000 euro per le sedute di psicoterapia (che gli inquirenti hanno scoperto duravano in media il 10% in meno rispetto agli orari concordati): e per favorire «con l'ingiusto profitto» la onlus Hansel e Gretel di Foti, l'amministrazione guidata da Carletti ha più volte «consapevolmente violato» le norme che proibiscono agli enti pubblici di affidare direttamente servizi d'importo superiore ai 40.000 euro, obbligandoli a indire gare con almeno tre preventivi. Ma c'è di peggio: una volta scoperto di essere sotto inchiesta, il sindaco e alcuni dirigenti comunali e sanitari, più la compagna di Foti, la psicologa Nadia Bolognini, hanno falsificato atti per evitare guai: «Preso atto degli accertamenti della polizia giudiziaria», scrive il gip, «in un apposito incontro in data 12 dicembre 2018» il sindaco, i dirigenti e la psicologa hanno creato documenti per «spacchettare» le cifre, «abbassandole fraudolentemente al di sotto della soglia» che imponeva la gara.Il Pd minimizza, insomma, ma lo scandalo è grave e destinato a durare. Il Movimento 5 stelle, intanto, ha assunto posizioni durissime. La vicepresidente della Camera, Maria Edera Spadoni, in un'invettiva rivolta agli indagati, ha detto: «Che voi siate maledetti, carcere a vita e buttare la chiave». Più garantista la consigliera comunale grillina di Bibbiano, l'avvocato Rossella Ognibene, che ieri ha annunciato difenderà il capo degli assistenti sociali, Federica Anghinolfi.
Dario Franceschini (Imagoeconomica)
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