2022-11-28
L’orgoglio di essere minoranza rumorosa
George Orwell scriveva che più una società è immersa nella menzogna, tanto maggiore sarà la violenza scatenata contro chi dice la verità. Ne sono un esempio gli operatori sanitari privati di lavoro e stipendio per non avere voluto accettare l’immotivato diktat vaccinale. Pochi ma buoni.Il proverbio è d’abitudine riferito gli amici: meglio che siano pochi, ma buoni. In effetti possono essere buoni solo se sono pochi, perché l’amicizia è un rapporto profondo che necessita di tempo, di pazienza e di condivisione ed è quindi oggettivamente difficile che gli amici possono essere molti. In realtà il concetto di pochi ma buoni si può estendere alla quasi totalità dei casi. Si può considerare il proverbio come una rozza semplificazione dell’affermazione evangelica che molti sono i chiamati e pochi gli eletti. In un’epoca in cui il cattolicesimo diventa ogni giorno più opinabile, discutibile, posizionabile, carino, simpatico, vegano, vegetariano e gay friendly, appassionato più alla ricerca degli unicorni che non della santità, l’affermazione non è molto ricordata. Ora siamo nella fase del «tana libera tutti» e del Dio ti ama e ti vuole così come sei. Dio ti ama, e proprio perché ti ama ti vuole santo, non come sei. Il primo a trattare il tema dei pochi ma buoni in termini laici è stato l’economista Carlo Maria Cipolla, che in un interessante libro intitolato Allegro ma non troppo ha spiegato come in qualsiasi contesto umano il numero degli stupidi, termine con cui si indicano persone senza intelletto, incapaci di fare scelte logiche, sia sempre approssimato per difetto. Dal punto di vista psicologico la spiegazione del fenomeno consiste nel fatto che le azioni umane hanno motivazioni emotive, non razionali. La regina Crimilde non ricava nessun vantaggio pratico dalla morte di Biancaneve, eppure pur di distruggere la principessa è disposta al supremo sacrificio, la sua vita e la sua bellezza, cioè è stupida. Noi siamo disposti a venderci l’anima al diavolo pur di essere i più belli del reame, o almeno pur di essere un po’ bellini e un po’ amati. Lo spiega l’altra incantevole fiaba dei vestiti nuovi dell’imperatore, in cui Hans Christian Andersen racconta un meccanismo estremamente diffuso: siamo disposti a venderci l’anima al diavolo pur di non essere detestati e isolati. Fingere di vedere i bellissimi e inesistenti vestiti nuovi dell’imperatore è veramente stupido, ma se qualcuno dichiarasse di non vederli sarebbe accusato falsamente di essere stupido, e odiato da tutti coloro che stanno mentendo. Secondo il Vangelo quindi coloro che entrano dalla porta stretta sono una minoranza, pochi ma buoni, e secondo il professor Cipolla i dotati di intelletto sono una minoranza, pochi ma buoni. In ambito teologico l’intelletto, la capacità cioè di distinguere il bene dal male e il vero dal falso, è un dono dello Spirito Santo, come lo è la fortezza, vale a dire il coraggio di difendere la verità. Nell’incantevole fiaba di Andersen quando un bambino grida la verità («Il re è nudo») tutti si svegliano. Nella realtà colui che dice la verità rischia il linciaggio e, come ci ricorda George Orwell, tanto più una società è immersa nella menzogna, tanto maggiore sarà la violenza che si scatena contro colui che osa dire la verità. Nessuno è disposto a riconoscere di essere stato privo di intelletto e di fortezza. Piuttosto, come la regina di Biancaneve, spingerà lo scontro fino alle estreme conseguenze. Sono pochi i medici che hanno rifiutato l’inoculazione anche perché la punizione è stata terribile: essere privati dello stipendio e dei propri pazienti. Per un medico vero, stare lontano dalla sala operatoria, dall’endoscopio o dell’ambulatorio è un dolore. Pagare il mutuo, il cibo, i vestiti è una necessità. Molti hanno dovuto cedere non perché privi dell’intelletto necessario a capire, ma perché la necessità di pagare il mutuo e la volontà di non abbandonare i pazienti hanno abbattuto la fortezza. I medici ora reintegrati si sono visti scatenare addosso un terrificante mobbing. L’Ordine dei medici di Torino per esempio ha chiesto addirittura che vengano resi identificabili. Dato che mi sembra una richiesta corretta che noi, pochi ma buoni, ci rendiamo riconoscibili, lunedì scorso, convocata all’Ordine, mi sono presentata con una bellissima felpa su cui la scritta «Medico zero dosi» campeggiava in mezzo a siringhe color pastello. L’Ordine dei medici di Torino evidentemente ignora che secondo una ricerca di S. V. Subramanian e Akhil Kumar, pubblicata su European Journal of epidemiology, rivista medica mensile sottoposta a revisione paritaria che copre l’epidemiologia delle malattie trasmissibili e non trasmissibili e il loro controllo, risulta che i paesi con una percentuale più alta di popolazione completamente vaccinata presentano un numero maggiore di casi di Covid, mentre il Dipartimento di demografia dell’università di Stoccolma ha rilasciato il report 17/2022 che riscontra un calo della fertilità nelle regioni più inoculate con cosiddetti vaccini.A questo si aggiunge lo spaventoso quantitativo di effetti collaterali che sta emergendo. Mentre gli Ordini dei medici si incaricano di garantire l’obbedienza pretendendo l’inoculazione di un farmaco non testato per evitare il contagio della malattia, continua in Italia la strage silenziosa, la morte di migliaia di pazienti a causa delle cosiddette infezioni nosocomiali, di cui evidentemente non importa un fico a nessuno. Si tratta di infezioni di batteri che da generazioni vivono nascosti negli ospedali come gnomi malefici del Bosco Atro: per quanti non avessero letto il Signore degli anelli, il Bosco Atro è un bosco invaso dall’oscurità esattamente come la nostra sanità. Le infezioni nosocomiali sono particolarmente gravi e spesso mortali in quanto si tratta di batteri che, vivendo in mezzo agli antibiotici, hanno selezionato ceppi resistenti. Tanto più alto è il livello igienico di un ospedale o di un altro centro di assistenza, tanto più basso è il quantitativo di infezioni nosocomiali. Il livello igienico degli ospedali è direttamente proporzionale ai quattrini spesi in sanità. Ogni taglio alla sanità ha voluto significare aumenti di infezioni nosocomiali. Perché l’igiene sia garantita occorrono un gran numero di infermieri, un buon numero di persone addette alla pulizia perfettamente formate, filtri per purificare l’aria. La maggioranza dei morti è costituita da persone anziane, e delle persone anziane, tutto sommato, non interessa molto a nessuno. Pochi giorni fa in televisione un geriatra ha citato come unica possibile soluzione all’aumento dei ricoveri l’eutanasia. Curare i pazienti e prevenire le malattie evidentemente è troppo costoso. La mattanza di pazienti fragili uccisi da infezioni nosocomiali non lascia tutti indifferenti. La professoressa Rita Fossatelli è figlia di un uomo e di una donna entrambi uccisi da tali infezioni. Due persone già ricoverate in ospedale, perché le infezioni nosocomiali colpiscono i ricoverati, facendo sì che negli ospedali le persone si ammalino invece di guarire. Un uomo e una donna sono stati ridotti a numeri nelle statistiche, per la professoressa Fossatelli erano papà e mamma, e lei non ha mollato. Sola, ostinata, anno dopo anno, organizza un congresso dove si parla di infezioni nosocomiali e di malasanità. Il 10 novembre ha organizzato una manifestazione a Roma in piazza Capranica, dopo aver inviato alle autorità una lettera cui nessuno ha risposto, contro ogni forma di malasanità ospedaliera, dalle infezioni nosocomiali al mobbing contro gli operatori sanitari dissidenti sulle direttive irrispettose di qualsiasi principio di medicina ippocratica. Tutti noi medici sospesi ringraziamo la dottoressa Fossatelli del suo interessamento e di questa manifestazione fondamentale: erano presenti ben 10 persone. Pochi ma buoni. Un semino è stato seminato.
Pier Luigi Lopalco (Imagoeconomica)
Nel riquadro la prima pagina della bozza notarile, datata 14 novembre 2000, dell’atto con cui Gianni Agnelli (nella foto insieme al figlio Edoardo in una foto d'archivio Ansa) cedeva in nuda proprietà il 25% della cassaforte del gruppo