2020-07-28
Lopalco: «Virus esigente, viaggia in prima»
I migranti arrivati a Pozzallo a bordo della nave Fiorillo della Guardia Costiera lo scorso 13 luglio (Ansa)
Per l'epidemiologo benedetto dal crisma tv, candidato con Michele Emiliano alle regionali in Puglia, il morbo non lo portano i migranti sui barconi. Una maniera, spacciata come verità scientifica, per sostenere la libera accoglienza e circolazione dei clandestini.«I virus sono individui esigenti: se proprio devono viaggiare, preferiscono farlo in aereo in prima classe piuttosto che sui barconi». La verità scientifica del professor Pier Luigi Lopalco, già virologo da talk show e ora candidato con Michele Emiliano in Puglia, è espressa in modo inequivocabile. E merita di essere proposta per il prossimo Nobel alla medicina. Per diversi motivi. Innanzitutto perché egli riesce nella mirabolante impresa di trasformare i virus in individui, forse con la recondita speranza di poter chiedere loro il voto alle prossime regionali.E poi perché mette in dubbio la propensione dei medesimi virus-individui al viaggio, ribaltando così le teorie di tutti i suoi colleghi che per mesi hanno inutilmente preteso la chiusura di aeroporti e il divieto di movimento. Non sapevano, poveretti, che i virus-individui sono «fattori locali», cioè stanziali, sedentari, forse persino pigri, un po' come Fantozzi, insomma, quando si corica sul divano e non si schioda più. Ma sicuro: anche i virus amano mettersi in canottiera, partita e rutto libero. Fosse per loro non si muoverebbero nemmeno per andare ai giardinetti sotto casa. Ma se poi, proprio devono viaggiare, se sono costretti, ecco, allora diventano «esigenti». O tutti i comfort o niente. Con il cavolo che si mettono a infettarci se prima non abbiamo pagato loro almeno la business class…A voi sembrerà strano, ma il neo candidato (alla regionali in Puglia e subito dopo al Nobel) Pier Luigi Lopalco quella frase l'ha scritta davvero. Testualmente. Ora qualcuno potrebbe dire che non bisogna prenderlo troppo sul serio perché era lo stesso che diceva che le mascherine erano inutili (e va beh: erano utili, che ci volete fare?); lo stesso che diceva «entro metà di giugno vedremo gli effetti della movida» (e va beh: non si sono visti, che ci volete fare?); lo stesso che parlava di «bambini volontari per i vaccini» e che esultava per Boris Johnson malato dicendo «il virus ci vede benissimo» (già allora aveva trasformato il virus in un individuo: non solo esigente ma pure cattivo); lo stesso, insomma, che in questi mesi ha contribuito a quel diluvio di dichiarazioni parascientifiche e previsioni centrate quanto l'oroscopo del Divino Otelma. Ma in questo Paese, ormai devoto alla religione del sacro virologo, quando parla uno degli scienziati benedetti dal crisma televisivo è impossibile dissentire, salvo correre il rischio di scomunica e conseguente rogo. Dunque ripetiamo il verbo: il virus è esigente e viaggia in business class. Andate e predicate il vangelo.Nel frattempo però, se ci riuscite, provate a immaginare la scena. «Scusi, sono il Covid. Vorrei andare in Italia». E l'operatore turistico rimane subito sorpreso: «Ma come? Lei viaggia? Non è un fattore locale come dice Lopalco?». «Ma certo: sono un fattore locale. Viaggio sempre malvolentieri». «Ah meno male. Così mi rassicura. Lopalco non sbaglia mai». «Sa, è che certe volte non se ne può fare a meno». «Eh, capisco, anch'io dovrò portare mia moglie in vacanza…». «Vedo che mi ha compreso. Allora mi prenoti un volo». «Ah lei viaggia in aereo». «Per chi mi ha preso? Ovvio. Io sono il Covid. Viaggio solo in aereo». «Avrei pronto un low cost…». Scherza?». «Perché?». «Io il low cost non lo prendo nemmeno per idea. Con tutti quei puzzoni». «Mi perdoni non la facevo così…». «Esigente». «Ecco esigente». «Infatti vorrei un posto in prima classe». «Prima classe d'accordo». «E mi scusi: può informarsi dei servizi a bordo?». «Che cosa gradirebbe? «Ah guardi: io non arrivo in Italia se non mi garantite film in prima visione, cibo cucinato da chef stellati. E ovviamente… «. «Ovviamente?». «Fiumi di champagne…».Essendo dunque sicuri, sulla base di queste documentate prove scientifiche, che il coronavirus viaggia soltanto in business class (con tanto di coppa di champagne in mano), possiamo escludere che esso salga sui barconi con gli immigrati. Parola di Lopalco: il coronavirus è schizzinoso. Vede un immigrato pakistano? Scappa. Un tunisino appena sbarcato sulla costa? Non lo guarda nemmeno. E perciò: perché spendiamo soldi per le navi della quarantena? Perché ci preoccupiamo di isolare gli immigrati appena arrivati in Italia? Perché fare i tamponi? Tutto inutile. Libera accoglienza e libera circolazione dei clandestini. Andiamo piuttosto a controllare i jet privati, gli elicotteri, i motoscafi di lusso o in alternativa i golf club e i circoli della canasta. È lì, si sa, in mezzo alle persone ricche e esigenti che si nasconde il vero pericolo.Lo sa bene il professor Lopalco che, come ci tiene a precisare, da anni studia il rapporto tra immigrazione e infezioni, e dunque sa benissimo che il coronavirus viaggia in prima classe. Lo sa dal 1999. Da prima ancora che il coronavirus ci fosse. Lui già sapeva che sarebbe arrivato prendendo un volo in business class. A questo punto, bisogna dirlo: non è solo uno scienziato. È un profeta. E peccato solo che adesso la causa politica lo sottragga ai suoi studi altrimenti avrebbe potuto continuare ad approfondire meglio questo speciale rapporto, oggetto delle sue ricerche, che lega virus e lusso. Peccato perché avremmo potuto avere altri titoli interessanti come «il Morbillo veste Prada», «Ebola e Chanel n.5» e «L'Hiv guida solo Rolls Royce». L'intera opera scientifica avrebbe potuto poi essere raccolta in un agile volume. Ovviamente da intitolare «Luxury Pandemia». Roba da Nobel assicurato, per l'appunto.