2022-07-06
L’Olanda ha alzato l’asticella dell’orrore. «Eutanasia legale per bimbi di un anno»
Il ministro della Salute annuncia un regolamento, nemmeno una legge, per sopprimere i malati terminali fino ai 12 anni.Sì all’eutanasia per i bambini da uno a 12 anni. È quanto la settimana scorsa, nell’indifferenza dei grandi media, ha dichiarato il ministro della Salute olandese, Ernst Kuipers, che pare deciso a fare sul serio; prova ne è la lettera, firmata di suo pugno e trasmessa ai parlamentari, con cui chiarisce quali siano i suoi piani. Nel documento, datato 27 giugno, il ministro ha infatti inviato quella presentata come «una bozza di regolamento per l’interruzione della vita dei bambini da 1 a 12 anni». L’iniziativa, afferma la missiva, riguarderà «un piccolo gruppo bambini malati terminali che soffrono in modo disperato e insopportabile e per i quali tutte le opzioni di cure palliative non risultano sufficienti ad alleviarne la sofferenza». «Questi sono bambini che dovrebbero morire nel prossimo futuro», ha chiosato il ministro, quasi suggerendo che quelli che saranno eliminati sono piccoli, per così dire, dal destino segnato. Inoltre, come rilevato su Euro weekly da Peter McLaren Kennedy, il protocollo proposto fissa sette requisiti di accesso alla «dolce morte» che, in teoria, dovrebbero regolarne in modo scrupoloso l’applicazione. Viene per esempio stabilito che i medici potranno procedere solo se persuasi che la sofferenza del bambino sia insopportabile e non vi sia alcuna possibilità di trattamento utile ad alleviarne il dolore; che la diagnosi debba essere pienamente discussa con padre e madre del bambino così come la possibilità di eutanasia, per la quale ambedue i genitori dovranno dare il loro assenso; infine i dottori - che dovranno provare a discutere la procedura con lo stesso bambino - sono in ogni caso tenuti a confrontarsi con almeno un altro medico terzo e indipendente, che dovrà valutare a sua volta la regolarità delle procedure.Tuttavia, per quanto tali criteri possano apparire rassicuranti rispetto alla possibilità di abusi, è chiaro come l’estensione dell’eutanasia ai neonati di appena un anno sia qualcosa di una gravità assoluta. Il primo a rendersene conto è lo stesso governo olandese, che non a caso ha scelto di affrontare la questione attraverso un regolamento - e non mettendo mano alla legge, cosa che avrebbe suscitato un dibattito nel Paese. Non solo, questa non è la prima volta che nei Paesi Bassi - dove pure, grazie al Protocollo di Groningen, l’eutanasia per i maggiori di 12 anni è possibile dal 2005 - si tenta di battere questa strada. Già nell’ottobre 2020, infatti, il precedente ministro della Salute olandese, Hugo de Jonge, aveva fatto sapere che il suo esecutivo avrebbe inaugurato l’eutanasia infantile. Solo che quell’annuncio non passò in sordina. Molti cittadini si mobilitarono attraverso delle proteste e fu presentata una petizione con oltre 100.000 sottoscrizioni per fermare la «dolce morte» ai più piccoli. Alla fine non se ne fece nulla. Ora però L’Aja è tornata alla carica ed è tutto da vedere che il progetto eutanasico infantile naufraghi ancora. Nella sua lettera, Kuipers ha scritto che fornirà «ulteriori informazioni circa l’elaborazione delle risposte» alla bozza del regolamento nel mese di ottobre.Quindi il tempo per una mobilitazione per fermare l’eutanasia ai neonati, tecnicamente, ci sarebbe; resta da capire se si sarà in grado di organizzarla. Intanto, chi appoggia la proposta fa notare come un’indagine risalente al 2019, condotta su 72 medici, abbia già messo in luce come la stragrande maggioranza di costoro ritenga accettabile «porre attivamente fine alla vita dei bambini di età inferiore ai 12 anni che accusino gravi sofferenze». Il fatto è che tutto ciò è relativamente normale nei Paesi Bassi che, vent’anni fa esatti, furono i primi al mondo a legalizzare eutanasia e suicidio assistito; e da allora, la «dolce morte» è dilagata. Parlano i numeri: in Olanda le morti on demand, da 1.882 che erano nel 2002, lo scorso anno sono risultate 7.666. Un aumento di oltre il 300% e, manco a dirlo, tutto ciò è spesso accompagnato da abusi, vale a dire da iniezioni letali su pazienti senza i requisiti per la morte assistita e che, in qualche caso, non è neppure chiaro se avessero chiesto di morire. Non per niente negli anni vari medici, inclusi quelli favorevoli all’eutanasia, si sono dimessi perché stanchi degli abusi che vedevano. Si pensi a Berna van Baarsen, di cui aveva raccontato La Verità nel gennaio 2018. Van Baarsen medico e bioeticista, dopo ben dieci anni d’onorato servizio aveva deciso di lasciare il comitato regionale di cui faceva parte, disgustata dall’eutanasia praticata sulle persone malate di mente; e come lei diversi altri medici. Che c’è da sperare facciano sentire la loro voce pure ora, che il governo olandese pensa di legalizzare la soppressione dei neonati.