2019-04-02
L’Ocse mette alla gogna chi è scampato alla Fornero: «Quota 100 alza il debito»
Il rapporto sull'Italia boccia la riforma delle pensioni. Promosso con riserva il reddito grillino. Luigi Di Maio: «L'austerity la facciano a casa loro». Matteo Salvini: «Orgogliosi della legge».Male ma non malissimo. Si potrebbe riassumere così il giudizio che emerge dal rapporto dell'Ocse sulla situazione economica italiana presentato ieri a Roma dal segretario generale Angel Gurria. Sebbene i commenti della giornata da parte del mondo politico si siano concentrati sulle criticità evidenziate dagli analisti, il testo contiene anche degli spunti incoraggianti. Uno di questi riguarda il neonato reddito di cittadinanza. Secondo l'Ocse, infatti, questa misura «destina importanti somme aggiuntive ai programmi per contrastare la povertà», anche se «la sua efficacia dipenderà in gran parte dai miglioramenti che si riusciranno a conseguire sul piano della ricerca dell'impiego e dei programmi formativi». Positivo il giudizio sul mercato del lavoro («l'occupazione è cresciuta e la disoccupazione è diminuita»), il sistema bancario (in particolare viene sottolineato il netto calo dei prestiti in sofferenza) e la qualità della vita (buono il posizionamento nel «Oecd better life index» nei campi dell'equilibrio vita-lavoro, reddito, relazioni sociali e salute). Nel mirino però resta, come sempre, quota 100: l'abbassamento dell'età pensionabile «potrebbe portare a un rallentamento della crescita sul medio periodo a causa della riduzione del numero degli occupati di età più avanzata e del peggioramento delle diseguaglianze internazionali. Misura da abrogare».note dolentiA destare maggiore preoccupazione è invece l'andamento dell'economia che «dopo una modesta fase di recupero, mostra ora segni di debolezza». Per l'anno in corso, l'Ocse stima il Pil in calo dello 0,2%, il rapporto deficit/Pil in risalita al 2,5%, il debito pubblico al 134% e la disoccupazione al 12%. Nel corso della conferenza stampa il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, ha affermato che a suo avviso il «deficit italiano sarà meglio del 2,5% indicato dall'Ocse». La ricchezza del Paese è ancora ben inferiore al picco raggiunto prima della crisi (siamo intorno al 94% rispetto al 2007), anche se questo è un dato di lungo periodo difficilmente imputabile al governo in carica. Nei grafici proiettati ieri è disegnata una verità incancellabile: dopo una breve ripresa mostrata nel biennio 2009-2011, l'Italia sta ancora scontando gli effetti della ricetta a base di austerità firmata Mario Monti ed Elsa Fornero. Un'onda lunga che, ancora oggi, stenta a esaurirsi. Le ricadute sulla povertà sono state tragiche, specialmente al Sud, dove oltre una persona su quattro vive in stato di povertà relativa. Analogamente, risulta piuttosto prematuro attribuire all'attuale esecutivo la responsabilità per il mancato efficientamento della spesa pubblica, non fosse altro perché il fallimento di Enrico Bondi, Mario Canzio, Carlo Cottarelli e Yoram Gutgeld (i commissari per la revisione della spesa che si sono succeduti nell'ultimo decennio) sono sotto gli occhi di tutti. Che dire poi del drammatico «fuggi fuggi» all'estero di oltre 100.000 connazionali l'anno? Anche in questo caso i diagrammi presentati dall'Ocse descrivono una realtà che dura ormai ininterrottamente dal 2011. china discendenteNella fascia 18-39 anni, quella più produttiva, i flussi sono passati dai 20.000 emigrati degli anni Duemila, agli oltre 60.000 dei giorni nostri. Senza contare che dal 2013 in poi hanno iniziato a lasciare il Paese anche gli over 40.Con tutta probabilità, qualunque governo si fosse insediato dopo il 4 marzo avrebbe dovuto affrontare enormi difficoltà per fronteggiare la situazione attuale nella quale tutti gli Stati, Germania in testa, soffrono la congiuntura economica negativa. Secondo il viceministro dell'Economia, Laura Castelli, «la fotografia dell'Ocse narra gli effetti delle politiche fatte negli scorsi anni. Le nostre misure hanno un solo obiettivo: invertire la tendenza». Le parole di Angel Gurria fanno trasparire addirittura un certo ottimismo. Anche se il nostro Paese «continua ad affrontare significativi problemi in campo economico e sociale», ha dichiarato il segretario generale a margine della presentazione, «l'economia italiana presenta grandi punti di forza. Le esportazioni, i consumi privati, i flussi di investimenti e il dinamismo del settore manifatturiero». In ogni caso il vicepremier Luigi Di Maio non la prende affatto bene: «Qualcuno seduto su una scrivania lontano migliaia di chilometri crede che l'Italia per ripartire debba attuare politiche di austerity? Le facessero a casa loro».solite ricetteLa via indicata dell'Ocse per uscire dal guado è la solita ricetta in salsa liberista: riduzione del debito pubblico, aumento dell'avanzo primario (differenza tra entrate e uscite dello Stato), pagamenti elettronici per contrastare l'evasione (anche se molti studi dimostrano che non c'è correlazione tra questi due fattori), taglio del cuneo fiscale, misure per aumentare la produttività. Singolare l'accenno al crollo degli investimenti pubblici: come potrebbe essere altrimenti in presenza di un vincolo esterno così stringente? Di tutt'altro avviso, infatti, il vicepremier Matteo Salvini, sicuro che quota 100 «garantirà un lavoro sicuro a più di 100.000 giovani italiani». Salvini si è detto poi «orgoglioso» del lavoro del governo, «questo significa costruire il futuro e realizzare una vera crescita sociale ed economica». Critico anche il premier Giuseppe Conte: «Siamo in forte dissenso con l'Ocse, sono stati sottostimati gli effetti della manovra».