2022-09-05
Locatelli come Speranza. Ora dà lezioni ai partiti e spinge la quarta dose
Franco Locatelli (Imagoeconomica)
In vista delle elezioni, «l’esperto» ricompare e pontifica su monoclonali e antivirali, finora osteggiati in favore della corsa all’hub. Silenzio sui flop del ministro e del suo Cts.Di Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, amiamo ricordare la strepitosa esibizione che regalò da coordinatore del Comitato tecnico scientifico. Era il 2021 e il nostro eroe dichiarò che stavamo vivendo una «pandemia dei non vaccinati». Adesso, a mesi di distanza, se ne esce dicendo che anziani e fragili devono muoversi a fare la quarta dose. Parlando con L’Eco di Bergamo, Locatelli non mostra dubbi: «È sbagliato pensare di aspettare i vaccini nuovi», spiega. «È importante vaccinarsi subito». Chissà, forse in tutto questo tempo non ha avuto un attimo per rifletterci su: se si trattava di una pandemia dei non vaccinati, per quale motivo oggi stiamo a discutere di quarta dose? E per quale ragione il nostro professorone prevede un aumento dei contagi in autunno anche fra chi si è fatto ben più di una iniezione? Mistero della fede scientifica. A noi viene da pensare che Locatelli, come tanti suoi colleghi, a questo punto farebbe meglio a prendersi un momento di pausa per riflettere attentamente su tutte la castronerie dette durante l’emergenza. Ma sembra non averne alcuna intenzione. Anzi, continua serenamente a rilasciare interviste, per lo più identiche, allo scopo di ricordare che il virus è ancora in agguato. Chi si prende la briga di leggerle, si trova ogni volta di fronte a un quadro sconfortante, a un miscuglio di omissioni, slogan ed esibizioni di sicumera. Locatelli insiste che bisogna correre a farsi la quarta dose, ed è lo stesso fenomeno che, ormai parecchio tempo fa, si lasciava andare su previsioni ottimistiche riguardo l’immunità di gregge. Era a capo del Cts, il direttorio che ha goduto di una clamorosa sovraesposizione mediatica durante i mesi più duri della pandemia, eppure ha il fegato di dire che non è stato fatto abbastanza per introdurre la ventilazione meccanica nelle scuole. Caro amico, ma non era compito tuo stimolare il governo a darsi una mossa? Perché non hai dedicato un po’ di spazio nelle conferenze stampa a questo tema invece di passare il tempo a fare la morale ai presunti no vax? Comunque sia, ormai è inutile prendersela. Abbiamo capito che per i nostri luminari l’errore non è un incidente di percorso da cui trarre importanti lezioni, ma una pericolosa macchia da nascondere a ogni costo. Le affermazioni sbagliate, ci hanno dimostrato le virostar, non vanno corrette: basta fare finta di nulla, dichiarare il dichiarabile e agire come se niente fosse, come se non ci si fosse mai contraddetti. Insomma, la sicumera e l’arroganza dagli esperti ce le aspettiamo, e ci stupiamo quando (molto raramente) non le esibiscono. Ci aspettavamo meno, lo confessiamo, che il presidente del Consiglio superiore di sanità si mettesse pure a dare indicazioni politiche, entrando a gamba tesa nella competizione elettorale. Proprio così: Locatelli si sente in diritto di spiegare come le forze politiche dovrebbero gestire la sanità. «È importante che tutte le forze politiche dicano cose chiare su quella che è la loro visione della sanità e degli investimenti che vorranno fare a tutela del nostro patrimonio unico e inestimabile, il sistema sanitario universalistico», dice il professore all’Eco di Bergamo. E fin qui ci potrebbe persino stare, se non fosse che il nostro «patrimonio inestimabile» non ha funzionato un granché bene, ultimamente. Tra gli investimenti che il luminare suggerisce c’è addirittura la creazione di «un hub pandemico nel nostro Paese, anche per la produzione di vaccini e monoclonali». Ecco, qui il discorso comincia a farsi interessante. Sui monoclonali non occorre nemmeno rammentare quanto siano stati ostracizzati dalle autorità italiane che, ossessionate dal vaccino, hanno totalmente evitato di parlare di cure. Quanto alla produzione interna di sieri, forse Locatelli dovrebbe fare due parole con Roberto Speranza a proposito dell’ormai tristemente famoso vaccino italiano platealmente naufragato un anno fa. Ovviamente, Locatelli non si fa nemmeno passare per l’anticamera del cervello l’idea di dire qualcosa di storto sul ministro della Salute, anzi sembra intenzionato ad aiutarlo a non sfigurare nella corsa elettorale. Sentite che cosa ha il coraggio di dichiarare: «Il Paese deve riconoscere il grande lavoro del ministro Speranza in questi due anni». Capito? Il capoccia del Css non ha tempo per ragionare sugli errori commessi, ma si prende la briga di applaudire Speranza proprio mentre tenta di farsi rieleggere. Entusiasmante. Non è tutto: Locatelli ne ha anche per gli altri partiti: «Sarebbe importante», dice, «sentire parole chiare di tutela rispetto ai più fragili, con posizioni molto chiare a favore dei vaccini, degli antivirali, dei monoclonali». Leggendo queste righe è molto difficile trattenersi dallo sbattere ripetutamente la testa contro al muro, perché al professore riesce un doppio miracolo. Per prima cosa, egli sostiene che tutti gli schieramenti in campo dovrebbero adottare il dogma del vaccino e far proprio il programma della Cattedrale sanitaria, come se non avesse fatto abbastanza danni. Poi, con un vero colpo da maestro, invita tutti a dare la giusta importanza ad antivirali e monoclonali, cioè (semplificando) i rimedi che Speranza e tutti i suoi compari hanno osteggiato in ogni modo. Particolare interessante: anche questa volta, Locatelli riesce a non parlare esplicitamente di cure nemmeno una volta. Non si sofferma sugli antinfiammatori, non riflette un secondo sulla necessità di curare chi si ammala: per lui esistono solo le nuove dosi e le meraviglie di Speranza. A questo punto, visto che le cose stanno così, ci permettiamo anche noi un piccolo suggerimento ai partiti: chi andrà al governo farebbe bene a rileggersi tutto ciò che geniacci come il bravo Locatelli hanno dichiarato nel corso dei mesi, a prendere nota di ogni incongruenza, omissione e plateale contraddizione. Dopodiché, i nuovi governanti dovrebbero gentilmente accompagnare i medici star alla porta. Sarebbe un ottimo riconoscimento per il grande lavoro compiuto in questi due anni.