2019-12-15
Lo spettro del crac spacca il governo. Salvini non infierisce: «Collaboriamo»
Previsto già oggi un cdm speciale per l'istituto. Giuseppe Conte: «Faremo una Banca del Sud pubblica». Iv se la prende con i M5s, Luigi Di Maio spara su Bankitalia: «Quando ha controllato?». La Lega: «Un tavolo per salvare il Paese».A Conte non tornano i conti: il caso della Popolare di Bari fa traballare (come se ce ne fosse bisogno) la pseudo maggioranza di governo, chiamata a varare un provvedimento per certi versi inevitabile, ma che ancora una volta andrà nella direzione esattamente opposta a tutto ciò che il M5s ha sbandierato negli ultimi anni. Ci vuole un miliardo di euro, per salvare la banca: oggi stesso è in programma, salvo imprevisti, il Consiglio dei ministri che dovrà varare il provvedimento. Con senso di responsabilità e in nome del supremo interesse generale del Paese, il leader della Lega, Matteo Salvini, ieri, ha fatto appello al governo e a tutte le forze politiche per tentare di risolvere il problema: «Se vogliamo salvare l'Italia», ha detto Salvini, «fermiamoci e mettiamoci attorno a un tavolo con un comitato di salvezza nazionale. Se salta la popolare di Bari, oltre al caso Ilva, salta la Puglia e salta l'Italia. Stiamo vivendo un momento drammatico, non penso sia più il momento delle polemiche. Faccio un appello a tutti quelli che hanno a cuore il futuro dell'Italia, fermatevi, fermiamoci. Sediamoci attorno a un tavolo. Scegliamo alcuni interventi urgenti comuni, ridisegniamo le regole, salviamo il paese che altrimenti rischia di affondare». Il leader dei moderati ha rivolto il suo accorato invito a «tutte le forze politiche, da Leu a Fi, perché la situazione è molto grave e lo steccato opposizione-maggioranza merita di essere superato».Salvini si è poi rivolto direttamente al premier, Giuseppe Conte: «Adesso», ha argomentato Salvini, «io chiedo al signor Conte di smettere di insultare, di minacciare querele. Sediamoci, ragioniamo di cosa serve all'Italia, scriviamo le regole di base e torniamo a votare». Le polemiche hanno tenuto banco all'interno della maggioranza giallorossa, con Italia viva che ha disertato il Consiglio dei ministri dell'altro ieri sera in polemica con il governo. Ieri il premier ha tentato di riportare la calma all'interno della maggioranza: «Nessuna tensione», ha detto Conte, «abbiamo chiarito, con Luigi Marattin (esponente di Italia viva, ndr) ci siamo anche sentiti a telefono. Gli obiettivi sono condivisi. Non resteremo mai indifferenti rispetto ad una situazione critica di una banca, perché dietro ci sono 70.000 azionisti e tanti correntisti. C'è la massima tutela dei risparmiatori», ha aggiunto Conte, «c'è l'occasione per potenziare il sistema creditizio per il rilanciare la Popolare di Bari con una sorta di Banca del Sud degli investimenti a partecipazione pubblica». Conte si è poi maldestramente giustificato per aver taciuto la verità sulla crisi della banca pugliese, quando venerdì, nel corso della conferenza stampa finale dell'Eurosummit di Bruxelles, a precisa domanda aveva risposto: «Al momento non c'è nessuna necessità di intervenire con nessuna banca». Affermazione smentita dai fatti avvenuti nelle ore immediatamente successive. «Per la prima volta», ha tentato di spiegare Conte, «ieri ho dovuto essere omissivo, l'ho fatto per non creare allarme con i mercati aperti e per il segreto d'ufficio. Perché in realtà ero stato avvertito della procedura di Bankitalia per il commissariamento della Popolare di Bari. Quindi mi scuso con tutti i cittadini».Resta la tensione altissima nella maggioranza. Dopo aver disertato il Cdm di venerdì sera, Italia viva ieri ha chiarito la sua posizione attraverso una nota firmata dal coordinatore nazionale, Ettore Rosato, e dal ministro delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, capodelegazione al governo del partito di Matteo Renzi: «Salvare i risparmiatori», hanno sottolineato Rosato e Bellanova, «è una priorità. Aiutare i lavoratori un dovere. Decidere come farlo riguarda tutti. A meno che non ci sia qualcuno che deve nascondere qualcosa. Rimane la curiosità intellettuale di sapere che cosa sia accaduto a chi ha costruito la propria campagna elettorale insultandoci come amici delle banche e oggi non solo mette centinaia di milioni del contribuente per una banca», hanno aggiunto, «ma addirittura ci accusa di irresponsabilità solo perché abbiamo chiesto di avere qualche ora per vedere un decreto che, a differenza di ciò che facemmo noi, stanzia un miliardo dei cittadini per rimediare agli errori di chi ha gestito la Popolare di Bari». Manco a dirlo, nei guai è finito Luigi Di Maio: che farà ora il leader minimo del M5s? Darà il via libera al salvataggio della banca, contraddicendo tutto quanto affermato quando era comodamente all'opposizione, e poteva sbraitare contro tutto e tutti? Ieri il ministro degli Esteri ha messo nel mirino Bankitalia: «Tutti in queste ore», ha scritto Di Maio su Facebook, «parlano di decreto legge. Ma non corriamo troppo. Quante sono state le ispezioni di Bankitalia negli ultimi tre anni? Cosa è emerso? Qualcuno dovrà pur pagare per questo buco vogliamo sapere chi ha prestato soldi e a chi. Il buco non lo ha creato un alieno. Quali manager hanno firmato per prestare i soldi dei baresi allo scoperto? Se dobbiamo mettere soldi pubblici in una banca per evitare che saltino i conti correnti dei pugliesi, quella banca deve diventare di proprietà dello Stato per creare la banca pubblica per gli investimenti, che è un nostro obiettivo», ha aggiunto Di Maio, «del programma del M5s e che tra l'altro è dentro il programma di governo».