2022-02-05
Lo schiaffo di Amnesty al Viminale
Osservatori dell’associazione umanitaria alla marcia degli studenti di ieri a Torino: «In piazza violenze della polizia ingiustificate». Oggi un’altra mobilitazione a Roma.Lo schiaffo al Viminale arriva via social, di buon mattino. Tre righe, pubblicate sul profilo Twitter di Amnesty Italia, per annunciare che alla manifestazione di ieri pomeriggio, a Torino, sarebbero stati presenti gli «osservatori» dell’associazione umanitaria. Il motivo? Tenere d’occhio il livello di democrazia nel nostro Paese «constatato l’uso eccessivo e non giustificato della forza, da parte di agenti di polizia, nel corso di recenti iniziative studentesche».Il riferimento è alle cariche dei giorni scorsi, immortalate addirittura con video e foto, che mostrano agenti accanirsi contro i ragazzi impegnati nelle merce di protesta dopo la morte di Lorenzo Parelli, il 18enne deceduto in una fabbrica di Udine mentre terminava il suo stage/tirocinio.«Di scuola-lavoro non si può morire» è stato lo slogan più scandito dagli studenti nel corso dell’evento di ieri nel capoluogo piemontese. «La mobilitazione di oggi (ieri, ndr) ha dimostrato che le cariche e le manganellate della polizia di venerdì scorso non solo hanno fallito l’obiettivo di ingenerare paura ma, al contrario, hanno suscitato indignazione e disponibilità alla lotta», ha sostenuto in una nota la Confederazione unitaria di base. Che ha invitato i lavoratori delle scuole a «votare mozioni dei collegi docenti e delle Rappresentanze sindacali unitarie di istituto contro l’alternanza scuola lavoro e a sostenere e a partecipare alle occupazioni delle scuole annunciate» dagli studenti.Inutile dire che il tema è tutto politico. Anzi, a tratti ideologico. Sulla reazione sproporzionata degli agenti contro i ragazzi si è espresso per primo il leader del Pd, Enrico Letta. Cui si è accodato il segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni, che ha dichiarato: «Lo Stato la smetta di manganellare gli studenti. Depositeremo un’interrogazione parlamentare al governo, così magari la titolare del Viminale si ricorderà di dover dare spiegazioni e scuse a tanti studenti, alle loro famiglie e più in generale ai cittadini». E la capa del Viminale, tirata per la giacchetta, dopo aver provato a restare in silenzio per due giorni, alla fine ha dovuto spiegare il cortocircuito dell’ordine pubblico.«Deve essere sempre garantito il diritto di manifestare e di esprimere il disagio sociale, compreso quello dei tanti giovani e degli studenti che legittimamente intendono far sentire la loro voce», ha detto l’ex prefetto di Milano, sottolineando però che «purtroppo alcune manifestazioni sono state infiltrate da gruppi che cercavano disordini». Per la responsabile del ministero dell’Interno, bisogna dunque lavorare «per evitare nuovi disordini scongiurando che le legittime proteste possano essere strumentalizzate da chi intende alimentare violenze e attacchi contro le forze di polizia».Intanto, i gruppi organizzati sono tutt’altro che pronti a fare un passo indietro. Il movimento «La Lupa», al quale aderisce lo studente Ismaele Calaciura Errante ferito negli scontri e che ha già sporto denuncia, ha organizzato un’assemblea nazionale per oggi, a Roma. La nuova stagione di contestazioni studentesche arriva da lontano, da settimane di occupazioni. «Lorenzo ha perso la vita durante una attività che il ministero dell’Istruzione considerava formativa», dicono dalla Rete degli Studenti Medi. «Non vogliamo che la sua morte passi in secondo piano. Organizzare con tutti gli studenti e tutte le studentesse questa giornata di mobilitazione per noi è dare un segnale: non vogliamo un’istruzione che ci insegni che il lavoro è morte e precarietà».