2023-11-17
Dietro alla crociata contro la Lo Palo c’è la solita tirannia del dogma green
Attilio Fontana. Nel riquadro, Lucia Lo Palo (Ansa)
Il presidente di Arpa Lombardia, reo di aver dubitato della responsabilità umana nel cambiamento climatico, è stato sfiduciato. L’ennesima prova dell’isolamento che subisce chiunque osi criticare la religione ecologista.Viviamo in un Paese fascista. Solo che il fascismo è non al governo, ma nell’opposizione e negli organi di stampa amici dell’opposizione. I metodi usati sono da squadrismo bieco, intollerante e violento. Violento sicuramente con le parole, ma spesso anche con i fatti. Il caso di Lucia Lo Palo, al vertice dell’Arpa Lombardia, è l’ultimo che prova la condizione detta sopra del Paese dove viviamo. La dirigente aveva dichiarato di non credere che il cambiamento climatico in atto sia opera dell’uomo. In un Paese ove troppi mentono, perché dal non dire la verità dipende il loro stipendio, la signora Lo Palo dovrebbe meritarsi un encomio. Anzi, avrebbe tutte le carte in regola per fare il ministro all’Ambiente, e mi auguro che il governo sappia valorizzarla in questo senso. Nel frattempo, Lo Palo è stata sfiduciata dall’aula del consiglio regionale grazie a una mozione delle opposizioni, votata anche da otto franchi tiratori della maggioranza. Sulla sua eventuale rimozione si dovrà pronunciare la Giunta, come ha confermato il governatore Attilio Fontana. Chi governa deve spesso affrontare questioni tecnico-scientifiche e, anche se non esperto ma tenendo conto della scienza migliore, deve prendere decisioni. Lucia Lo Palo ha capito che quella della crisi climatica è una narrazione fasulla: troppe sono le contraddizioni di coloro che la sostengono, tanto più che costoro rifiutano ogni confronto, cioè rifiutano di chiarire i punti oscuri del loro racconto, di rispondere ai bachi presenti nel loro ragionamento, e non sopportano chi mette il dito nelle piaghe sanguinanti delle loro numerose contraddizioni. Dice Ivar Giaever, premio Nobel per la Fisica: «Per capire che non c’è in atto alcuna crisi climatica non bisogna neanche essere scienziati». Appunto: Lucia Lo Palo lo ha capito. E, in scienza e coscienza, lo ha detto. Data la posizione che occupa - a capo dell’Agenzia protezione ambiente della Lombardia - la cosa implica che per affrontare gli eventi meteo severi, essa sa cosa fare. Ma vogliono impedirglielo: le lobby del fotovoltaico non possono permettersi di mollare l’osso che stringono fra i denti: miliardi di denaro pubblico devoluti nelle loro tasche, a scapito di interventi che sarebbero invece efficaci. E chissenefrega se arriva un’alluvione, e andranno distrutte case e periranno esseri umani: diranno che non hanno ricevuto abbastanza miliardi.La macchina del fango contro la Lo Palo è partita subito da quei quotidiani - e non c’è bisogno vi dica quali - che molto hanno studiato e ancora di più hanno appreso da Joseph Goebbels, che quanto a tecniche di diffusione delle informazioni fu indiscusso maestro. Per esempio, hanno sottolineato con disprezzo che la presidente dell’Arpa Lombardia ha studiato filosofia. L’intento è buttar fango sulla persona, come dire: che volete ne sappia mai di ambiente e di clima. Un’obiezione che non si sono mai sognati di sollevare non dico a Chicco Testa (deputato Pci e Pds) che, anch’egli con studi di filosofia, è stato a capo dell’Enel, non dico ad Alfonso Pecoraro Scanio (Verdi) che, con studi di giurisprudenza, è stato ministro all’Ambiente; ma a Greta Thunberg che con studi di niente è stata portata in giro per il mondo come si fa con la Madonna pellegrina nelle sagre di paese.Le affermazioni di Lucia Lo Palo sono state, invece, di alta responsabilità: il punto cruciale delle parole della brava dirigente è se, a fronte di evidenti danni che dobbiamo subire per i capricci del clima, il denaro pubblico vada indirizzato verso la prevenzione e l’adattamento in modo da minimizzare quei danni, o verso gli impianti fotovoltaici nella convinzione che in questo modo il clima possa essere mitigato. Le regioni Emilia-Romagna e Toscana (e non solo esse) hanno sovvenzionato con miliardi il fotovoltaico, stornando denaro dalle misure di adattamento, e si sono rese vittima dei recenti disastri. I toscani e i romagnoli devono prendersela coi loro amministratori, che hanno trascurato l’adattamento a favore di una illusoria mitigazione. Ecco, le parole-chiave del contendere sono queste: adattamento e mitigazione. Questa è impossibile, quello è efficacissimo: ogni euro speso sulla mitigazione è un euro tolto all’adattamento, ogni euro dato agli impianti fotovoltaici è un euro sottratto alla riduzione dei rischi dai capricci del clima. Su questo punto, gli scienziati afferenti a Clintel Italia hanno sfidato l’Accademia dei Lincei, ma l’Accademia, che pur riceve ogni anno milioni di euro dallo Stato, cioè dai contribuenti, non raccoglie la sfida. Evidentemente si son chiesti se la figura che fanno sarebbe più cattiva tacendo (e lasciare tutti nel dubbio), o parlando (e togliere ogni dubbio), e hanno optato per la prima che ho detto.
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