2023-12-08
«Sul clima sono realista, ho subito bullismo»
Il presidente di Arpa Lombardia, Lucia Lo Palo
Lucia Lo Palo, presidente di Arpa Lombardia: «Contro di me tanto disprezzo e poche critiche nel merito, ho solo detto che affrontiamo da sempre cambiamenti atmosferici e lo confermo. Penso anche che l’uomo vada educato a custodire il creato, non sono una negazionista».«Noi attraversiamo il cambiamento climatico da sempre, da quando la terra esiste. È doveroso scindere le due cose. L’inquinamento è dettato dall’industrializzazione. L'Italia è un hotspot e il cambiamento climatico è in corso, ma è in corso da varie ere geologiche». Per queste poche parole pronunciate nel corso di una trasmissione televisiva, Lucia Lo Palo, presidente di Arpa Lombardia (l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente), ha rischiato di perdere il posto ed è stata investita da un tornado di polemiche. A metà novembre è stata presentata contro di lei una mozione di sfiducia, e le opposizioni nel consiglio regionale lombardo (non senza qualche aiuto proveniente dal centrodestra) hanno chiesto che si dimettesse. Poi, però, la giunta lombarda guidata da Attilio Fontana è intervenuta per difenderla e un paio di giorni fa ha deciso di lasciarla al suo posto, suscitando le ire del Pd. Pierfrancesco Majorino, a nome dei dem, ha definito la Lo Palo «una figura oggettivamente screditata, collocata lì per ragioni di fedeltà politica e sfiduciata dal Consiglio regionale da una maggioranza di consiglieri tra cui anche compagni della stessa coalizione di cui fa parte». Per lunghe settimane la presidente dell'Arpa è rimasta in silenzio, ora però ha scelto di parlare con La Verità. La prima domanda è inevitabile: lei conferma quello che disse sul riscaldamento globale o tutta questa storia l’ha spinta a ritrattare e cambiare idea? «Non ho niente da ritrattare, hanno preso una mezza frase e montato una campagna a cui io ho risposto con un silenzio istituzionale, fino ad oggi».Rompiamo il silenzio, allora. «Il mio pensiero non era rivolto al riscaldamento globale, bensì alla questione complessa dei cambiamenti climatici. Ma visto che mi chiede un chiarimento al riguardo, preciso e confermo che l’uomo attraverso una cattiva e insana gestione dell’ambiente declinata in un abuso dei combustibili fossili e di massive emissioni di CO2 nell’atmosfera contribuisce e concorre al riscaldamento globale». Beh, in realtà sta ritrattando. Deve fare autodafé e dichiarare che l’uomo è responsabile dei cambiamenti climatici. Idea non condivisa da molti scienziati, checché se ne dica. «Ribadisco, io non ritratto nulla. I cambiamenti climatici avvengono da varie ere geologiche molto prima della comparsa dell’uomo. L’uomo attraverso la sua cattiva gestione ambientale e la massiva emissione della CO2 concorre al riscaldamento globale. Io sono profondamente convinta che l’uomo vada formato ed educato a custodire il creato e a non abusarne, pur tuttavia mi scusi, ma lei sa quanta CO2 finisce in atmosfera con un’eruzione vulcanica?».Appunto, infatti non mi pare che l’affermazione da cui tutto è partito fosse sbagliata, anzi. «Mi sottraggo comunque a questo gioco di battute, che produce solo ansia. Avrà visto l’ultimo rapporto del Censis di qualche giorno fa: l’84% degli italiani è impaurito dall’emergenza climatica e teme catastrofi naturali, che purtroppo accadono sempre più di frequente». Anche qui pensare di risolvere la questione chiamando in causa il riscaldamento globale mi pare utile soltanto a coprire le carenze delle amministrazioni. «Le catastrofi possiamo prevenirle attraverso la tutela, la gestione, la digitalizzazione ed il monitoraggio del territorio e degli eventi. Dare l’idea che siamo inermi e incompetenti non solo è falso ma produce danni alla collettività». Restiamo su quelle sue benedette affermazioni. Perché secondo lei si è scatenato tutto questo astio contro di lei?«Non ho una risposta, ma ne ho sentite di tutti i colori, onestamente credo che abbiano sbagliato le dosi. Io non vengo dalla politica ma dal mondo del lavoro dove ho legittimato le mia competenza. E questo fatto non può essere negato da nessuno». Giorgia Meloni ha detto che serve una transizione ecologica non ideologica. Lei è d'accordo? «Quando un anno fa Giorgia Meloni ha concretizzato la sua battaglia politica con la vittoria io ho deciso di fare il salto dall’impresa alla politica: è lei la fonte della mia ispirazione. Poi qualche giorno fa a Cop 28 è stata sempre lei a tracciare la linea politica nella quale mi riconosco totalmente, una transizione ecologica che non sia ideologica e che non sia penalizzante per i cittadini e il tessuto produttivo. Credo probabilmente che sia anche per questo che la Regione ha scelto una donna dell’impresa per presiedere un ente così complesso in un delicato passaggio storico». Si è sentita difesa dal centrodestra lombardo durante la tempesta? «Sul piano umano ho sentito vicini tutti. La mia è stata una nomina politica, non tecnica, e ringrazio il presidente Fontana e tutta la sua giunta per la serietà e fermezza con cui hanno gestito la questione, senza dimenticare ì consiglieri regionali». Certo che nel frattempo gliene hanno dette di tutti i colori. Alla faccia del rispetto delle donne e della lotta al sessismo. «Sessismo è un termine utilizzato e spesso abusato da chi ama strumentalizzare. Non ho mai guardato alle lotte di genere, ma semmai alle lotte di merito. Nel mondo politico sono stata difesa da uomini che lottano silenziosamente e concretamente contro la violenza sulle donne. Sono stata osteggiata strumentalmente, ma non mi sono sentita offesa come donna. Non ho risposto, ho preferito restare in silenzio perché presiedo un ente in cui c’è tanto da fare, formato da tecnici e professionisti d’eccellenza, e non ho voluto aggiungere rumore al chiasso. Poi, oggettivamente, il linguaggio che mi hanno riservato esprimeva un disprezzo alimentato da povertà di contenuti. Ecco non ci vedo sessismo, semmai molto bullismo».Torniamo alla questione centrale. Le hanno dato della negazionista. Lo è?«Io sono una realista climatica. E così che cerco di affrontare i problemi che sono delle persone e delle imprese senza farne una battaglia ideologica con fine elettorale. Qui abbiamo bisogno di muoverci uniti non divisi. La parola negazionismo rappresenta una pagina ben più triste e seria della storia, che dovrebbe essere usata in maniera più appropriata. Anche in questo caso, bisognerebbe non abusarne». Quel che è successo avrà un impatto sul suo lavoro? Eviterà di esprimere altre opinioni simili in futuro? Oppure continuerà a dire ciò che pensa?«In parte si, ma positivo! Nell’ente che presiedo ho trovato moltissima solidarietà e non solo, anche a livello sociale. E questo mi ha scaldato il cuore. Nessuno mi ha chiesto di non esprimere le mie opinioni o di non dire quello che penso, cosa che continuerò a fare, pur tuttavia ora non è il tempo delle parole, ma è il tempo del lavoro e delle sfide che ci aspettano in un momento così delicato sia per l’appuntamento prossimo delle Olimpiadi, sia per ciò che ci sta più a cuore, ovvero la difesa e la protezione dell’ambiente».
Jose Mourinho (Getty Images)