2019-04-08
Il parlamento riconosce il genocidio armeno. La Turchia scatena i canali diplomatici
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Tensione tra Roma e Istanbul sugli orrori del XX secolo. Discussione in aula alla Camera dei deputati su una mozione che impegna il nostro governo a riconoscere ufficialmente il genocidio armeno e «a darne risonanza internazionale». L'ambasciata turca convoca Marta Grande, presidente commissione esteri. Voci su una convocazione dell'ambasciatore italiano ad Ankara, ma la Farnesina smentisce. Neppure il tempo di discutere una mozione che riconosca il genocidio degli armeni nel parlamento italiano e la Turchia di Recep Tayyip Erdogan si fa subito sentire, con la convocazione da parte dell'ambasciata turca in Italia del presidente della commissione Affari Esteri Marta Grande. I turchi entrano subito in allerta quando gli altri stati iniziano a muoversi politicamente su questioni sensibili. Sempre nella giornata di oggi era circolata la voce di una convocazione dell'ambasciatore italiano ad Ankara Massiamo Gaiani da parte del governo turco, anche se fonti della Farnesina smentiscono. Accade così che una mozione al momento solo in discussione alla Camera scateni subito i canali diplomatici tra Roma e Ankara. A presentarla Paolo Formentini della Lega lo scorso 11 marzo, con le firme di parlamentari di tutte le forze politiche, c'è anche Lia Quartapelle del Partito democratico, insieme con diversi onorevoli leghisti, tra cui Giulio Centemero e il capogruppo Riccardo Molinari. In sintesi la mozione esorta l'esecutivo a dare ufficiale riconoscimento di genocidio ai massacri e le deportazioni di armeni sotto l'Impero ottomano tra il 1915 e il 1916, che l'attuale Turchia ridimensiona in termini di vittime, negandone la natura.Il testo discusso alla Camera inquadra gli elementi che secondo i promotori rendono necessario un riconoscimento ufficiale, partendo dal fatto che «il riconoscimento e la memoria delle persecuzioni e degli orrori occorsi nel XX secolo deve costituire un monito perenne, affinché il Parlamento sia per sempre baluardo della libertà umana e della dignità della persona secondo i principi e le disposizioni della Costituzione della Repubblica».E poi: «La Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio, ratificata dall'Italia con la legge 11 marzo 1952, n. 153, riconosce che il genocidio ha inflitto gravi perdite all'umanità in tutte le epoche storiche – prosegue il testo – la Sottocommissione per i diritti umani delle Nazioni Unite nel 1973 riconobbe che lo sterminio di oltre un milione e mezzo di armeni nell'impero Ottomano avvenuto negli anni 1915-1917 era da considerarsi il primo genocidio del XX secolo, ai sensi della predetta Convenzione».E ancora. La mozione evidenzia che «più di venti Paesi del mondo hanno riconosciuto ufficialmente il genocidio armeno; il Parlamento europeo con la «Risoluzione su una soluzione politica del problema armeno», adottata il 18 giugno 1987, riconobbe che i tragici eventi del 1915-1917 occorsi agli armeni nel territorio ottomano costituivano genocidio, e ritenne altresì che il rifiuto da parte del Governo turco di riconoscere il genocidio commesso dai «Giovani turchi» rappresentava un ostacolo all'adesione della Turchia alla Comunità europea; con la risoluzione del 12 marzo 2015 inerente alla «Relazione annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo nel 2013», in vista del 100° anniversario di detto genocidio, il Parlamento europeo chiese a tutti gli Stati membri di provvedere al suo riconoscimento». Inoltre, «con la risoluzione del 15 aprile 2015 sul centenario del genocidio armeno, il Parlamento europeo, considerando l'importanza di mantenere vivo il ricordo del passato, ritenendo fondamentali verità e memoria per la riconciliazione tra i popoli, invitava nuovamente la Turchia a riconoscere il genocidio armeno, «aprendo così la strada a un'autentica riconciliazione tra il popolo turco e il popolo armeno». Il Parlamento europeo invitava altresì Armenia e Turchia «a concentrarsi su un'agenda che metta in primo piano la cooperazione tra i popoli» ed «a procedere alla normalizzazione delle loro relazioni, ratificando e attuando senza condizioni preliminari i protocolli sull'istituzione di relazioni diplomatiche, aprendo la frontiera e migliorando attivamente le proprie relazioni, con particolare riferimento alla cooperazione transfrontaliera e all'integrazione economica». La mozione sarà votata tra martedì 8 e mercoledì 9 aprile.