2020-04-28
L’Italia inizia già a mendicare. Conte prepara la trappola per piegare i grillini sul Mes
L'esecutivo umilia il Paese correndo a chiedere spiccioli al fondo calamità di Bruxelles Il premier farà votare un pacchetto di aiuti europeo per «nascondere» il Salvastati.Scriviamo ormai da tempo che il Mes è l'unico strumento disponibile per le nostre necessità finanziarie, in alternativa alle aste dei titoli di Stato.Per avere un'idea della strada della sottomissione che abbiamo imboccato, ieri la Commissione ha comunicato che l'Italia è stato il primo Paese a fare richiesta di accesso a un fondo di solidarietà di 800 milioni per tutti i 27 Stati membri. Di pari passo con il Crii, lo strumento annunciato per «salvare le vite», che erogherà 7 miliardi alla Polonia, 5 all'Ungheria e 2 all'Italia. Infatti, la Bei è lenta ed eroga prestiti solo alle imprese, Sure è l'equivalente di un Mes ancora tutto da scrivere, e allora mendichiamo ovunque. Tale realtà è esposta, apertis verbis, sul Sole 24 Ore del 25 aprile, dove il Commissario Ue Paolo Gentiloni ha indicato che «il Mes, soprattutto, è lo strumento pronto».L'articolo proseguiva ammettendo che «se non dovessero rendersi disponibili prima le risorse del Fondo per la ripresa, l'Italia potrebbe vedersi costretta a ricorrere al Salvastati per cercare il sostegno alla raccolta di fondi sul mercato da avviare a velocità inedita per finanziare il fabbisogno indispensabile alla maxi manovra anti crisi in arrivo. Un passaggio che Conte vuole rinviare all'ultimo momento utile […] Un “congelamento" indispensabile anche per far digerire al M5s il boccone amaro e “diluirlo" in un pacchetto europeo sostanzioso che possa essere rivendicato come una vittoria dell'Italia e dei Paesi del Sud contro il fronte del Nord».Una clamorosa ammissione di due aspetti concatenati. La certezza che quei fondi servono all'Italia e che il governo Conte vorrebbe richiederli «a velocità inedita», ma non sa come dirlo al M5s. E allora tende a ritardare la richiesta, cercando di infiocchettarla nel solito pacchetto, nella speranza che il Recovery fund assuma sembianze più nette. Purtroppo per lui, domenica ci hanno pensato la Reuters e l'editorialista del Financial Times Wolfgang Munchau a confermare che anche in questo pacchetto c'è solo il Mes. La Commissione è al lavoro su un'ipotesi che prevede l'erogazione di prestiti e sussidi per complessivi 320 miliardi, raccolti emettendo obbligazioni sul mercato con garanzie a carico del bilancio Ue, raddoppiato per l'occasione. Una partita di raggiro per l'Italia, contribuente netto.Quindi non ci sarà tempo per diluire il Mes: dovremo assumerlo in purezza; e che di questo si tratti, lo conferma un documento (term sheet) che da qualche settimana circola in rete (sul sito Politico.eu), riassuntivo degli aspetti principali che regolerebbero il funzionamento del fondo, così come proposto dall'Eurogruppo del 24 marzo. Quando il successivo Consiglio del 26 marzo chiese la presentazione di nuove proposte, tutto lasciava pensare che il Mes fosse stato ammorbidito rispetto alla prima stesura. Invece, confrontando quel «term sheet» con le conclusioni dell'Eurogruppo del 9 aprile, poi condivise in pieno dal Consiglio del 23 aprile, rileviamo la riproposizione degli stessi termini.È vero che unica condizione per l'accesso è la destinazione a spese connesse a cura e prevenzione del Covid 19 ma, tra le condizioni da rispettare lungo la durata del prestito, campeggia tutto l'armamentario di sorveglianza di bilancio e macroeconomica disposta dal cosiddetto Semestre europeo, così come peraltro ribadito dal punto 16 del comunicato dell'Eurogruppo del 9 aprile. Fiscal compact e obiettivo di avanzo strutturale di bilancio allo 0,5%, inclusi. Ma c'è di più. Viene confermata la procedura di sorveglianza rafforzata a cui sarà sottoposto lo Stato membro e, come base giuridica di questo prestito, vengono richiamate due linee guida applicative del Mes che sono l'illustrazione dell'anticamera dell'inferno. Infatti, in quei documenti viene accuratamente descritto il monitoraggio a cui sarà sottoposto il debitore, incluse missioni in loco, e la procedura di allerta per deviazioni rispetto alle condizioni del quadro di sorveglianza macroeconomica. Il dominus di tutta questa fase è il direttore generale del Mes, quel Klaus Regling di cui in Grecia ricordano bene nome e cognome, che potrebbe proporre al Consiglio dei governatori (in cui per noi siede il ministro Roberto Gualtieri, ed è tutto dire) addirittura l'adozione di un programma di aggiustamento macroeconomico completo, seppure non inizialmente previsto. La trappola di cui vi scriviamo da tempo.
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