2020-05-18
L’Italia in ginocchio e Cirinnà festeggia quattro anni di unioni civili
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La senatrice del Partito democratico non è nuova a dichiarazioni o uscite infelici. Ricordiamo, ad esempio, il suo tristemente famoso cartello «Dio, patria e famiglia? Che vita di m****». E addirittura le sue successive dichiarazioni in cui dichiarò di non pentirsi per la frase evidentemente discriminatoria verso i credenti.La senatrice del Partito democratico non è nuova a dichiarazioni o uscite infelici. Ricordiamo, ad esempio, il suo tristemente famoso cartello «Dio, patria e famiglia? Che vita di m****». E addirittura le sue successive dichiarazioni in cui dichiarò di non pentirsi per la frase evidentemente discriminatoria verso i credenti.In questo periodo, però, è riuscita a superarsi, arrivando addirittura ad ignorare il drammatico periodo che tutta Italia sta vivendo a causa dell'emergenza per il nuovo coronavirus e le tragedie economiche che migliaia di cittadini stanno vivendo. Sono ancora impresse nella mente di tutti gli italiani, infatti, le immagini dei camion dell'Esercito Italiano che, a Bergamo, hanno trasportato decine e decine di bare. Così come è ancora vivida la paura dei drammatici numeri che ogni giorno siamo costretti a sentire dalla Protezione Civile e che soltanto adesso stanno lentamente migliorando.Le priorità attuali, dunque, sono oggettive per tutti. O meglio, dovrebbero esserlo. Il condizionale è d'obbligo perché mentre il Governo - non senza enormi lacune - e le opposizioni, così come i cittadini, stanno tentando di trovare risposte per la ripresa economica, sociale e sanitaria del nostro Paese, per Monica Cirinnà la priorità si chiama:unione civile.Ebbene sì. In particolare lo scorso 11 maggio - mentre tutta Italia continua a dibattere e a preoccuparsi per l'andamento della fase 2, tra speranze di ritorno alla normalità e paure di nuovi picchi epidemici - la senatrice dem ha pensato bene di farsi portavoce della gioia degli italiani per il quarto anniversario della legge che ha consentito nel nostro Paese le unioni civili. Non solo. Proprio nel periodo più buio - socialmente ed economicamente - delle famiglie italiane, lasciate sole e senza alcun aiuto economico dall'attuale maggioranza, la Cirinnà ha sottolineato la necessità di «fare dei passi avanti sul riconoscimento pieno dell'omogenitorialità», come se l'emergenza ora fosse quella di privare un bambino di uno dei due genitori!Un'altra priorità che sembra abbastanza strana, se pensiamo - come detto - alle famiglie senza adeguati aiuti economici, ma anche ai lavoratori in cassa integrazione e a quelli che ancora aspettano i soldi promessi, a negozianti e ristoratori che non riescono a riaprire e difficilmente eviteranno il fallimento, ai settori del turismo letteralmente devastato dallo tsunami Covid-19.Infine, la ciliegina sulla torta di mancanza di rispetto per milioni di italiani annientati dalla pandemia, tra morti, malati gravi e disperati senza lavoro: Monica Cirinnà definisce gli ultimi quattro come anni di felicità. Sì, è vero, bisogna infondere coraggio e speranza a tutto il Paese - oseremmo dire a tutto il mondo - in un momento come quello attuale. Bisognerebbe farlo però con tatto, senso della realtà e discrezione. Il solo motto #AndràTuttoBene serve e servirà a poco se non accompagnato da aiuti e azioni concrete verso la popolazione sofferente tanto per il coronavirus quanto per la crisi economica.Quindi, no. No, gli italiani non sono felici da quattro anni, e molto probabilmente avranno davanti quattro - se non più - anni di difficoltà. Non c'è niente di felice in un momento del genere, neanche a lockdown finito e con misure meno restrittive. Non c'è niente di felice nel riprendere a stento la normalità delle proprie vite sapendo che il recente passato ha portato migliaia di morti e una crisi economica devastante. Non c'è niente di felice mentre il mondo è letteralmente bloccato e milioni di persone non hanno nessuna certezza.L'ostinazione il fanatismo con cui Monica Cirinnà ha espresso le sue priorità sui social network - così tanto usati e importanti per l'informazione, soprattutto in questi mesi - lascia veramente increduli. Leggere su Twitter o Facebook determinate prese di posizione, e sbandierare al vento una felicità che viene addirittura estesa a tutto il popolo italiano, ci sembra semplicemente offensivo e poco rispettoso. Soprattutto se messo in atto da chi tanto si riempie la bocca contro le offese, le discriminazioni e le mancanza di rispetto verso le minoranze. Ma questa volta ad essere offesa è stata la maggioranza degli italiani, anzi, il 100%, poiché il dramma della pandemia colpisce e ha colpito tutti. Nessuno escluso.
(Ansa)
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Carlo Nordio, Matteo Piantedosi, Alfredo Mantovano (Ansa)