2020-08-24
Raffaele Fitto: «Il centrodestra può puntare al 6 a 0»
Il candidato di Fdi per la Puglia: «Emiliano ha ridotto la Regione a un supermarket di prebende. Sul virus, qui i numeri sono i peggiori di tutto il Centro Sud: Lopalco è troppo impegnato a fare campagna elettorale».Raffaele Fitto, di Fratelli d'Italia, guida la coalizione del centrodestra pugliese alle regionali del 20 e 21 settembre.Sabato avete chiuso le liste.«Cinque liste forti e competitive, con un mix equilibrato tra dirigenti politici, amministratori e società civile».Stiamo dando per scontato che si voti, ovviamente...«Capisco che siamo in una condizione di grande difficoltà, ma rinviare il voto sarebbe una follia».I sondaggi la danno in vantaggio su Michele Emiliano, il governatore uscente del Pd. È fiducioso?«Molto fiducioso. I sondaggi nazionali mi danno tutti avanti. Poi ce ne sono alcuni regionali curiosi, che dicono il contrario...».Perché «curiosi»?«Coincidenze particolari...».Si spieghi.«Vada a vedere chi li ordina e come le società che li hanno condotti abbiano già lavorato con la giunta».Emiliano ha chiesto agli elettori grillini di votare per lui. L'appello sarà raccolto?«Per cinque anni i grillini hanno combattuto Emiliano. Ci hanno abituato ai cambi di marcia, ma questo sarebbe troppo pure per loro».In effetti, l'inciucio giallorosso è naufragato.«Hanno provato a stringere un accordo disperato, imposto da Roma. Dove capivano che presentarsi con quattro candidati diversi, espressione della stessa maggioranza di governo, rende fin troppo bene l'idea di cosa sia veramente il Conte bis».Proprio Giuseppe Conte, pugliese, da lì aveva lanciato il progetto di alleanza Pd-M5s. Se lei vincesse, per il premier sarebbe una doppia umiliazione?«Conte ha provato a replicare il gioco di palazzo su cui si regge lui a Roma. Ha fallito. Ma il suo fallimento peggiore riguarda l'operato del governo sulla Puglia».A cosa si riferisce?«La Puglia è la regione dell'Ilva, del Tap, del mancato utilizzo dei fondi Ue, della xylella. E su questi disastri c'è un concentrato di responsabilità nazionali e locali».Come interverrebbe lei?«Agricoltura: la xylella è avanzata di 130 chilometri in cinque anni, con Emiliano che, insieme ai grillini, si affidava ai santoni anziché agli scienziati».I fondi europei che c'entrano?«La Puglia è ultima per utilizzo dei fondi per l'agricoltura. Ma ormai qui va attuato un piano di rigenerazione anche paesaggistica».Come?«Andando a Bruxelles a trovare una sintesi».E sull'Ilva?«Serve una riconversione, però bisogna smetterla con i balletti cui ci ha abituato il governo, nel quale ci sono almeno tre posizioni differenti sulla questione».Che ne dice di nazionalizzare?«La nazionalizzazione di cui si parla non ha alcuna prospettiva industriale. Dopo Alitalia e Autostrade, sarebbe il terzo grande disastro per cui pagherebbe Pantalone».Qual è l'intoppo da superare?«Il punto è capire qual è il vero interlocutore. Ce n'è uno privato, Mittal? Se c'è, bisogna portarlo a un tavolo e dettargli condizioni precise. Se no, lo si manda via. Il governo non fa né una cosa né l'altra».Rimanda e basta?«Pensi che ora vogliono rinviare tutto a dopo il 21 settembre. Ma c'è anche un altro problema qui».Quale?«Se chiedessi a un pugliese di indicarmi un'infrastruttura media realizzata negli ultimi 15 anni, non mi saprebbe rispondere».Lei è stato presidente della Puglia tra il 2000 e il 2005. Quali infrastrutture ha realizzato?«Gli aeroporti di Bari e di Brindisi e l'investimento Alenia di Grottaglie. Tre opere tangibili, di cui tutti i pugliesi hanno contezza».Dopo si è fermato tutto?«Nel 2015 la Puglia ha ricevuto 2 miliardi e 700 milioni per le infrastrutture. Sa quanti ne ha spesi, al 2020?». Quanti?«53 milioni. Rimettere in moto gli investimenti è fondamentale».Ci dica cosa farebbe entro i primi 100 giorni di governo.«La prima cosa da fare è rivoltare come un calzino l'organizzazione della Regione».Ovvero?«La Regione è diventata un pachiderma, pieno di agenzie inventate ad hoc e società che servono a distribuire prebende».E poi a cosa lavorerebbe?«Dal 2007, i pugliesi pagano oltre 300 milioni di euro l'anno di addizionali regionali. In totale, siamo a quasi 4 miliardi».Come sono stati spesi questi soldi dei contribuenti?«Mistero».Di quanto le ridurrebbe, le addizionali?«Le dico solo che nel 2005, quando ho lasciato la Regione, la Puglia non aveva alcuna addizionale».A proposito di Regione pachiderma. Sabato, al Meeting di Rimini, Sabino Cassese ha detto che, a 50 anni dalla loro nascita, su spesa e burocrazia le Regioni hanno fallito. Condivide?«Ahimè, sì, ma non generalizzando. Al Sud è vero. In Puglia queste due voci sono fuori controllo: chiunque si interfacci con la Regione, ne esce devastato».Troppa burocrazia?«C'è anche la piaga del clientelismo, figlia di una mentalità per cui la Regione non deve limitarsi a creare le condizioni per lo sviluppo, ma deve risolvere i problemi assumendo le persone, in base al criterio dell'appartenenza politica. Un vero bubbone cui ci troviamo di fronte in Puglia».Un bubbone?«La Regione è ridotta a un supermarket, specie in questo periodo di campagna elettorale. E i responsabili confidano nell'impunità».Nel periodo del Covid abbiamo visto governatori, come Luca Zaia, che puntano sulla responsabilizzazione dei cittadini; e altri, come Vincenzo De Luca, che minacciano chiusure e «lanciafiamme». Nello spettro che va da Zaia a De Luca, lei dove si collocherebbe?«Sicuramente guarderei a Zaia. A una sanità territoriale potenziata, integrata con un ottimo sistema ospedaliero, in grado di fronteggiare in modo egregio la pandemia».In Puglia com'è andata?«Hanno raccontato la favoletta della gestione positiva, ma i numeri dicono una cosa diversa».Cioè?«La Puglia va paragonata alle regioni del Centro Sud. Certo non alla Lombardia».E cosa emerge dal confronto?«Siamo la regione con il più alto tasso di mortalità, il minor numero di tamponi effettuati e l'intervallo medio di tempo per riceverne l'esito più lungo: 11 giorni. È la fotografia di un disastro».È un flop anche per il professor Pier Luigi Lopalco, capo della task force regionale sul virus e candidato con Emiliano?«Legga le sue dichiarazioni degli ultimi mesi: ha detto tutto e il contrario di tutto».Su questo, però, è in buona compagnia...«Durante il lockdown ha compiuto scelte discutibilissime. Non lo dico io, bensì altri esperti, i dati del ministero della Salute e della fondazione Gimbe».Soluzione?«Visto che il governo è stato tanto solerte nel commissariare la Puglia sulla doppia preferenza di genere - altro fallimento della giunta - ho chiesto che la commissari anche per la pandemia».Sì? «Rischiamo ricadute e siamo in mano a Lopalco ed Emiliano, due persone che combinano pasticci perché sono impegnate nella campagna elettorale».Lei ha candidato la virologa Danila De Vito. S'è parlato di derby con Lopalco. Gli scienziati non è meglio tenerli fuori dalla politica?«Con Lopalco c'è una differenza fondamentale».Quale sarebbe?«La De Vito non fa campagna elettorale dopo aver occupato le tv per quattro mesi. E lo fa camminando sulle sue gambe, non pagata dalla Regione».Manterrebbe la task force?«Io gestirò la situazione in modo completamente diverso».In che modo?«Ricollegandomi alle ottime professionalità degli atenei di Bari e di Foggia, che sono state ignorate per scegliere un consulente esterno, il quale ne ha approfittato per allestire un “one man show"».Sulle autonomie, Fdi ha una posizione diversa da quella della Lega. Giovanni Toti ha detto: «Sto diventando più federalista che autonomista». Il Sud può reggere una sfida simile?«Può mettere in piedi un sistema di governo efficace e responsabile, se esce dalle logiche clientelari. Calcoli che, mentre parliamo, in Puglia qualcuno sta distribuendo soldi e prebende».Di domenica mattina?«Può succedere persino di domenica mattina».Se è così, è pazzesco.«Perciò dico: servono risorse per colmare i gap storici, ma basta piagnistei e polemiche strumentali».Il voto in Puglia avrà un valore simbolico - lo riconosce pure il segretario del Pd regionale. Anche la Toscana è contendibile. Dalle regionali arriverà la spallata al governo? «Liberare la Puglia, come la Toscana, dalla sinistra, sarebbe già un grande risultato di per sé. Ma è ovvio che le urne possono confermare che c'è bisogno di cambiare aria anche a Roma, dove il governo è tenuto insieme soltanto da giochi di palazzo e dalla paura del voto».Appunto: Conte potrebbe restare in sella nonostante un 4 a 2 o un 5 a 1.«Se è per questo, il centrodestra ha le carte in regola per puntare al 6 a 0».Al 6 a 0?«In tutte le Regioni la sfida è apertissima, tanto più che i giallorossi esprimono quasi ovunque candidati l'uno contro l'altro armati».Voi, invece?«Abbiamo fatto un lavoro difficile, ma siamo seriamente e convintamente uniti».
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