2018-12-24
Massimo Garavaglia: «Mini flat tax, la nostra rivoluzione»
Il viceministro leghista dell'Economia: «Riguarda un milione di persone fino a 65.000 euro. Una vera bomba. È la più grande sperimentazione di abbattimento di pressione fiscale mai realizzato in Italia. Abbiamo premiato chi in questi anni è stato svantaggiato. Nella manovra molte misure fatte per chi produce».Sottosegretario Garavaglia, tutto bene? «Io sì, ma mi creda: ne sto leggendo di tutti i colori su questa manovra. La metà di quel che dicono - come le dimostrerò - sono balle».Però ne avete anche fatte di tutti colori. «Come sempre quando si scrive la legge di bilancio c'è un po' di tira e molla». Avete chiuso la votazione al Senato alle due di notte!«Tutto è stato rallentato dalla trattativa. I nostri oppositori devono scegliere: se ci accusano di essere nemici dell'Europa non possono anche rimproverarci di aver trattato con l'Europa!».Famiglia cristiana vi accusa di aver colpito i più deboli.«Dove? Veramente li aiutiamo, aumentando tutte le dotazioni sociali, istituendo il reddito di cittadinanza, favorendo i lavoratori in difficoltà con quota 100, favorendo le partite Iva - soprattutto quelle dei più giovani - con la flat tax. Misure che abbiamo dovuto difendere con le unghie e con i denti».Confindustria vi accusa di aver penalizzato gli imprenditori.«Altra critica falsa. Semmai abbiamo premiato le medie imprese, i piccoli imprenditori, gli artigiani, gli autonomi che in questi anni sono sempre stati svantaggiati, rispetto alle grandi industrie, riempite di incentivi e di sgravi». I giornali scrivono che avete stravolto la vostra stessa manovra.«Abbiamo mantenuto i nostri obiettivi, compresa la vera bomba atomica, di cui non parla nessuno».E perché? «Forse perché sono prevenuti. Oppure - è il mio sospetto - perché non ne hanno capito la portata».Quale sarebbe la bomba atomica?«La mini flat tax!».Quest'anno, però, varrà solo per le partite Iva.«E le pare poco? È la più grande sperimentazione di abbattimento di pressione fiscale mai realizzato in Italia».Riguarda poco più di 1 milione di italiani.«Sì, esatto, e abbiamo dovuto faticare per mantenere questi obiettivi. Ma se riesce, diventerà il modello obbligato da seguire per una estensione senza vincoli e massimali. È due volte rivoluzionaria, e le voglio spiegare perché». Massimo Garavaglia, sottosegretario, plenipotenziario della Lega per le questioni di Bilancio, racconta di aver passato una settimana insonne e «di essere crollato in letargo dopo la chiusura del maxiemendamento». Era l'uomo che per conto di Matteo Salvini controllava i numeri di tutte le misure. È una persona discreta, ma anche uno dei leghisti con la più alta anzianità di militanza. Quando legge i resoconti dei giornali, si arrabbia: «Io di apicultura non sono esperto, e quindi non potrei parlare. Ma di bilanci sì, è una vita che li leggo, e quindi mi rendo conto che molti addetti ai lavori, anche dotati di una discreta cultura economica, fanno finta di non capire le cose che noi abbiamo fatto e gli effetti che avranno».Sta lanciando una sfida che deve dimostrare di poter vincere. «C'è un'altra perla, secondo me, che spiega bene la differenza fra noi e chi ha governato prima».Quale?«Un vincolo di cassa sulla spesa dell'avanzo dei Comuni, che impediva di investire soldi».Ma quello imposto dall'Europa nel 2011, non era stato rimosso?«Quello sì, ma questo era rimasto, non mi spiego per quale motivo, siamo molto bravi talvolta a farci male da soli».E cosa avete fatto?«Lo abbiamo cancellato, con un tratto di penna. Il costo è zero, ma anche qui, si tratta di centinaia di milioni di euro che sono già nella disponibilità dei Comuni ma che non si potevano toccare. Ora serviranno per fare scuole, centri di pubblica utilità, Piccoli grandi cantieri che muovono una economia diffusa sul territorio». Sarà una mossa ingegnosa, ma non basta una trovata, per rimettere in moto l'economia. «In questa manovra ci sono delle cose che abbiamo curato con grande attenzione, e che mi piacciono molto...».Mi dica lei sue preferite.«Il raddoppio della deduzione sui capannoni industriali, una misura ritagliata su chi produce». E poi? «Il taglio dell'Inail, pensato per le imprese che danno lavoro: riduciamo del 30% il costo dell'assicurazione sui dipendenti». Torniamo alla flat tax.«Riguarda un milione di persone fino a 65.000 euro. E in più qualche centinaio di migliaia di persone fino a 100.000 euro».Non ha i numeri esatti?«Ovviamente, ma dobbiamo immaginare che, se oggi in quella fascia ci sono 900.000 persone, quasi automaticamente ce ne sono altre, che emergeranno di default con il beneficio».Lei sa che i commercialisti sono sul piede di guerra e dicono che produrrà un calo di gettito.«Sono gli unici da non sentire su questo tema, perché perderanno dei clienti facili a bassa redditività».Ed è giusto?«Direi di sì, perché le persone che sono in questo regime, risparmieranno 3-4.000 euro l'anno».Spieghiamo ancora una volta come funziona.«È questo il bello, non c'è nulla da spiegare. Paghi il 15% ed è morta lì». E gli altri? «Da 65.000 a 100.000 paghi il 20 e punto. Non c'è la famigerata fattura elettronica per quelli fino a 65.000 e non c'è alcun altro adempimento». Stabilisca una soglia di successo con cui giudicare gli effetti della misura. «Ogni anno 250.000 giovani italiani fuggono. Se la metà resterà a lavorare qui invece di fare i pizzettari a Londra stappo champagne». Altra critica: molti resteranno sotto questa soglia per non cambiare il regime. «Ma no. Se dopo ha la necessità di salire di fatturato paga solo la quota aggiuntiva. Ma crescere è bello, e il mio sogno è che i nuovi gettiti consentano di espandere subito l'area di flat tax».Altra critica: funzionerà così bene che nasceranno delle finte partite Iva, in realtà dipendenti. «E secondo lei uno lascia una busta paga per passare alla mini flat tax? Mettiamo che sia vero, sarebbe indice di un enorme appeal. Non possono criticarci dicendo sia che non funzionerà o che funzionerà molto bene. Ma in ogni caso non siamo ingenui». E cioè? «È previsto che tu debba avere molte committenze e non una sola». E se ne hai una sola? «Allora sì che sei un dipendente mascherato da partita Iva e non puoi accedere al regime». E che effetto avrà? «Non ti serve più il commercialista, e lo abbiamo detto. Ci sarà una forte emersione di nero e avrai altre agevolazioni».Tipo? «La cedolare secca sugli affitti dei locali commerciali. È pensata in sinergia con la flat tax: se emergi dal nero ti conviene anche emergere con la tua attività. È l'uovo di Colombo, ed è anche una rivoluzione». Non faccia lei il primo della classe, ora. «Per carità. Ne abbiamo discusso con Confartigianato». Scoprendo cosa?«Sul tema emersione: noi abbiamo già delle realtà del Paese dove la disoccupazione giovanile è sospetta. Tradotto in italiano si lavora in nero. Adesso non è più conveniente». Ancora l'ordine dei commercialisti: non hanno interesse ad emergere quindi non lo faranno. «È un errore pensarlo. Produrre reddito in chiaro permette di accedere all'economia reale: mutui, finanziamenti, rate, case, macchine, e anche semplice status. Vogliono già emergere, ma non possono perché non conviene». E lei pensa che ora converrà di più?«Puoi mettere su famiglia. Puoi mettere su casa, puoi comprarla». Non ha paura di essere troppo ottimista?«Sembra che siamo matti ma un po' di testa ce la mettiamo. La cedolare secca, per esempio: avrà lo stesso effetto di quella sugli immobili. Costa il primo anno, poi produce gettito. È già accaduto». Ma allora perché non aumentare l'area? «L'obiettivo infatti è di estenderla al più presto».Adesso però non mi dica che è una bella manovra. «È il meglio possibile dato il contesto. Mettiamo mezzo miliardo in più nel sociale, di cui 100 milioni per i disabili che prima non c'erano». E i tagli? «Quali? Il lato investimenti è stato potenziato». Ad esempio? «Quattro miliardi in più sull'edilizia sanitaria. C'è un ottimo fondo per tutti i Comuni entro marzo solo per i lavori spicci: 400 milioni. Voleranno». E le emergenze?«525 milioni per le regioni colpite. E poi abbiamo eliminato il contenzioso con le regioni, con una semplice circolare l'abbiamo sbloccato». Però avete accettato il blocco del turn over fino a novembre 2019. «Il ritardo delle assunzioni dà un po' fastidio. Ma purtroppo con il ritardo dei concorsi si arrivava comunque a quella data: un danno poco più che simbolico». Non mi dirà che non contano nemmeno le clausole di salvaguardia. «Sono alte: ma ormai tutti sanno che te le trascini da anni». Avreste ottenuto di più senza trattare?«Altra balla. Se chiedevo il 2% ti davano l'1.6%! L'ultima manovra di Gentiloni è stata una non manovra. Al netto di tutto ha mosso in più poco più di mezzo miliardo». Vi rimproverano quota 100. «Non è assistenza! È necessarissima: nella pubblica amministrazione solo il 7% ha meno di 35 anni! L'età media è 53 anni. Di che si parla?». Garavaglia lei venderebbe il ghiaccio agli eschimesi, ma sa che l'economia reale fa brutti scherzi. «Noi saremo qui anche fra un anno. Stiamo lavorando per noi stessi, per far crescere il Pil e sboccare il Paese. Perché solo così potremo continuare a investire».
Jose Mourinho (Getty Images)