2021-06-28
«Il ddl Zan è da soviet. Non passerà»
L'attivista pro famiglia Mario Adinolfi: «Sull'omofobia il Papa ha dato ragione a me. La Chiesa accoglie tutti, compresi i gay, ma il catechismo arcobaleno anche no. Bravo Mario Draghi a scaricarla sul Parlamento: per me la legge è già morta».«Alle prossime elezioni politiche guiderò una nuova crociata contro gli infedeli: una nuova Resistenza. Come si diceva nel 1948, ricorderò a tutti che nell'urna Dio ti vede, Stalin invece no. Il ddl Zan voleva mandarci tutti in galera: in realtà ci manderà al governo».Mario Adinolfi, leader del Popolo della famiglia, lei è più papista del Papa. «È esattamente quello che mi dicevano in tv quando parlavo del ddl Zan. Oggi la Chiesa mi dà ragione, ho vinto io. L'ho appena detto in diretta sulla tv pubblica olandese». Alla tv olandese? «Gli ho detto in faccia che noi, discendenti degli antichi romani, abbiamo inventato il diritto per tutelare i più deboli. E non moriremo col diritto dei barbari olandesi, che dicono sì all'eutanasia pediatrica, al suicidio assistito, al matrimonio omosessuale». Roba da incidente diplomatico. E tra l'Unione europea e Viktor Orbán, con la sua legge anti-Lgbt, da che parte si schiera? «Sarei onorato, una volta al governo, di tradurre parola per parola la nuova legge del governo ungherese e trasferirla nel nostro ordinamento».Addirittura?«Orbán dice: a 18 anni ognuno scelga il suo stile di vita. Prima della maggiore età l'educazione su questioni sessuali dipende dalla famiglia. Non dall'industria della pornografia, non dai lavaggi del cervello dell'associazionismo Lgbt. Sacrosanto». Immagino metta nel calderone anche il ddl Zan. «Era l'Unione sovietica a prevedere che i figli appartenessero allo Stato. E il ddl Zan è effettivamente una norma sovietica. Fa parte di una filiera ideologica che passa da Bibbiano, fino alle manifestazioni che organizzava D'Alema negli anni Novanta a favore dei khmer rossi». Oggi si grida all'ingerenza vaticana, ma ieri si applaudiva a Bergoglio che apriva ai gay. «Vogliono la Chiesa fai-da-te. Il potere alza il volume al Papa quando parla di migranti, ma vorrebbe zittirlo oggi. Il vero Francesco è quello di questi giorni. Oggi gira questa favoletta secondo cui il Pontefice non sapeva nulla della nota diplomatica del Vaticano. Balle». E quando il Papa disse: «Chi sono io per giudicare un gay»? «Era una frase ovvia, perché la Chiesa accoglie chiunque. Accoglie persino me che sono un peccatore divorziato e risposato. Se vuole, un omosessuale ha il diritto di seguire messa con me, a patto però che riconosca il proprio peccato. Ma non può pretendere di riscrivere le regole a suo piacimento. Solo in Italia ci tocca sentire Vladimir Luxuria che vuole spiegare il cristianesimo al Papa. Siamo matti?».Mi spieghi perché il ddl Zan è sovietico. «Perché lo Stato entra nelle scuole, quelle pagate da tutti e quelle esplicitamente cattoliche, per celebrare il nuovo “sabato fascista", che loro chiamano “giornata dell'omotransfobia"». Lo Stato non è forse laico? «Certo che lo Stato è laico, ma non è ateo. E quindi nessuno può imporre la sua visione a nessuno. Io l'educazione dei miei figli non me la faccio imporre per legge dal signor Alessandro Zan».Draghi ha detto: «Sul ddl Zan il Parlamento è libero». Atteggiamento ponziopilatesco?Al contrario, è stato perfetto, gesuitico. Ha detto che “questo è il tempo del Parlamento". Draghi, che è uomo di numeri e dei diritti civili se ne frega, in buona sostanza dice ai partiti: o risolvete da soli questa patata bollente, oppure arriverà il “tempo del governo"».E quale sarebbe il tempo del governo?«Se la politica non trova un accordo, decretando l'ennesimo fallimento, Draghi prenderà in mano la situazione anche su questo argomento. E lo farà con una legge controfirmata dal ministro Cartabia, di estrazione ciellina, e promulgata da un capo dello Stato che magari si ricorderà finalmente della sua formazione cattolica». Come finirà?«Guardi, per me il ddl Zan è già morto. Nel senso che questa versione non passerà mai. Vogliamo sederci a un tavolo e riscriverlo? Facciamolo». In realtà il segretario del Pd Enrico Letta insiste con la versione originaria. Stupito? «Più che stupito, addolorato. Sentire Letta che propone il sacerdozio femminile… non me lo so spiegare davvero».Anche perché siete cresciuti insieme, o no? «Sono stato compagno di parrocchietta di Letta: io, Enrico, Renzi, Franceschini. Eravamo i giovani democristiani di fine anni Ottanta. Grazie a quell'impronta cattolica il Pd crebbe fino al 35%. Oggi sono falsi cattolici. Hanno venduto la loro storia: e infatti il Pd è collassato». E Renzi?«Ho fatto il tragico errore di lanciarlo in politica, e me ne pento. Di recente ha detto che lui non giura sul Vangelo ma sulla Costituzione: ha tradito sia l'uno che l'altra». Se la Chiesa vuole intromettersi, non dovrebbe rinunciare ai finanziamenti statali?«Chi pensa questo doveva svegliarsi prima del '48. I padri costituenti sapevano chiaramente che la presenza della Chiesa nel nostro Paese non è un accidente della storia. L'ha capito bene Palmiro Togliatti, che chiese di introdurre in Costituzione i Patti lateranensi firmati da Mussolini. L'unico che non lo capisce è quel poveraccio di Fedez, con i suoi video pericolosi».Pericolosi? «“Il Concordato non l'ho concordato" è una bella frase da rapper. Eversiva, ignorante e stupida. Il guaio è che una frase del genere viene trasmessa istantaneamente a milioni di ragazzi under 25 che ci credono. Non voglio censurare nessuno, ma posso dire che tutto questo è pericoloso?».La cantante Elodie ha ringraziato la madre per non averla battezzata. «Allora mi deve spiegare perché si è tatuata un crocifisso enorme sulla spalla destra. Credetemi, quella di attaccare la Chiesa è la nuova moda. La cosa che non posso accettare è leggere che “fa figo" essere gender fluid».Come sarebbe?«Ho una bambina di 11 anni, che dunque sta per diventare una signorina. Se avesse una crisi sul suo rapporto con la sessualità, come accade a tutti per mille motivi, a quali condizionamenti sarebbe sottoposta?».Già, a quali?«Sarebbe condizionata da gente come Fedez, Damiano dei Maneskin, Achille Lauro, l'intero circo mediatico, festival di Sanremo compreso: tutta gente che si rivolge ai ragazzi per dire che è trendy il gender fluid. Questi sono comportamenti criminali. Il risultato è che all'ospedale di Careggi a Firenze bloccano la pubertà a 87 bambini iniettandogli un farmaco».Perché le grandi multinazionali sembrano abbracciare il pensiero gender? «Perché è una vasta operazione di mercato. Un giacimento di petrolio da cui estrarre miliardi. Solo la Barbie gender fluid che trovate nei negozi di giocattoli è una campagna miliardaria. Poi se la prendono con me perché faccio giocare i bambini con i soldatini...».Ce l'hanno con lei anche perché se ne uscì con la storia della donna che dev'essere sottomessa all'uomo. «E ne sono ancora convinto. Perché la famiglia si tenga in piedi, è necessaria una donna che sia pietra fondante. Lo dicono le Scritture». Sì, ma sottomessa?«Nella mitezza femminile c'è un valore necessario almeno quanto la virilità maschile. E voler trasformare le donne in virago e i maschi in mammi è una follia. Ci vogliono far credere che maschi e femmine sono identici? Non è vero. Possiamo inventarci qualsiasi trucco: maschi e femmine sono e resteranno diversi». E le pari opportunità?«Quelle restano garantite. Il Popolo della famiglia ha candidato nella corsa a sindaco di Roma una mamma cattolica con due figlie, una delle 20 donne italiane primo ufficiale di volo. Faremo l'ago della bilancia, nella corsa al Campidoglio». Atroce dilemma: inginocchiarsi oppure no sul campo da calcio? «Non si entra in campo con l'inginocchiatoio. Ci si inginocchia solo davanti a Dio e alla propria donna per chiederla in sposa. Se proprio devo inginocchiarmi, lo faccio davanti alle mamme lavoratrici, o alle donne che trovano il coraggio di mettere al mondo un figlio». Ci vuole coraggio?«Mia madre lavorava all'ambasciata australiana: ha lasciato tutto per curare i figli e oggi è rimasta con niente. Un papà con tre bambini oggi paga le stesse tasse di un single. Vi pare normale? Vi pare giustizia sociale, questa?». Quindi chi sono oggi i discriminati?«Sono i giovani che non possono mettere su famiglia per via di una cultura antifamilista ormai imperante. Sono stufo di vedere la famiglia all'ultimo posto nella lista delle priorità della politica. E invece, se ci pensiamo bene, è l'unica cosa che conta. Se crediamo davvero nella rinascita del Paese, dobbiamo ribaltare la visuale, e ripartire da lì».
Ecco #DimmiLaVerità del 10 novembre 2025. Il deputato di Sud chiama Nord Francesco Gallo ci parla del progetto del Ponte sullo Stretto e di elezioni regionali.