2020-09-14
Francesco Alberoni: «Fascismo? Mi fa più paura Grillo»
Francesco Alberoni (Ansa)
Il sociologo: «Il Duce è un cimelio, così come il comunismo. Sono preoccupato per quello che si nasconde dietro al leader del Movimento: un'angoscia che distrugge e non costruisce. Odio? No, ma vedo crescere la collera».Francesco Alberoni, 90 anni, sociologo: lei conosce Chiara Ferragni? «Non è quella ragazza che era seguita da migliaia di persone per i vestiti che indossava? Non saprei dire molto altro…».Sì, un'imprenditrice e fashion blogger, nonché moglie del rapper Fedez. «Mi pare abbia fatto un sacco di soldi, è un po' la Coco Chanel dei nostri tempi, no?».Ha scritto che la morte di Willy Monteiro a Colleferro è sintomo una cultura fascista. Lei che dice? «Ma no. Il fascismo non c'entra niente. È un cimelio, come il comunismo».Quindi? «La Ferragni può dire ciò che vuole, ma non capisco come si possa vedere un fenomeno di matrice fascista in un sistema dominato completamente dalla sinistra». Come sarebbe dalla sinistra? «Penso ai no global, che non erano certo fascisti, fino al grande movimento del “Vaffa", anarchico, anti-élite, anti-cultura, quello che ha generato gli ultimi due governi della Repubblica…».Che cosa ci vuole dire?«Tutte le rivolte serie avvenute negli ultimi anni in Italia sono ascrivibili alla sinistra». Quindi la cultura fascista non le fa paura?«Mi fa più paura ciò che si nasconde dietro Grillo: quell'angoscia che punta a distruggere, più che a costruire». In realtà adesso i 5 stelle governano. «Ogni movimento è un'onda. La gente che li ha votati ha scoperto che le poltrone sono comode anche per loro. E così l'onda si spegne». E Matteo Salvini?«Il sovranismo di Salvini si basa sul riordino di un sistema disordinato, che è quello che regola l'immigrazione. E poi sul principio di autonomia, che per certi versi è il contrario del fascismo». Eppure, persino il segretario del Pd Nicola Zingaretti si è accodato alla Ferragni: «Dura ma corretta». «Senta, dire che oggi l'Italia è piena di fascisti è una dichiarazione di parte». Di parte politica, intende?«Sì, la parola “fascista" si è ridotta a insulto, che viene attribuito all'avversario a seconda della convenienza. La sinistra questo insulto, come sinonimo di “turpe", lo ha sempre adoperato, spesso a sproposito». E il rischio razzismo?«Anche quello fa parte della lotta politica. Negli Stati Uniti se non segui l'ideologia del politicamente corretto vieni espulso dalla società. E noi stiamo imparando da loro». Ma che cosa si nasconde dietro un ragazzo innocente picchiato a morte? Insomma, che cosa c'è alla base dell'odio: nichilismo?«Più che odio, vedo una collera crescente. Non c'è da meravigliarsi che nasca qualche gruppo violento». E da dove scaturisce la collera?«Da speranze tradite. Il mondo è in subbuglio, scosso da profonde tensioni sociali. Il duello americano, tra il nazionalismo esasperato di Trump e il socialismo umanitario di Biden, rispecchia questo scontro». Quindi il virus ha solo complicato le cose? «In qualche modo il Covid, con i suoi sconvolgimenti, ha colpito un corpo già ferito da un'altra malattia».Quale? «La scomparsa del futuro. È scomparso ciò che avremmo voluto essere e diventare».Ce lo spieghi. «Per almeno un secolo gli uomini hanno sognato un nuovo mondo. Un futuro per cui valeva la pena di spendersi, di lottare, di studiare e di perfezionare ogni cosa. I positivisti erano tutti inconsapevolmente dei messianici. E lo erano anche tutti i seguaci delle ideologie totalitarie del ventesimo secolo». Non è finita bene. «Dopo le guerre e la caduta del Muro di Berlino, vi fu un altro momento di straordinaria speranza di eguaglianza e libertà, con l'esplosione del commercio internazionale».Altra speranza tradita?«Il mondialismo doveva farci tutti ricchi: e invece…».Invece?«Ci siamo accorti che il mercato globale sterminato ha consentito la formazione di immensi poteri». Immensi?«Politici, economici, e anche comunicazionali: penso ai giganti della Rete, che hanno imposto i loro monopoli sovranazionali dissodando per primi il territorio vergine del Web». Da qui nasce la frustrazione? «La gente non capisce questi processi, e cerca un modo di sfogare la ribellione. Oggi siamo alle prese con lavori incerti e figli che non ci ubbidiscono più». Quali sono le speranze tradite degli italiani? «In Italia il grande tradimento è stato l'euro. Raccontato come la grande panacea, si è tradotto nel raddoppio dei prezzi al supermarket. Ci hanno giocato uno scherzo da preti». Dunque, il pericolo non è ideologico, ma economico?«La crisi politico-economica europea, quella sì che mi spaventa. L'intero sistema italiano rischia di restare schiacciato nello scontro tra giganti: Usa, Cina, Russia e i vari potentati finanziari invisibili». E l'Europa? «È destinata a essere guidata dalla Germania, in quanto unica forza in grado, forse, di tener testa agli altri. Che ci piaccia o no». Quindi, come si elabora la sfiducia?«Prima con la tristezza, il senso di vuoto. Quello che si cerca di colmare con la distrazione, il divertimento, le vacanze». E poi? «E poi con l'aggressività. Anche se l'Italia comunque non è in prima fila: del resto abbiamo una popolazione anziana, e gli anziani non fanno a botte».E i giovani?«Pochi. E la maggioranza crede che l'unico gesto di ribellione sia la movida».Sul virus si iscrive al partito dei terrorizzati o degli ottimisti? «Sul virus sono ottimista, le terapie ci sono già, presto arriveranno i vaccini, e sul tema della paura mi sembra ci siano grandi esagerazioni. Riusciamo a intristirci anche sulle piccole cose. Insomma, non siamo alle prese con la peste nera, che decimò due terzi della popolazione mondiale».Non la preoccupa la riapertura delle scuole? «Sulla scuola dobbiamo stare attenti per altri motivi. Gli insegnanti hanno una responsabilità fortissima, perché ormai i bambini non crescono più con i genitori, che non hanno più tempo. Crescono in classe». Siamo bersaglio di un grande esperimento di massa per cambiare radicalmente le nostre abitudini? «I paranoici ci sono sempre stati. Però cambiamenti ce ne saranno, eccome». .Sociali?«La famiglia sta andando in briciole, come la coppia. Ci sarà un sacco di gente sola, che cercherà nel sesso la soddisfazione emotiva, senza trovarla».Colpa anche del tele-lavoro? «Il lavoro è già cambiato, sempre più a distanza, sempre più davanti al pc. Le città fatte di uffici e grattacieli sono finite, mentre aumenterà l'importanza di una rete di trasporti efficiente. Aumenterà ovviamente anche la vita domestica, e la concorrenza in casa».In casa?«Le case saranno più curate, i rapporti no. Uomini e donne entreranno in concorrenza sulla carriera. Le vecchie famiglie con padri madri e fratelli spariranno». Allora questa ondata di collera, come la chiama lei, dove condurrà?«Gli italiani le rivoluzioni non le fanno. Al massimo qualche sommossa. Se supera gli argini, in Italia l'aggressività trova sempre qualcuno pronto a incanalarla. Perché qui da noi regna da sempre il compromesso e il trasformismo: e questo governo lo dimostra». Una forma d'astuzia?«Che poi è la nostra salvezza. Gli italiani si reinventano sempre, si aggiustano tra le pieghe del disastro, grazie a piccole intuizioni. Non conquistiamo il mondo con i macchinoni, ma con la Vespa e la Lambretta. Magari non lo sappiamo, ma sono convinto che, da qualche parte nel Paese, la ricostruzione è già in atto».