2019-03-25
«Dobbiamo difendere la borghesia»
Il governatore lombardo Attilio Fontana: «L'autonomia un'opportunità per il Sud, i contrari sono gente modesta. Il patrocinio al Congresso delle famiglie? Non me l'hanno chiesto. Le europee? I sovranisti libereranno l'Ue dai burocrati».Presidente, esattamente un anno fa, il 26 marzo 2018, si insediava alla Regione Lombardia. Bilancio?«Positivo. Ho messo insieme la squadra, persone capaci, ci troviamo per risolvere i problemi fondamentali. Condividiamo molto. Mangiamo sempre insieme. Oddio, mangiamo un po' troppo formaggio…».Rigorosamente delle valli bergamasche, presumo.«Bravo». Diceva dei problemi che affrontate. Ci fa un elenco semplificato?«Treni, sanità, riforma degli enti del Sistema regionale... Cose belle consistenti». Ecco, proprio domani il Pirellone vota il suo piano di razionalizzazione. Nascerà l'Agenzia regionale per l'innovazione e per gli acquisti, Aria spa. Fonde tre società, con relativo taglio di poltrone e risparmio di 2 miliardi in tre anni. «Un passo fondamentale. Non possiamo più permetterci nessun tipo di spreco».Sta rivoluzionando anche la sanità, per la quale la Lombardia era considerata un modello. «È ancora un modello e da quello non ci si deve distanziare. Ma si deve intervenire sulle criticità che comunque esistono. Per esempio le liste d'attesa. Il servizio non è riuscito ad autoregolarsi ed è la Regione che interviene dando disposizioni. È il pubblico a dover fare la regia delle scelte».Sta trovando molte resistenze? «Meno di quante pensassi».Tecniche o politiche? «Tecniche».Qui arriva un silenzio discreto, di quelli che invitano a non chiedere oltre. Il governatore della Lombardia Attilio Fontana, 67 anni il 28 marzo, politico di lungo corso (nella Lega dal 1994) e avvocato, appare spontaneo ma attento. D'altro canto su che tipo sia girano varie definizioni.Adesso gliele dico e le commenta, va bene? «Dica».Leghista democristiano.«Un ossimoro, non trova?».Il sindaco dei lombardi. «Mi ci riconosco. Se uno non fa il sindaco non sa cosa sia stare con la gente, ascoltarla e risolvere i suoi problemi. Io l'ho fatto a Varese, e prima a Induno Olona». Dove suo padre era medico.«L'inizio della mia carriera politica è dovuto al fatto che ero conosciuto come figlio del dutùr».Altra definizione: il borghese leghista. «È giusto. Difendo strenuamente la classe sociale a cui appartengo e che vogliono distruggere e umiliare. Le sarà tolto quel valore culturale anche rivoluzionario che ha sempre avuto. È una vergogna». La fine della classe media... «Sì. Rimarrà soltanto una percentuale infinitesimale di piccola classe dirigente. Il resto sarà un minestrone indistinto». Di chi è la colpa? «Della mondializzazione. È un fenomeno che nessuno può fermare, chiaramente, ma è incontrollata e senza regole. È come l'immigrazione: le persone si devono poter spostare, ma solo se gestite e controllate. Non possiamo lasciare che si stravolga la nostra società». Proprio sull'immigrazione un anno fa scoppiò un putiferio quando disse: «Dobbiamo decidere se la nostra etnia, la nostra razza bianca, la nostra società devono continuare a esistere o devono essere cancellate». Poi chiese scusa. Oggi ripeterebbe la frase o ripeterebbe le scuse? «Non ripeterei la frase così non dovrei scusarmi. Ma alla fine il concetto è “prima gli italiani", l'ho solo espresso male. Tutelare il nostro popolo, la nostra cultura, la nostra realtà, la nostra storia...».Nella sua scheda sul sito della Regione ha scritto: «Vedo la Lombardia come coordinatrice delle questioni nazionali». Ce la spiega? «È orgoglio. Sarebbe bello che la Lombardia infettasse, contaminasse l'Italia con i suoi valori. Certamente non il contrario. Qui c'è capacità, voglia di collaborare, di reagire. C'è efficienza, dedizione al lavoro, capacità creativa. Un humus unico che sarebbe bello distribuire al Paese». Scelga una contaminazione. «Il costo della spesa pubblica. Abbiamo i servizi migliori di questo Paese, la spesa pubblica a un lombardo costa 2.400 euro pro capite, nel resto d'Italia in media 3.700 euro. Con la differenza ci si fanno due finanziarie, forse tre». La sua maggioranza è con Forza Italia e Fratelli d'Italia. Il M5s all'opposizione. Esporterebbe il modello politico a livello nazionale? «Io non guardo l'appartenenza politica ma la volontà di fare le cose. Sull'autonomia per esempio il M5s è stato a favore. È l'aria che si respira in Lombardia. Siamo uniti da valori superiori».Se dalle europee del 26 maggio uscisse un'Ue sovranista cosa cambierebbe per la Lombardia?«Molto. L'Europa può far bene a condizione che smetta di essere un'entità burocratica a favore di qualche Paese e inizi a prendere decisioni in base al territorio reale». Sarà anche election day per migliaia di comuni. In Lombardia 995 su 1.507. Si aspetta sorprese? «I consensi della Lega non possono che aumentare. La buona amministrazione sul territorio le è sempre stata riconosciuta e adesso è anche supportata da una buona politica a livello nazionale». Parlando di comuni: quali sono i suoi rapporti con Beppe Sala?«Da parte mia buoni, è lui che si è innervosito per un paio di cose che ha male interpretato».Quali?«Il biglietto unico integrato, che non potevamo proprio completare nei tempi che voleva il sindaco». E i sauditi nella Scala…«Forse si sono dette troppe cose al vento. Ma un conto è il sostegno economico, un altro il posto nel consiglio di amministrazione. Per accettare dovremmo essere alla disperazione, e non lo siamo. Fino a quel momento certi valori ed eccellenze teniamocele per noi».Altri stranieri: che ne pensa della visita di Xi Jinping? «I bilanci vanno fatti dopo qualche anno, ma non possiamo escludere un partner così importante». Non teme che facendo comprare alla Cina il nostro debito, i nostri porti, le nostre aziende ovviamente anche lombarde, diventeremo una testa di ponte della Cina? «Non si devono vendere i nostri porti, i nostri debiti, la nostra libertà. Si deve consentire alle aziende italiane di vendere là e viceversa. Ma i porti li dobbiamo tenere noi. Il debito ce lo dobbiamo smazzare noi».I Giochi olimpici invernali di Milano-Cortina 2026 aiuterebbero un po' a far cassa: l'analisi costi benefici è andata benissimo e il 24 giugno si deciderà se si fanno qui o a Stoccolma. Si aspetta il tifo di tutta Italia?«Mi auguro di sì. L'analisi costi benefici - termine che aborro - ha detto che guardando anche solo a piccoli elementi fiscali il saldo è vantaggioso. I grandi eventi fanno bene a tutto il Paese». Cioè il «no» dato da Roma alle Olimpiadi... «Poco utile. Non ci si può impedire di fare investimenti per timore di furti. Quelli sono fisiologici. La prova è che i mariuoli stanno anche in casa di chi grida all'onestà». Autonomia: Matteo Salvini l'ha definita «il cambiamento più importante ed epocale non per la Lombardia ma per tutta Italia». «È così. È un tentativo di efficientare il Paese. Un'occasione anche per il Sud, che ha grandissime potenzialità castrate negli anni». Più di qualcuno è contro. «Gente modesta, che ha paura di perdere il suo piccolo spazio. Io li capisco eh, ognuno difende la pappa sua. Ma il Paese non può seguire la velocità dei modesti, bensì quella di chi è capace di produrre. I modesti li tagliamo fuori. Eh vabbè, gli daremo un vitalizio a questi qui, purché si facciano da parte».I tempi per l'autonomia non sono chiari... «Non mi interessa il mese in più o in meno, ma la volontà. Solo, non accetterei che ci stessero prendendo in giro sapendo che non arriveremo a nulla. Quello mi farebbe leggermente incazzare». Scrivono che aumenterebbe la pressione fiscale per tutti gli italiani. Che i bilanci di Lombardia e Veneto diventerebbero più pesanti di circa il 50 per cento. «Non è vero. Sono solo slogan, anche se ottimi dal punto di vista della comunicazione. Prenderei nel mio staff i cialtroni che li hanno confezionati». Dunque? «L'autonomia è il trasferimento di alcune competenze dallo Stato alle Regioni, insieme al denaro che per esse spende. Se riusciamo a spendere meno, sono cavoli nostri: le risorse risparmiate rimangono alla Regione che le utilizza per fare del bene alle persone e all'economia. Se poi parliamo di costi standard, prescindono dall'autonomia perché erano già previsti». Parliamo di Congresso delle famiglie. È la destra degli sfigati, come dice Di Maio?«Rispondo con la famosa frase “Non sono d'accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu possa dirlo"».Ha il patrocinio del Friuli Venezia Giulia di Fedriga: perché il suo no?« Non me l'hanno chiesto».L'ultima domanda gliela faccio su Michele Santoro… «Santoro? Sulla mia pagina di Wikipedia legge che da avvocato ci ho avuto a che fare». L'ha fatto condannare per diffamazione perché aveva accostato il suo collega della Lega, Andrea Mascetti, a movimenti xenofobi. L'altro giorno Santoro ha detto che Salvini è il ministro della guerra civile, che è un pericolo per la nostra democrazia, che è da arrestare. «Purtroppo per adesso non posso fare l'avvocato perché da governatore la legge non me lo consente. Ma appena ho finito (ride, ndr) sono pronto a costituirmi parte civile».
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