2024-06-16
L’insostenibile pesantezza della gip verso il governatore
Giovanni Toti (Getty images)
Il caso dell’ex direttore di «Studio aperto» alza il velo sull’abuso della carcerazione preventiva nel nostro Paese. Con toghe che si appigliano a ipotesi fantasiose.Giovanni Toti resta agli arresti domiciliari. Potrebbe, secondo la gip Paola Faggioni, produrre un inquinamento probatorio e reiterare il reato di falso e corruzione. La verità, terra terra, è un’altra: o ti dimetti da presidente o resti agli arresti. Ma c’è anche un’altra verità che non sembra neanche sfiorare le menti illuminate di quel tribunale che hanno rigettato l’istanza, presentata dal legale di Toti stesso per revocare la misura della custodia cautelare. Toti ha il diritto civile e politico di non dimettersi. Vogliamo considerarlo questo diritto o ce lo vogliamo mettere sotto i piedi aspettando che lo faccia per (forse) allora revocare gli arresti?A me e a nessuno deve interessare quello che stabilirà un processo su quanto ha fatto, non fatto, omesso o agito Giovanni Toti. Quello si vedrà a suo tempo. Intanto fino ad allora, è innocente perché lo dice la Costituzione. No, a me interessa quello che sta succedendo ora. A un cittadino italiano con una carica politica, è stata privata la libertà personale, quella che la legge è lì per tutelare, con motivazioni che sono fuori da ogni tipo di ragionevolezza, salvo che questo procedimento non sia di tipo inquisitorio invece che indiziario: salvo, cioè, che le convinzioni dell’accusa non rappresentino già - di fatto - la verità processuale. E quindi Toti è colpevole. E quindi Toti rimane agli arresti domiciliari.Inquinamento probatorio? Ma de che? Dopo oltre due anni di intercettazioni, utilizzo di telecamere, pedinamenti, controllo con endoscopia bancaria dei suoi conti, dei movimenti dei suoi quattrini cosa dovrebbe e soprattutto potrebbe inquinare? Le fogne di Genova gettando sostanze tossiche attraverso il suo wc nella rete fognaria genovese, appunto? Cosa resta da ispezionare, indagare, scrutare, esaminare, spiare di Giovanni Toti? Pensano forse che Toti pensi di cancellare le tracce del denaro che alla luce del sole sono transitate dal conto di alcune società a quello della sua regolare fondazione? Si vuole usare il cervello libero da pregiudizi infondati e illegittimi o no?Reiterazione del reato. Allora, prima avrebbe potuto compiere il reato di corruzione perché eravamo in vista delle elezioni europee, ora perché siamo in vista delle elezioni regionali del 2025, cui non sarà candidato perché ha svolto due mandati come presidente. Ma perché non consideriamo anche le politiche che dovrebbero celebrarsi fra tre anni? Quanto deve durare questa custodia cautelare? Fino a esaurimento scorte elettorali?C’è qualcuno in Italia che possa pensare che una volta revocati gli arresti domiciliari Toti non continuerà a essere sottoposto a questa specie di Tac perpetua a opera della polizia giudiziaria su prescrizione del medesimo tribunale? Forse qualcuno pensa che una volta a piede libero sarà lasciato imperturbato e libero da ogni controllo? Ma cosa volete che reiteri? Se lo pensate toglietelo dai domiciliari e affidatelo ad una équipe di psichiatri bravi che lo prendano in cura, subitissimo.Riepilogando. Toti resta ai domiciliari perché esercita un diritto - quello politico di non dimettersi se non dopo un terzo grado di giudizio che lo giudichi colpevole - il tribunale lo tiene agli arresti finché Toti eserciterà quel diritto sostenendo che potrebbe inquinare le prove o reiterare il reato. Capite l’enormità che sta dietro a questa decisione? Cioè, due ipotesi immaginarie, cervellotiche, astratte, presunte, supposte. Ecco l’aggettivo giusto: supposte. Sì, ma fanta-giuridiche, le Uniplus cautelari.La custodia cautelare è un istituto giuridico-penale delicatissimo che va usato, questo sì, con estrema attenzione e cura, perché ne va della libertà delle persone. Un giurista liberale dell’Ottocento, Francesco Carrara, metteva in guardia dall’uso «immorale» della custodia cautelare e rivendicava la sua utilizzazione nei soli casi di stretta necessità e l’assoluto divieto di servirsene per sollecitare la confessione dell’imputato. «Fine della pena» scrive ancora il Carrara «non è l’emenda, ma la fine della pericolosità sociale». Vale anche per la carcerazione preventiva. Il suo fine non è la confessione di qualcosa che non ha fatto fino a prova del contrario (o le dimissioni in questo caso), ma che Toti, una volta liberato, non possa rifare quello che si presume - e non si dimostra - che possa avere fatto nel passato. E tutto questo è una presunzione di colpevolezza ancor prima di aver presupposto che ci sia un processo. Perché questo è il punto dove siamo oggi.
La riunione tra Papa Leone XIV e i membri del Consiglio Ordinario della Segreteria generale del Sinodo dei Vescovi dello scorso giugno (Ansa)
Auto dei Carabinieri fuori dalla villetta della famiglia Poggi di Garlasco (Ansa)