2020-02-13
L’inchiesta
Alitalia mette sotto tiro pure il commissario di Air Italy
Indagati per la mala gestione della compagnia anche l'ad di Unicredit, il vicepresidente di Intesa, la numero due di Confindustria e l'ex commissario Enrico Laghi. Oltre a conti truccati e false fatture, i pm contestano le cene di gala di Montezemolo e dei vertici di Ethiad.Sulla liquidazione «c'è forte irritazione». Micheal O'Leary annuncia un'offerta già per oggi.Lo speciale contiene due articoliPer almeno due anni, è come se Alitalia avesse volato senza pilota. Le perdite ammontavano a due milioni di euro al giorno e mancava finanche il piano industriale «essendosi già dimostrato irrealizzabile (quello) predisposto da Ethiad». Tra il 2015 e il 2016, la compagnia di bandiera ha funzionato come bancomat per la società emiratina, socia al 49%, e ha dissipato una fortuna. Anche per la cattiva gestione di chi avrebbe dovuto controllare e guidare l'azienda, a cominciare dai top manager. Così si è chiusa l'indagine durata quasi due anni della procura di Civitavecchia. Sono tutti finiti sotto inchiesta con l'accusa principale di bancarotta fraudolenta: gli amministratori delegati Silvano Cassano e Marc Cramer Bell; il vicepresidente di Alitalia Sai e presidente e ad di Etihad Airways, Reginald James Hogan; il direttore finanziario Duncan Naysmith; i consiglieri d'amministrazione Luca Cordero di Montezemolo, Roberto Colaninno e Giovanni Bisignani. L'elenco dei 21 indagati, a cui ieri sono stati notificati gli avvisi di chiusura delle indagini, comprende, inoltre, l'attuale liquidatore di Air Italy, Enrico Laghi, già consulente e commissario straordinario di Alitalia Sai; l'ad di Unicredit, Jean Pierre Mustier (difeso dall'avvocato Giuseppe Iannaccone); la vicepresidente di Confindustria, Antonella Mansi; e l'ex consigliere di Intesa (e commissario Astaldi) Corrado Gatti, il vicepresidente di Intesa San Paolo Paolo Colombo. Tra plusvalenze costruite a tavolino, false fatture e cosmesi contabili, gli inquirenti - grazie alla collaborazione di consulenti come Gaetano Intrieri, Stefano Martinazzo, Ignazio Arcuri e la società Axerta - hanno ricostruito le mosse che hanno portato al «dissesto della società anche aggravandolo», come scrivono nel provvedimento, per la mancata dichiarazione dello stato di insolvenza poi pronunciato solo l'11 maggio 2017 dal tribunale. Per far quadrare i conti della società ed evitare il default, gli amministratori avrebbero manipolato le perizie (costate in totale 50.000 euro) di due società di consulenza per «svendere» ad appena 21 milioni di euro due slot (diritti di atterraggi) Roma-Londra che ne valevano almeno 60 (o addirittura 70), al fine di iscrivere a bilancio come plusvalenza la differenza di 39 milioni. Avrebbero inoltre portato all'attivo un'altra fittizia plusvalenza di 44 milioni e utilizzato una falsa fattura da 25 milioni per «pompare» il patrimonio netto al di sopra della soglia di allarme.Altro fronte d'indagine è quello degli accordi interni tra Alitalia ed Etihad, con quest'ultima che avrebbe beneficiato di alcuni contratti particolarmente vantaggiosi, per un totale di quasi 100 milioni di euro, in relazione ad alcune tratte regionali affidate a costi più alti a una società controllata dall'azienda araba invece che a un vecchio (e più conveniente) concessionario italiano.Tra i protagonisti dell'inchiesta della procura di Civitavecchia, come detto, c'è soprattutto Enrico Laghi, fresco di nomina come liquidatore di Air Italy, altra compagnia aera in crisi economica. Nel 2015 proprio Laghi, in qualità di amministratore delegato della Midco, società che aveva la maggioranza di Alitalia Sai (51%), avrebbe registrato una falsa plusvalenza da 136 milioni di euro per migliorare i dati delle condizioni economiche della nostra compagnia di bandiera. In questo modo, secondo i magistrati, sarebbe stato falsato il piano industriale 2015-2018, con perdite pari a 198 milioni di euro invece di 335 milioni. E soprattutto, con questa operazione avrebbe ingannato creditori, soci, finanziatori e potenziali finanziatori. Tutto ruota intorno all'operazione Alitalia Loyalty, quella che gestisce il programma Millemiglia che Laghi avallò («Non irragionevole», disse) cedendola a Etihad per circa 13 milioni e 300.000 euro. Un valore che stando alle indagini si è rivelato «falso e frutto di un irragionevole e arbitrario uso della discrezionalità valutativa», scrivono i magistrati. Peccato, infatti, che il valore fosse di almeno 150 milioni di euro, come si poteva evincere dal bilancio Alitalia Cai del 2013. Laghi risulta inoltre indagato anche per falso in atto pubblico, perché, si legge nelle 26 pagine di chiusura delle indagini, «nell'autodichiarazione resa in accettazione dell'incarico di Commissario straordinario di Alitalia Sai al Mise dichiarava falsamente di non aver prestato attività di collaborazione professionale nei confronti della società Alitalia Sai nei due anni antecedenti alla dichiarazione dello stato d'insolvenza, nonostante avesse, nel settembre 2015, emesso parere su incarico della citata società».Nelle contestazioni dei pm di Civitavecchia trovano spazio infine pure le spese pazze già raccontate nei mesi scorsi dal nostro giornale. A risponderne, nello specifico, sono Cassano, Montezemolo, Cramer Ball e Naysmith: circa 600.000 euro per catering, cene di gala e lussuosi eventi aziendali «bruciati» mentre Alitalia era già in picchiata.Alessandro Da Rold e Simone Di Meo<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/linchiesta-alitalia-si-allarga-ai-top-manager-2645128740.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="la-grana-air-italy-spiazza-il-governo-e-spalanca-la-pista-alle-mire-ryanair" data-post-id="2645128740" data-published-at="1758062127" data-use-pagination="False"> La grana Air Italy spiazza il governo E spalanca la pista alle mire Ryanair Una «forte irritazione». Sono le parole usate dal governo di fronte ai commissari di Air Italy per descrivere il mancato coinvolgimento delle istituzioni nella decisione dei soci Alisarda (con il 51%) e Qatar Airways (con il 49%) di mettere in liquidazione in bonis la compagnia area. Lo si legge nella nota diffusa ieri dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti e da quello dello Sviluppo economico al termine dell'incontro al Mit convocato dal ministro Paola De Micheli. «Ai rappresentanti dell'azienda», viene spiegato, «è stata avanzata la richiesta di esplorare percorsi alternativi alla liquidazione» e per la prossima settimana è stato fissato un nuovo incontro con i liquidatori della ex Meridiana, i sindacati e i rappresentanti delle due Regioni coinvolte, Sardegna e Lombardia. Al Mise non se l'aspettavano, dice il ministro Stefano Patuanelli, aggiungendo che ora va trovata una soluzione «per garantire il trasporto aereo su parte del territorio, mi riferisco in particolare alla Sardegna». Difficile, però, che la «forte irritazione» risollevi in volo una compagnia aerea dal destino ormai segnato dopo la decisione degli azionisti di mollare e di nominare i due liquidatori (uno, Enrico Laghi, ex liquidatore anche di Alitalia e per questo indagato proprio ieri dalla Procura di Civitavecchia). A meno che non plani sulla pista l'«avvoltoio» irlandese Micheal O'Leary vestito da cavaliere bianco che con la sua Ryanair sarebbe pronto a farsi avanti per rilevare la società. Se si tratta di un avance concreta lo si capirà forse oggi a Milano, dove il vettore low cost ha organizzato un incontro stampa per un aggiornamento. Nel frattempo, non resta che analizzare la «scatola nera» del flop di Air Italy costretta a dire addio alla storica base di Olbia e a quella di Milano Malpensa con una perdita stimata di 230 milioni nel 2019, pari al 70% del fatturato. Qatar Airways sarebbe stata pronta a mettere mano al portafoglio per assicurare un ulteriore sviluppo della società, mentre Alisarda (che fa capo all'Aga Khan) ha deciso di non voler più partecipare a ulteriori aumenti di capitale. Se, però, solo Qatar Airways avesse partecipato alla ricapitalizzazione, sarebbe stato superato il massimo consentito dalla legge europea alle compagnie extra comunitarie. Impossibile, quindi, evitare lo stallo di Air Italy «battezzata» con la nuova livrea all'inizio del 2018 ma in cui Qatar Airways aveva già investito 39 milioni (aprile 2017-marzo 2018) e l'anno dopo altri 51,3 milioni circa con un piano industriale molto ambizioso. Ad aprire la porta al Qatar era stato, per altro, Matteo Renzi che ai tempi in cui era capo del governo fece da sensale all'intervento del Qatar come partner del rilancio della Meridiana (ex Alisarda). Un sodalizio non limitato solo agli aerei, quello tra l'ex premier in versione lobbista e il giovane emiro Tamim bin Hamad al-Thani, che venne poco digerito dagli emiri concorrenti, quelli di Abu Dhabi che avevano immesso fior di quattrini in Unicredit e anche in Alitalia, con Etihad. Poi la situazione si è complicata con il faro acceso dalla Commissione Ue sul bando per assegnare le rotte con gli oneri di servizio che ha aperto il contenzioso tra Air Italy e Alitalia sui collegamenti tra Italia continentale e Sardegna. E ad alimentare le turbolenze è infine stato l'acquisto di tre Boeing 737 Max 8 che venivano utilizzati per le tratte a corto e medio raggio e sono stati messi a terra dopo il blocco imposto in seguito all'incidente del volo ET302 in Etiopia.