2024-12-28
Lieto fine per il dossier Piaggio Aero. Arrivano i turchi ingolositi dai droni
Via libera del ministro Urso alla cessione a Baykar a seguito di sei anni di amministrazione straordinaria Il gruppo, guidato dal genero di Erdogan, si impegna a garantire produzione, continuità e occupazione.Dopo un’odissea di sei anni, il destino di Piaggio Aerospace ha trovato una conclusione positiva: la storica azienda ligure, che costruisce aerei e motori aeronautici, è stata ceduta al gruppo Baykar, leader turco nel settore dei veicoli senza pilota e delle tecnologie aerospaziali. Per capire il peso del compratore basterà ricordare che sono suoi i droni che in questi anni sono stati utilizzati dalle forze armate ucraine per contrastare la superiorità nei cieli dell’aviazione russa. Il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, ieri ha autorizzato i commissari straordinari di Piaggio Aero Industries e Piaggio Aviation, le due società in amministrazione straordinaria, a concludere l’operazione, dando il via libera al futuro della storica realtà industriale.Baykar, che nel 2023 ha fatturato circa 2 miliardi di dollari, di cui il 90% all’export, è noto per il suo successo nella produzione di droni da combattimento, in particolare il Bayraktar TB2, un prodotto di punta che ha accumulato oltre un milione di ore di volo e ha ottenuto molti successi al battesimo del fuoco in Ucraina. L’azienda, guidata da Selcuk Bayraktar, genero del presidente turco Erdogan, ha sviluppato anche il nuovo jet da combattimento senza pilota Kizilelma, destinato a entrare in produzione nei prossimi anni. Baykar si è impegnata non solo a rilanciare le attività di Piaggio Aerospace, ma anche a mantenere e potenziare la produzione di aerei e la manutenzione motori, assicurando così la continuità industriale e il posto di lavoro agli 800 dipendenti.La cessione a Baykar arriva al termine di un periodo difficile per Piaggio Aerospace, che dal dicembre 2018 si trovava sotto amministrazione straordinaria, dopo il ritiro di Mubadala, espressione del fondo sovrano di Abu Dhabi. Nel corso degli anni, Piaggio ha mantenuto la sua operatività grazie alla gestione dei commissari straordinari Carmelo Cosentino (che essendo ex amministratore delegato di Aermacchi e presidente di SuperJet ha guidato il risanamento industriale dell’azienda ligure), Vincenzo Nicastro e Gianpaolo Rossetti, che sono riusciti a costruire un significativo portafoglio ordini, senza ricorrere a cassa integrazione o finanziamenti pubblici. Il rilancio dell’azienda è stato garantito dalla capacità di autofinanziamento e dall’innovazione. A cominciare dall’ultima versione del P.180, l’executive (da sei a nove passeggeri) che rappresenta il prodotto di punta dell’azienda.Soddisfazione è stata espressa da Urso, che ha sottolineato come la cessione a Baykar rappresenti un’opportunità per dare un futuro a Piaggio Aerospace, considerato un «asset strategico» per l’Italia. Urso ha evidenziato l’importanza di preservare sia le competenze industriali del gruppo, sia i posti di lavoro, rassicurando sulla continuità delle attività e sulla prospettiva produttiva a lungo termine. Tuttavia, i sindacati restano in attesa di vedere il piano industriale dettagliato da parte di Baykar, chiedendo garanzie per il futuro e per la valorizzazione dei siti di Genova, Savona e Villanova d’Albenga.La conclusione della lunga crisi industriale di Piaggio Aerospace segna una nuova fase per l’azienda, che, grazie all’ingresso di un partner internazionale di rilievo, punta a tornare a essere un attore di spicco nel settore aerospaziale. Baykar, con la sua esperienza nel campo dei droni e delle tecnologie di difesa, sembra aver individuato nella storica azienda italiana un alleato perfetto per espandere le proprie capacità produttive e tecnologiche, con una visione ambiziosa di sviluppo e innovazione.Il futuro di Piaggio Aerospace è ora nelle mani di Baykar, che si propone di rilanciare l’azienda. Con la cessione di Piaggio, l’Italia si prepara a entrare in una nuova era della difesa e della tecnologia aerospaziale, dove l’integrazione con realtà internazionali come Baykar potrebbe rappresentare una spinta decisiva per il rilancio del settore.L’operazione, oltre al suo valore economico, infatti, ha un forte contenuto geostrategico che, per il momento, viene tenuto ancora in ombra ma, in futuro potrebbe rivelarsi il vero affare per i turchi. Piaggio, infatti, dispone del progetto per un drone di ultima generazione che la crisi finanziaria del gruppo ha impedito di sviluppare. Proprio l’esistenza di questo programma ha rappresentato una discriminante di primo livello nella scelta dell’acquirente. I candidati, oltre all’affidabilità economica dovevano anche garantire il controllo dal punto di vista geopolitico. Da questo punto di vista la scelta di Baykar rappresenta la conclusione migliore: la Turchia fa parte della Nato e la famiglia che la possiede è imparentata con Erdogan che, nonostante le spericolate acrobazie, si guarda bene dal superare i confini segnati dall’alleanza atlantica.