2023-11-25
Liberati 13 ostaggi israeliani e 39 palestinesi
Rilasciati da Hamas anche 10 thailandesi e un filippino. Benjamin Netanyahu accusa Pedro Sánchez e il belga Alexander De Croo: «Sostengono i terroristi». L’egiziano Al-Sisi apre: «Pronti all’ipotesi di uno stato palestinese smilitarizzato, con forze Nato, di fianco a quello ebraico».Ha preso il via ieri mattina la tregua temporanea a Gaza. Se regge, il cessate il fuoco dovrebbe durare complessivamente quattro giorni. Nel frattempo, sempre ieri, è iniziato lo scambio di prigionieri tra Israele e Hamas. L’accordo generale prevede che in totale Hamas liberi 50 dei circa 240 ostaggi attualmente nelle sue mani. Lo Stato ebraico, dal canto suo, si è impegnato a liberare 150 prigionieri palestinesi. Ebbene, nel pomeriggio di ieri, è stata attuata la prima fase dell’intesa. Hamas ha innanzitutto rilasciato 13 ostaggi israeliani, che sono stati trasportati dalla Croce rossa in Egitto, per poi essere trasferiti in Israele. «Ci impegniamo a far tornare tutti i nostri rapiti», ha detto Benjamin Netanyahu dopo la liberazione, «Questo è uno degli obiettivi della guerra e ci impegniamo a conseguirli tutti». Sul fronte opposto, il ministero degli Esteri del Qatar ha confermato, poche ore dopo, il rilascio di 39 palestinesi da parte dello Stato ebraico. L’Egitto ha inoltre annunciato di aver mediato un’intesa separata, per il rilascio di alcuni tailandesi rapiti durante il brutale attacco del 7 ottobre: un rilascio che è stato confermato dal primo ministro tailandese, Srettha Thavisin. Ieri sera, il Qatar ha comunque precisato che, mentre il gruppo israeliano era di 13 componenti, l’altro era costituito da dieci thailandesi e da un filippino. Come che sia, se la Casa Bianca ha fatto sapere di aver monitorato lo scambio di prigionieri in tempo reale, la Cnn ha riportato che, nei gruppi liberati ieri, non avrebbero dovuto esserci cittadini americani. Per parte sua, Israele ha comunque voluto sottolineare la provvisorietà della tregua in corso. «La guerra non è ancora finita», ha detto il portavoce militare israeliano Avichay Adraee. «La pausa umanitaria è temporanea. Il nord della Striscia di Gaza è una pericolosa zona di guerra ed è vietato spostarsi verso nord. Per la vostra sicurezza, dovete rimanere nella zona umanitaria del sud», ha proseguito, rivolgendosi alla popolazione palestinese. «È possibile spostarsi dal nord della Striscia al sud solo tramite Salah al-Din Road. Lo spostamento dei residenti dal sud della Striscia verso il nord non è consentito ed è pericoloso», ha aggiunto, mentre vari sfollati stavano cercando di tornare nelle loro abitazioni nella parte settentrionale della Striscia. «Non ci fermeremo finché non avremo raggiunto i nostri obiettivi: la distruzione di Hamas e il ritorno a casa degli ostaggi da Gaza in Israele», ha ribadito il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant. Vale la pena di sottolineare che, nei giorni scorsi, l’accordo sugli ostaggi ha creato delle spaccature in seno al governo guidato da Netanyahu, con la sua ala destra che ha criticato l’intesa, tacciandola di arrendevolezza verso i terroristi. Dal canto suo, il leader dell’ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, ha dichiarato ieri che la sua organizzazione rispetterà i termini della tregua e dell’accordo sui prigionieri solo se lo farà anche Israele. Nel frattempo, sempre ieri, camion carichi di carburante hanno cominciato a entrare nella Striscia di Gaza dall’Egitto. Secondo l’agenzia di stampa turca Anadolu, starebbero arrivando nell’area anche aiuti umanitari e materiale medico. «L’Egitto non consentirà lo sfollamento forzato», ha frattanto dichiarato il presidente egiziano, Abdel Fattah al-Sisi, incontrando i premier di Spagna e Belgio, Pedro Sánchez e Alexander De Croo. «In Egitto abbiamo accolto nove milioni di persone, ma ciò è avvenuto in circostanze diverse rispetto alla Striscia di Gaza», ha continuato. «Non permetteremo né accetteremo lo spostamento forzato o la liquidazione della causa palestinese», ha sottolineato al Sisi. «Dobbiamo agire diversamente: far riconoscere lo Stato palestinese da parte della comunità internazionale e dalle Nazioni Unite. Al momento si tratta di contenere l’escalation e fornire assistenza. L’Egitto ha fornito quasi il 70-75% degli aiuti nonostante le sue condizioni economiche, ma la comunità internazionale deve fornire aiuti sufficienti per 2,3 milioni di persone», ha proseguito il presidente egiziano, che ha inoltre aperto alla possibilità di uno Stato palestinese demilitarizzato. «Deve esserci uno Stato palestinese secondo i confini del 4 giugno (1967) con Gerusalemme Est come capitale, fianco a fianco con Israele», ha detto, per poi proseguire: «Siamo pronti affinché questo Stato venga smilitarizzato e vi siano garanzie sulla presenza di forze, siano esse della Nato, delle Nazioni Unite, o delle forze arabe o americane, in modo da poter consentire la sicurezza per entrambi gli Stati: il nascente Stato palestinese e lo Stato israeliano». Guarda caso, Hamas ieri ha escluso lo scenario di una «partecipazione di forze internazionali o arabe nell’amministrazione di Gaza».L’accordo alla base della tregua e dello scambio di prigionieri è stato mediato da Doha, che intrattiene storicamente opachi rapporti con Hamas. Ebbene, proprio il Qatar, insieme alla Turchia, è uno dei Paesi su cui gli Usa stanno facendo pressione per favorire l’estromissione di Hamas da Gaza e instaurare in loco un governo guidato dall’Anp. Sempre ieri sono infine scoppiate delle tensioni diplomatiche, con il ministro degli Esteri israeliano, Eli Cohen, che ha convocato per un «rimprovero» gli ambasciatori di Spagna e Belgio, dopo che Sanchez e De Croo erano apparsi critici su come lo Stato ebraico sta gestendo le operazioni militari a Gaza dal punto di vista umanitario. «Israele agisce secondo il diritto internazionale e combatte un’organizzazione terroristica omicida peggiore dell’Isis», ha twittato Cohen.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.