2022-09-04
Letta è alla canna del gas: in piazza contro sé stesso
Il segretario lancia la mobilitazione pre voto. Primo appuntamento: gazebo per combattere il caro bollette. Come se la sinistra non fosse al governo. E come se non avesse aumentato lei la nostra dipendenza da Mosca. Daniele Franco: 2023 impossibile senza metano russo. Loro invece possono resistere.Dal 2012 d oggi, il Pd ha governato nove anni su dieci. Infatti, se si esclude il periodo del primo esecutivo guidato da Giuseppe Conte, con grillini e leghisti a spartirsi i ministeri, per il resto il Partito democratico è stato sempre in maggioranza, occupando di volta in volta alcuni dicasteri chiave e spesso quelli dell’Economia e dello Sviluppo economico. Tuttavia, con notevole sprezzo del ridicolo, Enrico Letta ieri ha mobilitato mille piazze italiane contro il caro bollette. Di solito, i cortei e le adunate cittadine servono a sollecitare l’intervento urgente del governo su una materia di interesse pubblico. E infatti le suddette manifestazioni sono di regola appannaggio dell’opposizione, che le usa per fare pressione su chi, essendo a Palazzo Chigi, è in grado di dare una risposta. Ma in questo caso, il Pd è al governo, prova ne sia che i suoi uomini ricoprono alcuni tra i più importanti incarichi, sia come ministri che come sottosegretari. Dunque, non si capisce contro chi scenda in piazza e a che cosa serva, se non a fare una passeggiata, darsi appuntamento in mille località italiane «contro il caro bollette». Non credo che alcuna forza politica presente in Parlamento sia favorevole all’aumento dei prezzi di luce e gas, ma vedo che tutte reclamano a gran voce una frenata dei rincari. La differenza sta fra chi ricopre un incarico che gli consenta di decidere, o quanto meno di esercitare la propria influenza in quanto esponente della maggioranza, e chi, essendo fuori dal perimetro di governo, non può fare altro che sollecitare delle misure che fermino il salasso. Ecco, il Pd appartiene alla prima categoria, perché non solo presidia alcuni dei dicasteri più importanti, ma essendosi intestato l’agenda Draghi, è il partito che più ha la possibilità di condizionare l’azione dell’esecutivo. Dunque perché, invece di telefonare al presidente del Consiglio per indurlo a varare interventi rapidi contro il caro bollette, decide di scendere in piazza? La risposta è semplice: evidentemente Enrico Letta, che con la vicenda delle candidature ha dimostrato di essere un lupo travestito da agnello (infatti ha sbranato quasi tutti i concorrenti, non mettendoli in lista o inserendoli in una posizione che li condanna alla sconfitta), pensa che gli italiani siano scemi e dunque, per pura propaganda, ha messo in scena la protesta in mille piazze d’Italia, sperando di far credere agli elettori che solo il Partito democratico sia contro gli aumenti e in grado di fermare i rincari. In un Paese normale, se la stampa facesse il proprio mestiere invece di leccare i potenti, la prima reazione di fronte alle piazze di Letta sarebbe una semplice domanda: ma se davvero siete contro le bollette record, perché non fate nulla visto che siete al governo? La seconda domanda verrebbe di conseguenza: ma se non vi va bene la dipendenza dal gas russo, perché nei nove anni in cui siete stati al governo non avete fatto nulla per cambiare le cose?Basterebbero queste due domande a smontare una propaganda cialtrona, che mira a nascondere ogni volta le proprie responsabilità, facendo credere che altri abbiano contribuito a creare la situazione drammatica in cui ci troviamo. I lettori della Verità lo sanno, perché su queste pagine ne abbiamo già scritto, ma se c’è un partito che dovrebbe andare a nascondersi per gli errori commessi in campo energetico, questo è il Pd. Nonostante la grande stampa faccia a gara a reggere la coda alla sinistra, sono stati i governi con presidenti del Consiglio e ministri del Partito democratico ad avere raddoppiato le forniture di gas russo e ad aver tagliato le gambe a qualsiasi alternativa. Basta andare sul sito di Youtrend per vedere il grafico sulle importazioni da Mosca: nel 2010 erano la metà di quelle del 2020 e la crescita si è avuta quando a Palazzo Chigi c’era Enrico Letta. Del resto, per capire che la dipendenza da Putin è frutto dei governi di sinistra, basta soffermarsi sulla sequenza fotografica che Verità&Affari, il quotidiano economico diretto da Franco Bechis, ha pubblicato qualche giorno fa, con Letta e Prodi a baciare la pantofola dello zar del Cremlino. Ma oltre ad avere incrementato le importazioni di gas russo, i governi della sinistra hanno fatto anche altri danni, facendo scappare investitori che volevano costruire rigassificatori a Brindisi e Trieste, scelte per cui si devono ringraziare nell’ordine Michele Emiliano (Pd), Debora Serracchiani (Pd) e Carlo Calenda (ex Pd). Per il mancato gasdotto che avrebbe collegato l’Algeria alla Sardegna e quindi alla Toscana, le congratulazioni invece vanno inviate a Enrico Rossi (Pd) e Matteo Renzi, il primo governatore della Toscana e il secondo premier in quel periodo. Insomma, bloccando le centrali nucleari per non dare un dispiacere ad alleati come i Verdi, e i rigassificatori per non disturbare i governatori di Puglia, Friuli e Granducato, il Pd ci ha lasciato indifesi di fronte alla strategia criminale di Putin. La scelta suicida di legarsi mani e piedi a Mosca, attuata negli ultimi dieci anni, è alla base delle bollette record. Che ora Enrico Letta cerchi di farlo dimenticare scendendo in piazza non mostra solo che la classe dirigente dei democratici è pronta a sostenere qualsiasi menzogna, ma anche che il cinismo di quel partito non ha limiti. Invece di ammettere gli errori e scomparire, il segretario e i suoi compagni lavorano per guastare un’alternanza che, dopo dieci anni di governi non eletti ma sempre sotto il segno del Pd, rappresenta l’ultima possibilità di cambiare e di rompere un’egemonia di tecnocrati e burocrati di sinistra.