2023-10-08
L’esercito e gli 007 migliori al mondo travolti dagli «aquiloni da battaglia»
Mossad e Shin Bet sono stati colti di sorpresa dall’attacco: gli jihadisti sono penetrati velocemente da Sud grazie anche ai deltaplani artigianali che hanno aperto una breccia.L’attacco a sorpresa di Hamas contro Israele nel cinquantesimo anniversario della guerra dello Yom Kippur rimarrà nella memoria come un clamoroso fallimento dell’intelligence israeliana. Sotto accusa ci sono il Mossad che opera nel campo della prevenzione e del contrasto al terrorismo e non solo quello di matrice islamica, nell’ambito delle operazioni all’estero che hanno lo scopo di raccogliere informazioni nell’interesse dello Stato, e lo Shin Bet, l’agenzia di intelligence per gli affari interni.Nessuna delle due agenzie di intelligence ritenute tra le migliori al mondo è stata in grado di prevenire l’operazione militare di Hamas che, per la sua complessità, è evidente che sia stata preparata e provata nei minimi dettagli per mesi e che ora rischia di provocare una guerra in Medio Oriente proprio in un momento in cui Paesi come l’Arabia Saudita sono impegnati in colloqui che mirano alla distensione con lo Stato ebraico. Visto il numero dei jihadisti impegnati, le armi utilizzate e il perfetto sincronismo tra i 5.000 missili lanciati (pagati dall’Iran e dal Qatar), i droni, i deltaplani e i mezzi utilizzati, è evidente come dell’operazione sapessero centinaia di persone. Eppure, nonostante questo, l’incubo si è materializzato. In poche ore i jihadisti provenienti da Gaza sono facilmente penetrati nel Sud di Israele, sorprendendo le posizioni militari locali, rapendo almeno 50 persone e uccidendo più di 200 cittadini israeliani, per poi fare scempio dei loro corpi: esattamente come fanno i miliziani dell’Isis ai quali li unisce la dottrina islamista della Fratellanza musulmana. A proposito dei deltaplani detti anche «aquiloni da battaglia»: un numero imprecisato di questi piccoli mezzi spinti da un motore a elica sono partiti verso la frontiera e, volando a bassissima quota, sono prima riusciti a sfuggire ai radar e poi, alcuni di essi, sono riusciti ad atterrare oltre il muro di difesa che protegge Sderot. Secondo le prime informazioni, ancora prive di conferme ufficiali, questi mezzi d’assalto artigianali hanno giocato un ruolo decisivo nell’apertura di una breccia nelle difese israeliane.I jihadisti, grazie ai deltaplani, sono riusciti ad atterrare alle spalle dei posti di sorveglianza, in punti non coperti dalle telecamere, facendo esplodere il blocco di sicurezza. Un video che circola sui social network di Hamas suggerisce che sia stato uno di questi «aquiloni da battaglia» a immobilizzare il carro armato Merkava che presidiava il confine, sebbene altre fonti menzionino l’utilizzo di un drone teleguidato: l’ordigno, probabilmente a carica cava, è riuscito a penetrare la corazza del carro armato. L’intruso sospeso in aria avrebbe, quindi, continuato la sua missione, mitragliando i militari israeliani che giungevano in suo aiuto dalle basi circostanti.Una vera debacle. Per il generale di Corpo d’Armata Giorgio Battisti, «l’inaspettato attacco odierno di Hamas a Israele ha evidenziato, in particolare, una grave carenza dei servizi d’intelligence nel cogliere i segnali di preparazione di questa aggressione, che si caratterizza per la complessità organizzativa: lancio iniziale di migliaia di razzi, attacco di droni contro obiettivi militari, azione di guerriglieri, già infiltrati verosimilmente, all’interno del territorio israeliano». Come è stato possibile che nessuno si sia accorto che qualcosa di grosso stava per succedere? Le ipotesi sono diverse. C’è la possibilità che, tra le centinaia di segnalazioni di attacchi di questi ultimi tre mesi, ci sia stata anche questa ma è possibile che l’attacco in grande scala non sia stato ritenuto imminente. Oppure in pochi credevano che Hamas, la Jihad Islamica e le Brigate al-Quds fossero in grado di compiere un atto di guerra come questo. Chi si occupa di queste cose sa benissimo che, per contrastare questi fenomeni, occorre pensare come loro e non bisogna mai nemmeno per un secondo credere che qualcosa sia impossibile. Se commetti questo errore di valutazione sarai punito e le Torri Gemelle dovrebbero averci insegnato qualcosa e lo stesso vale anche per la guerra in Ucraina.Da registrare non c’è solo il fallimento dell’intelligence israeliana ma anche quello degli Stati Uniti che, invece di privilegiare il rapporto con Israele come fece Donald Trump, hanno continuato a farsi prendere in giro dai mullah di Teheran che sono i veri mandanti e gli organizzatori della guerra contro Israele. Un fallimento che è anche della Cia che, nell’area, è presente con un gran numero di uomini e che ha a disposizione droni e apparecchiature elettroniche capaci di cogliere qualsiasi segnale di minaccia. Possibile che proprio nessuno abbia fatto cenno all’operazione militare cominciata ieri alle 6.30 circa del mattino? Il tempo ci dirà come si è potuto verificare un corto circuito di questa portata ed è certo che cadranno delle teste all’interno degli apparati di sicurezza. Intervistato da Channel 12 News, Eli Maron, ex capo della marina israeliana, ha affermato che «tutto Israele si chiede: dov’è l’Idf (l’esercito israeliano, ndr), dov’è la polizia, dov’è la sicurezza? È un fallimento colossale; le gerarchie hanno semplicemente fallito, con vaste conseguenze». Nella stessa trasmissione Amos Yadlin, ex capo dell’intelligence dell’Idf, ha ricordato gli echi della guerra dello Yom Kippur, «un altro attacco segnato dal fallimento dell’intelligence». Tuttavia, Yadlin ha sottolineato, che Israele deve mantenere la calma: «La priorità immediata è quella di rintracciare e affrontare tutti i terroristi all’interno di Israele, e impedire che il conflitto si estenda ad altri fronti, tra cui la Cisgiordania e Gerusalemme Est, e soprattutto Hezbollah nel Nord».
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