2020-10-17
L’esattore Gentiloni ora pretende la tassa sulla prima casa
Rispondendo a un'interrogazione della leghista Silvia Sardone, il commissario Ue conferma: «L'Italia deve ripristinare l'Imu».Proprietari italiani tremate, perché l'Ue vuole ripristinare l'odiatissima tassa sulla prima casa. Parola del commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni, che giovedì ha messo nero su bianco le intenzioni della Commissione. Tutto è nato da un'interrogazione presentata lo scorso 30 luglio dall'eurodeputata leghista Silvia Sardone, che a Strasburgo siede tra i banchi del gruppo Identità e democrazia. «Le raccomandazioni dell'Ue pubblicate a seguito dell'ultima riunione dell'Ecofin dell'anno scorso», notava la Sardone, «segnalavano che l'esenzione dell'Imu sull'abitazione principale non è molto apprezzata». Valutazioni che hanno spinto l'eurodeputata a chiedere lumi circa le reali intenzioni degli euroburocrati: «Si chiede alla Commissione se intende chiedere all'Italia di ripristinare la tassa sull'abitazione principale».Ci sono voluti due mesi e mezzo, ma alla fine la risposta è arrivata. «Il documento di lavoro dei servizi della Commissione “Relazione per Paese relativa all'Italia 2020" comprende un'analisi del sistema fiscale italiano», spiega Gentiloni. «I principali problemi individuati dalla Commissione sono l'elevato carico fiscale che grava sul lavoro e l'elevato livello di evasione fiscale». Soluzione? «Abolendo l'esenzione dell'Imu sull'abitazione principale e utilizzando le entrate supplementari per ridurre la tassazione sul lavoro, si fornirebbero maggiori incentivi a lavorare, determinando ripercussioni positive sulla crescita economica». Un ragionamento tanto chiaro quanto perverso. Poiché nel nostro Paese non si riesce a diminuire le tasse sul lavoro… occorre introdurre una nuova tassa, l'Imu per l'appunto. Che servirebbe a sua volta a finanziare il taglio del cuneo fiscale. Finanza pubblica creativa, scioglilingua, gioco delle tre carte, chiamatelo come vi pare. Sulla carta si tratta semplicemente di spostare delle somme del gettito fiscale da una colonna all'altra. Ma nella pratica ripristinare la tassa sulla prima casa sarebbe dolorosissimo per milioni di italiani, specie nel periodo di profonda crisi che stiamo vivendo a causa della pandemia. Con i consumi ai minimi storici e la possibilità sempre più concreta che si verifichino nuovi lockdown mettere le mani nelle tasche dei cittadini rischia di avere ripercussioni catastrofiche. Problemi che evidentemente non toccano più di tanto Paolo Gentiloni, che per l'occasione veste i panni del perfetto «yes man» europeista e tira dritto. Nella sua risposta alla Sardone, l'ex premier ci tiene a precisare infatti che «le raccomandazioni specifiche per Paese rivolte all'Italia dal 2012 al 2019 nell'ambito del semestre europeo consigliavano di trasferire il carico fiscale del lavoro verso imposte meno penalizzanti per la crescita, come quelle sul patrimonio». Comprese quelle «formulate nell'ambito del semestre europeo 2017», le quali «specificavano che quest'obiettivo doveva essere raggiunto anche “con la reintroduzione dell'imposta sulla prima casa a carico delle famiglie con reddito elevato"». Insomma, sono anni che l'Ue ci chiede senza troppi giri di parole di tassare la prima casa. Travolto dalle reazioni negative, nella tarda serata Gentiloni ha provato a ritrattare: «Le raccomandazioni specifiche per Paese relative all'Italia non contengono riferimenti a imposte patrimoniali aggiuntive». Ma ormai la frittata era fatta.«È disarmante continuare a leggere, nei documenti della Commissione europea, l'invito all'Italia ad aumentare la già spropositata tassazione patrimoniale sugli immobili», ha commentato il presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa, «di “margine" per pagare altre tasse le famiglie italiane non ne hanno, soprattutto ora che la pandemia ha eliminato gli ultimi miraggi di redditività dei loro immobili».Che fine abbia fatto la tanta sbandierata solidarietà europea, se lo chiede anche Matteo Salvini. «Incredibile ma vero: vogliono tassare la prima casa degli italiani», ha commentato il leader leghista, «avevamo capito che da Bruxelles dovessero arrivare aiuti, non suggerimenti per stangare i cittadini». D'altronde, del Recovery fund fino all'anno prossimo non c'è traccia, e l'unica alternativa è rappresentata dal Mes, in fin dei conti sempre soldi presi a prestito. Con il rischio, peraltro, che gli investitori interpretino il ricorso al fondo Salvastati come un segno di difficoltà circa la capacità da parte dell'Italia di finanziarsi autonomamente sui mercati. Non per niente, da mesi Gentiloni ripete che il Recovery fund non potrà servire a tagliare le tasse, in aperta contraddizione con il governo che l'ha nominato. E oggi, dopo questa risposta si capisce che quelle parole con tutta probabilità preparavano il terreno per il ripristino dell'Imu.Né più né meno come accaduto ai tempi del governo Monti, l'Unione europea detta l'agenda delle riforme e Roma obbedisce. Non è un caso se quando è stato il momento di assentarsi dal Consiglio europeo per partecipare ai funerali di Jole Santelli, il premier, Giuseppe Conte, ha delegato ieri la cancelliera tedesca Angela Merkel a rappresentare l'Italia nell'ultima parte del meeting. Formalmente un atto dovuto, che suona però come un gesto di cieca fedeltà degno di una colonia.