2024-08-02
Lepore si prostra agli ecoteppisti e tradisce pure i compagni bolognesi
Matteo Lepore (Imagoeconomica)
Nella città dei 30 all’ora, il sindaco pd cede ai violenti accampati per difendere qualche albero: «Sgombero pericoloso». In vista delle regionali, rinnega la decisione della Giunta di aprire cantieri per tram e scuole.Nessun albero abbattuto e niente cantiere. È l’epilogo di una città amministrata dal piddino Matteo Lepore, il quale dopo aver alimentato la bestia verde ha scoperto nei giorni scorsi che, in assenza di nuove battaglie ecologiste, non gli restava altro che farsi divorare. La giunta bolognese lo scorso mese di giugno aveva fatto sapere di volere avviare una ampia riqualifica di un polo scolastico nei pressi del parco Don Bosco a cui in futuro agganciare anche l’ampliamento delle rete tramviaria. Il tutto sia con fondi comunali sia con quelli del Pnrr. Come ogni cantiere, anche quello di Lepore avrebbe previsto l’abbattimento di un pugno di alberi. Da lì sono scattate da parte dei comitati verdi, cugini di Ultima Generazione, minacce di morte all’assessore all’urbanistica e una serie di picchetti terminati nell’occupazione del parco. Il Pd per l’intero mese di luglio è sembra fermo sulla posizione. D’altronde si trattava di mettere a terra un progetto che avrebbe alleggerito altri due poli scolastici letteralmente in «overbooking». Invece, ancora una volta la realtà ha fallito di fronte all’ideologia. «Mi sono confrontato a lungo con il questore, con il prefetto e anche con il ministro Piantedosi», ha detto Lepore ai quotidiani locali, «e ho ritenuto che Bologna non merita uno sgombero modello G8 di un parco per costruire una scuola». Si sarebbe anche potuto seguire la strada indicata dalle forze di sinistra e ricostruire ex novo le Besta sul sedime della vecchia, «ma i ragazzini avrebbero visto la scuola nuova fra 5 anni, mentre il Polo è disponibile da settembre», ha concluso con la coda tra le gambe e, per di più, smentendo mezza giunta.La prospettiva di uno sgombero ha palesemente pesato nella decisione. «Poi senza dubbio hanno contato anche gli equilibri politici, visto il peso che potrebbe avere il fronte di sinistra e ambientalista alle prossime Regionali», commenta il Corriere locale, aprendo il vaso di pandora dentro il quale si è infilata la sinistra. Sia nel capoluogo emiliano sia a livello nazionale. A Bologna perchè la risposta degli ecoteppisti è stata quella di non mollare l’occupazione abusiva e lanciare nuove richieste. Dimostrando semplicemente la volontà di tenere in pugno la giunta fino a che non riusciranno a unire tutti i puntini. Quelli che uniscono la transizione ecologica, la mobilità (intesa come divieto a spostarsi) e l’appropriazione di immobili in barba alla proprietà privata. Ricordiamo che Bologna non solo ha lanciato i limiti dei 30 chilometri all’ora ma è anche la città che ha cercato di seguire l’iniziativa di Firenze (e i tentativi di Giuseppe Sala a Milano) per impedire gli affitti brevi. Violando ancor di più la proprietà privata e le scelte legittime di mettere a frutto un bene acquistato o ereditato dalla famiglia. Cedere al ricatto della violenza (Lepore fa sapere di temere uno sgombero modello G8) significa alimentare con altra benzina la socialdemocrazia green. Significa autorizzare quanto fanno i No tav e quanto hanno fatto i militanti di Ultima Generazione a Francoforte, bloccando gli aerei per mezza giornata. La cosa ancor più grave è che, lo scorso 25 luglio, mentre i cugini tedeschi si incollavano all’asfalto della pista di decollo, quelli italiani venivano ricevuti a Palazzo Vecchio a Firenze. Tre rappresentanti di Verdi e Ultima Generazione incontravano tre consiglieri comunali, tra cui il capogruppo del Pd, per parlare di case occupate. «Abbiamo chiesto se fosse legittimo sgomberare spazi di vita e socialità quando c’è un’emergenza abitativa a Firenze? I consiglieri si sono riservati di notificarci, entro settembre, se presenteranno la nostra richiesta in sede di consiglio comunale». Tutto fuori dalla logica, almeno la nostra. In realtà, si capisce perfettamente il nesso che c’è tra gli attivisti che sostengono la transizione modello Frans Timmermans, le tendine che manifestano contro il caro affitti, lo schema delle occupazioni abusive eletto a programma elettorale da Avs. Così tornando in quel di Bologna, Lepore ha cercato di lanciare qualche fumogeno. «L’obiettivo politico era fare una nuova scuola e tenere unita la città, non mi pare una sconfitta politica. Solo gli stupidi non cambiano mai idea e il sindaco non deve costringere una città, pur di dimostrare di avere ragione, a vedere scene che si sono viste altrove. Questo non vuol dire che chiunque possa pensare di fermare le opere. Il mio non è un passo indietro, ma un passo di lato». Il famoso passo di lato. Quello che consegna una città a coloro il cui solo motto è coniugare l’ambiente alla povertà. Senza dimenticare la violenza imposta a tutti i cittadini, quelli che tacciono e pagano le tasse. Molti sindaci si stanno dimostrando la più pericolosa avanguardia politica potessimo mai immaginare negli incubi politici di un Paese.
Il primo ministro del Pakistan Shehbaz Sharif e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman (Getty Images)
Riyadh e Islamabad hanno firmato un patto di difesa reciproca, che include anche la deterrenza nucleare pakistana. L’intesa rafforza la cooperazione militare e ridefinisce gli equilibri regionali dopo l’attacco israeliano a Doha.
Emanuele Orsini e Dario Scannapieco