2025-06-02
«Dalle famiglie tradizionali il futuro dei popoli»
Nell’omelia per il Giubileo, Leone XIV cita Paolo VI e ribadisce che il matrimonio tra uomo e donna non è un ideale possibile ma il solo canone realizzabile per l’avvenire della società. Cattolici progressisti smentiti.Prima il giro in papamobile, poi la celebrazione della messa per il Giubileo delle famiglie, dei nonni e degli anziani. Ieri mattina in piazza San Pietro papa Leone XIV era atteso per l’omelia sul tema della famiglia, uno di quei temi che scalda spesso le polemiche, anche nella Chiesa, come fu per il doppio sinodo sulla famiglia che papa Francesco convocò nel 2014 e 2015. Fedele alla linea che appare in questi suoi primi giorni di pontificato, papa Prevost si è confermato capace di dribblare le tifoserie e stare sul punto. Al centro della sua omelia può individuarsi una citazione dell’enciclica Humanae vitae di papa Paolo VI, quella conosciuta per il no alla contraccezione, ma che in realtà riguarda appunto l’amore umano nella sua profondità. «A voi sposi dico: il matrimonio non è un ideale, ma il canone del vero amore tra l’uomo e la donna: amore totale, fedele, fecondo (cfr S. Paolo VI, Lett. Enc. Humanae vitae, 9). Mentre vi trasforma in una carne sola, questo stesso amore vi rende capaci, a immagine di Dio, di donare la vita». In queste parole di papa Leone c’è il passaggio importante sul significato del matrimonio cristiano (tra maschio e femmina, unico, per sempre e aperto alla vita) che non è «un ideale» ma è «canone del vero amore». Interessante notare che papa Leone è proprio un canonista, un uomo che ha un alto senso della precisione e di ciò che costituisce la norma, intesa non solo dal punto di vista strettamente giuridico. Il matrimonio quindi non è qualcosa che viene posto come «ideale» irraggiungibile, e come tale un fardello, ma il modello, il riferimento, la norma, del vero amore tra uomo e donna. Una delle polemiche che animarono il doppio sinodo sulla famiglia convocato da papa Francesco ruotava intorno alla questione della comunione ai divorziati risposati, per poi aprire anche al «bene possibile» da riconoscere in forme diverse di unioni «imperfette» come le convivenze. I sostenitori di un certo approccio teologico-pastorale basavano le loro tesi proprio sul fatto di riconoscere il matrimonio come «ideale» da raggiungere, sostanzialmente non sempre praticabile, e quindi da adattare alla vita esperienziale. Il riferimento di Leone XIV al matrimonio cristiano come «canone» spegne tutte queste speculazioni, senza nulla togliere ovviamente alla via della misericordia, ribaltando la prospettiva: il matrimonio tradizionale non solo non è ideologico, ma è proprio in sintonia con la realtà dell’essere uomo e donna. Bello e possibile, seppur difficile, attraverso la grazia del sacramento e l’aiuto di Cristo.È questo amore, questo matrimonio, questa famiglia, che diventa lievito per la società intera. Lo dice apertamente papa Leone: «Dalle famiglie viene generato il futuro dei popoli». Ai 70.000 fedeli presenti sulla piazza il Santo Padre rimanda poi a degli esempi concreti come le coppie di sposi beatificate e canonizzate negli ultimi decenni dalla Chiesa, i santi Louis e Zelia Martin, i genitori di santa Teresa di Gesù, i beati Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi, la famiglia polacca Ulma, genitori e figli uniti nel martirio. «Additando come testimoni esemplari degli sposi», ha detto papa Leone, «la Chiesa ci dice che il mondo di oggi ha bisogno dell’alleanza coniugale per conoscere e accogliere l’amore di Dio e superare, con la sua forza che unifica e riconcilia, le forze che disgregano le relazioni e le società».Dopo questa omelia ieri nelle home page dei giornaloni italiani, spesso zelanti nel raccogliere le parole dei Papi, non c’era traccia delle parole di Leone. Eppure il Papa non ha fatto altro che dire le parole che la Chiesa ripete da due millenni sul matrimonio tra uomo e donna, qualcosa che fa certamente notizia nel panorama culturale di oggi. Forse, se il Papa avesse fatto riferimento al «bene possibile» in altre forme di unione affettiva avrebbe trovato lo spazio necessario. Invece, ha parlato di «canone del vero amore tra uomo e donna».Ha parlato anche di educazione il Papa, quando ha incoraggiato i genitori «ad essere, per i vostri figli, esempi di coerenza, comportandovi come volete che loro si comportino, educandoli alla libertà mediante l’obbedienza, cercando sempre in essi il bene e i mezzi per accrescerlo». Un rapporto tra le generazioni da saldarsi anche da parte dei figli imparando a dire «grazie» per la vita e ciò che viene donato ogni giorno, e poi i nonni a cui, ha detto papa Prevost, «raccomando di vegliare su coloro che amate, con saggezza e compassione, con l’umiltà e la pazienza che gli anni insegnano».
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