2019-01-31
Leonardo compra Vitrociset e scaccia il pericolo francese
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Dopo le indiscrezioni pubblicate dalla Verità sull'interesse di Thales per la Croci International Bv arriva il closing. L'azienda amministrata da Alessandro Profumo commenta così l'operazione: «crea valore contribuendo al rafforzamento di Leonardo nel suo core business dei Servizi, in particolare della Logistica, del Simulation & Training e delle Operazioni spaziali». I nodi da sciogliere interni alla famiglia Crociani. Si chiude con un comunicato ufficiale di Leonardo la vicenda Vitrociset, l'azienda strategica della difesa da quasi tre anni sul mercato. L'azienda amministrata da Alessandro Profumo fa valere il suo diritto di prelazione, in forza di una piccola quota già mantenuta (1,46%), e sgombra una volta per tutti le voci degli interessi della francese Thales o di altre cordate imprenditoriali. Non solo. Profumo vince la sua battaglia contro Fincantieri che nei mesi scorsi insieme con Mer Mec aveva provato ad avanzare una proposta su Vitrociset, poi stoppata da piazza Montegrappa. È probabile che le indiscrezioni pubblicate dalla Verità sugli interessi dei francesi su Croci International, una delle scatole estere della famiglia Crociani, abbia destato più di una preoccupazione ai piani altri della Difesa e soprattutto del governo. L'operazione era soggetta a specifiche condizioni tra cui le autorizzazioni Golden Power e Antitrust: entrambe hanno dato il via libera. Consegnare nelle mani di Parigi un'azienda che gestisce la sicurezza militare di Bankitalia, svariati ministeri e banche, sarebbe stata una dura perdita di sovranità. Per di più l'acquisizione arriva dopo qualche giorno di polemica, dopo le indiscrezioni su una possibile fusione tra Leonardo e Fincantieri, poi smentita dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte. In ogni caso Leonardo informa gli analisti che «ha avuto luogo il closing dell'operazione di acquisto del 98,54% di Vitrociset, essendosi verificate tutte le condizioni previste, tra cui le autorizzazioni Golden power e Antritust. Leonardo detiene così il 100% del capitale di Vitrociset». Non solo. L'operazione «crea valore contribuendo al rafforzamento di Leonardo nel suo core business dei Servizi, in particolare della Logistica, del Simulation & Training e delle Operazioni spaziali». L'azienda della famiglia Crociani, fondata dal vecchio presidente di Finmeccanica Camillo scappato in Messico negli anni Settanta dopo lo scandalo Lockheed Martin, offre servizi e soluzioni specialistiche per sistemi complessi nei settori Difesa e Sicurezza, Spazio, Trasporti e Infrastrutture critiche. Con 989 dipendenti, di cui circa 630 in Italia, nel 2017 la società ha generato ricavi per 163 milioni e ordini pari a 236 milioni. La decisione di acquisire Vitrociset era stata presa a settembre quando Il Consiglio di Amministrazione di Leonardo, riunitosi sotto la presidenza di Gianni De Gennaro, aveva deliberato di procedere all'esercizio del diritto di prelazione sull'acquisto del 98,54% della società. Nelle intenzioni del nostro colosso dell'industria della Difesa l'operazione creerà valore e rafforzerà Leonardo nei suoi core business. L'obiettivo è consolidare la filiera nazionale nel settore dell'Aerospazio, Difesa e Sicurezza, aumentandone la competitività con prospettive di mercato significative. Ma l'acquisizione giocherà gioco forza anche sui rapporti tra Italia e Francia dopo lo stop da parte dell'antitrust europeo sull'accordo tra Fincantieri e Naval Group sui cantieri Stx di Saint Nazaire. DI Vitrociset si era parlato a lungo nel 2017 quando dalle carte sui Paradise Papers, vennero fuori gli schemi societari esteri della famiglia Crociani, ancora alle prese al loro interno con cause sulle quote della società. A contendersi l'eredità sono da una parte Camilla Crociani e la madre Edoarda (vedova di Camillo) e dall'altra la seconda figlia della coppia, Cristiana Crociani, che ha ottenuto una sentenza favorevole dalla Corte reale di Jersey con un ritorno di circa 200 milioni di dollari. La Borsa ha risposto bene all'acquisizione: il titolo di Leonardo è salito dello 0,55%.
Nicola Pietrangeli (Getty Images)
Gianni Tessari, presidente del consorzio uva Durella
Lo scorso 25 novembre è stata presentata alla Fao la campagna promossa da Focsiv e Centro sportivo italiano: un percorso di 18 mesi con eventi e iniziative per sostenere 58 progetti attivi in 26 Paesi. Testimonianze dal Perù, dalla Tanzania e da Haiti e l’invito a trasformare gesti sportivi in aiuti concreti alle comunità più vulnerabili.
In un momento storico in cui la fame torna a crescere in diverse aree del pianeta e le crisi internazionali rendono sempre più fragile l’accesso al cibo, una parte del mondo dello sport prova a mettere in gioco le proprie energie per sostenere le comunità più vulnerabili. È l’obiettivo della campagna Sport contro la fame, che punta a trasformare gesti atletici, eventi e iniziative locali in un supporto concreto per chi vive in condizioni di insicurezza alimentare.
La nuova iniziativa è stata presentata martedì 25 novembre alla Fao, a Roma, nella cornice del Sheikh Zayed Centre. Qui Focsiv e Centro sportivo italiano hanno annunciato un percorso di 18 mesi che attraverserà l’Italia con eventi sportivi e ricreativi dedicati alla raccolta fondi per 58 progetti attivi in 26 Paesi.
L’apertura della giornata è stata affidata a mons. Fernando Chica Arellano, osservatore permanente della Santa Sede presso Fao, Ifad e Wfp, che ha richiamato il carattere universale dello sport, «linguaggio capace di superare barriere linguistiche, culturali e geopolitiche e di riunire popoli e tradizioni attorno a valori condivisi». Subito dopo è intervenuto Maurizio Martina, vicedirettore generale della Fao, che ha ricordato come il raggiungimento dell’obiettivo fame zero al 2030 sia sempre più lontano. «Se le istituzioni faticano, è la società a doversi organizzare», ha affermato, indicando iniziative come questa come uno dei modi per colmare un vuoto di cooperazione.
A seguire, la presidente Focsiv Ivana Borsotto ha spiegato lo spirito dell’iniziativa: «Vogliamo giocare questa partita contro la fame, non assistervi. Lo sport nutre la speranza e ciascuno può fare la differenza». Il presidente del Csi, Vittorio Bosio, ha invece insistito sulla responsabilità educativa del mondo sportivo: «Lo sport costruisce ponti. In questa campagna, l’altro è un fratello da sostenere. Non possiamo accettare che un bambino non abbia il diritto fondamentale al cibo».
La campagna punta a raggiungere circa 150.000 persone in Asia, Africa, America Latina e Medio Oriente. Durante la presentazione, tre soci Focsiv hanno portato testimonianze dirette dei progetti sul campo: Chiara Concetta Starita (Auci) ha descritto l’attività delle ollas comunes nella periferia di Lima, dove la Olla común 8 de octubre fornisce pasti quotidiani a bambini e anziani; Ornella Menculini (Ibo Italia) ha raccontato l’esperienza degli orti comunitari realizzati nelle scuole tanzaniane; mentre Maria Emilia Marra (La Salle Foundation) ha illustrato il ruolo dei centri educativi di Haiti, che per molti giovani rappresentano al tempo stesso luogo di apprendimento, rifugio e punto sicuro per ricevere un pasto.
Sul coinvolgimento degli atleti è intervenuto Michele Marchetti, responsabile della segreteria nazionale del Csi, che ha spiegato come gol, canestri e chilometri percorsi nelle gare potranno diventare contributi diretti ai progetti sostenuti. L’identità visiva della campagna accompagnerà questo messaggio attraverso simboli e attrezzi di diverse discipline, come illustrato da Ugo Esposito, Ceo dello studio di comunicazione Kapusons.
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Mark Zuckerberg (Getty Images)