2024-04-03
L’elettrica cinese è come il telefonino. Appena la compri diventa vecchia
Il produttore di smartphone Xiaomi ha aperto gli ordini per la Su7: in mezz’ora raccolte 50.000 prenotazioni. Un acquisto a scatola chiusa con tempi di attesa di almeno 5 mesi per aspettare le batterie fornite dalla Byd.Chissà se anche noi italiani riusciremo culturalmente ad acquistare le autovetture come i telefonini, sperando che l’obsolescenza non le renda inutilizzabili entro pochi anni. Da qualche giorno in Cina il produttore di elettronica Xiaomi ha aperto gli ordini per la sua vettura Su7, ricevendo una risposta del mercato tale da produrre un aumento del 10% del valore delle azioni in borsa. Prima di descrivere l’auto, due considerazioni. La prima: Xiaomi è un’azienda cinese che produce smartphone, prodotti elettronici, servizi internet e dispositivi per Internet delle cose. Di conseguenza ha una rete commerciale enorme e organizzata. La seconda: Xiaomi può gestire il mercato dell’auto come quello dei telefonini, con liste d’attesa e portali che raccolgono i click più veloci, e ha dichiarato che in mezz’ora scarsa sono state raccolte 50.000 prenotazioni, abbastanza per annunciare tempi d’attesa per ricevere l’auto di cinque mesi. Ma ha detto anche che il prezzo della Su7 sarà inferiore di quello della concorrente Tesla di almeno 4.000 dollari. Ma siamo sicuri che in Europa sapremo considerare l’acquisto di un bene durevole come un auto alla stregua di un telefonino? E a considerare che probabilmente non durerà quanto le vetture che abbiamo avuto finora perché obsoleta in 2-3 anni come i telefoni. L’evento Xiaomi, avvenuto sul social cinese WeChat e seguito da 2 milioni di persone, capita in un momento di lotta interna alla Cina per le vendite di vetture elettriche: Pechino sta spingendo diversi marchi con sussidi di 20.000 yuan (2.700 euro circa) per le Xpeng e 1.300 euro circa (10.000 yuan) per le Nio. La prima casa aveva segnato il passo delle consegne, sfidata sul mercato dalla Aito, che è di Huawei, altro colosso della telefonia, mentre Nio aveva ridotto la produzione di 2.000 esemplari da gennaio a oggi. A dominare il mercato cinese è sempre Byd, che con quasi 140.000 esemplari venduti a marzo segna +14% rispetto al 2023. Il fenomeno, seppure terrorizzi i mercati europei, mostra una Cina orientata a mangiarsi il mercato europeo per ovviare a una guerra interna in un momento in cui le enormi dimensioni del suo mercato fanno i conti con la crisi economica. Agli europei l’anti-Tesla di Xiaomi piace per vari motivi, a cominciare dal fatto che i responsabili dello stile aziendale hanno una formazione occidentale, sono infatti Li Tianyuan e James Qiu (rispettivamente ex Bmw e Mercedes), che significa forme armoniose e gusto europeo. L’ingegneria informatica si basa invece su componenti statunitensi marcati Qualcomm e Nvidia, apprezzati in Europa, e ciò dimostra che i cinesi, imbattibili nella produzione, non hanno ancora del tutto la supremazia tecnologica. Quanto a batterie, usando quelle di Catl e di Byd, la Su7 di Xiaomi si annuncia favolosa, salvo che le due aziende non abbiano difficoltà a fornire le celle in tempi rapidi, da qui uno dei possibili motivi dei cinque mesi d’attesa. Ma Xiaomi con il 10% di capitale in più e 50.000 caparre può permettersi delle alternative e anche di vendere la versione Standard sottocosto, come ha dichiarato. Presentata nel dicembre scorso, la Su7 mostra una certa somiglianza con la Porsche Taycan ma costa da 27.700 a 38.600 euro in Cina (215.000-300.000 Yuan), contro 105.000 della tedesca. Considerando tasse e dazi, in Europa la Su7 potrà costare meno di 40.000 euro, ma è comunque un prezzo aggressivo nei confronti di Volkswagen e soprattutto di Tesla, che nella repubblica popolare viene venduta a 245.00 Yuan, circa 32.000 euro. La piattaforma sulla quale è realizzata la Su7 si chiama «Modena», la carrozzeria raggiunge quasi i 5 metri di lunghezza, gli 1,96 di larghezza (addio stradine dei centri storici), e un’altezza di poco inferiore al metro e mezzo. Sarà disponibile in tre varianti: Standard, Pro e Performance, ma già da quella base offre 300 cavalli di potenza, 210 km l’ora di velocità massima e l’accelerazione da zero a cento in 5,3 secondi. L’autonomia, stabilita secondo le norme cinesi di omologazione, è dichiarata di 700 km con la batteria Byd da 73,6 Kilowatt e accetta un regime di ricarica di 15 minuti per 350 km. Nelle altre versioni aumentano la capacità della batteria e l’autonomia (94,3 kilowattora per 830 km), e quindi appare la trazione integrale nella «Performance, con 101 Kilowatt, 265 km/h di velocità massima e un’accelerazione da zero a cento di 2,78 secondi. Decisamente più curati della media cinese gli interni, persino migliori di quelli di talune auto europee. Anche la Su7, come Tesla, sarà dotata di guida automatizzata e degli Adas (dispositivi di sicurezza), obbligatori in Europa e Usa, con due allestimenti, «Pilot Pro» basato su telecamere (come Tesla), e «Pilot Max» che a queste aggiunge il Lidar (radar laser-infrarosso). Un dettaglio ci rende speranzosi: i freni sono italiani della Brembo. Da oggi, 3 aprile, in 28 città cinesi cominciano le consegne degli esemplari prenotati quando l’auto era ancora soltanto un’idea. L’ha detto il suo co-fondatore Lei Jun in un post sul social media cinese Weibo.