2019-09-14
Leggi anti omofobia e cittadinanza facile. Le grandi priorità del ministro Bonetti
Dalle dichiarazioni della renziana scompare del tutto la famiglia naturale. In compenso largo alla fuffa buonista su migranti e gay.Quando cominciano a parlarvi di leggi che portano nomi inglesi, state sicuri che sotto si nasconde la fregatura. È andata così con il famigerato (e sgrammaticato) Jobs act. Rischia di andare anche peggio con il nuovo coniglio spelacchiato che il Pd ha estratto dal cilindro. Signore e signori, ecco a voi il «Family act», presentato ieri su Avvenire dal nuovo ministro per le Pari opportunità e la famiglia, la misconosciuta Elena Bonetti. «Se la scorsa legislatura è stata quella del Jobs act», ha detto la signora, «questa dovrà essere quella del Family act: asili nido, assegni per i figli, più diritti per i genitori». Bellissimo slogan, come no. Peccato che, scavando appena sotto la superficie, si vedano già affiorare le reali magagne. Cominciamo da un piccolo ma non irrilevante dettaglio. La Bonetti non parla mai di «famiglia», bensì di «famiglie». In tutta l'intervista utilizza il plurale. E già ci si insospettisce, anche perché la definizione «famiglia naturale» è sostanzialmente sparita dalla circolazione. Largo alle «famiglie», fra le quali ovviamente potrebbero essere facilmente ricomprese le «famiglie arcobaleno». Non a caso, a domanda precisa sulle unioni civili introdotte dal governo Renzi, il ministro risponde: «Da cittadina avevo valutato positivamente l'introduzione di tale legge». Poco dopo, la Bonetti fa riferimento all'ormai celebre «documento scritto da giovani all'interno di un percorso formativo di cui io sono state una dei responsabili come educatrice scout». Un bel giro di parole per glissare sulla «Carta del coraggio», con cui, nel 2014, chiedeva (in qualità di responsabile nazionale dell'Agesci) allo Stato di riconoscere le unioni gay e alla Chiesa di rivedere le posizioni su omosessualità e divorzio. Secondo il neoministro, «in quell'occasione abbiamo semplicemente accompagnato dei giovani a maturare un pensiero argomentato e percorsi di discernimento». Certo: hanno spinto gli scout, bimbi compresi, a schierarsi per le unioni arcobaleno. Che l'ideologia Lgbt stia molto a cuore alla Bonetti lo dimostra con chiarezza ciò che dice a proposito delle sue priorità al ministero. «Ci adopereremo», spiega, «contro ogni forma di odio, conflitto e discriminazione, in particolare verso i più fragili, le donne, i giovani. La lotta contro il linguaggio dell'odio, anche quello diffuso sulla Rete, contro ogni forma di discriminazione, contro la violenza di genere saranno obiettivi a cui non faremo mancare la nostra azione di governo, anche aprendo una riflessione sul fatto che le misure ad oggi attivate siano sufficienti ed efficaci». Più censura per tutti, dunque. E aspettatevi una bella legge bavaglio sull'omofobia. Del resto la collega renziana Maria Elena Boschi nonché la zarina arcobaleno Monica Cirinnà ne hanno già fatto esplicita richiesta. Si capisce che al ministro stiano decisamente più a cuore le cosiddette «pari opportunità» piuttosto che il tema della famiglia. Sulle norme «anti odio» - che immaginiamo graditissime alla sinistra esultante per la mordacchia imposta dalla multinazionale Facebook nei giorni scorsi - la Bonetti è parecchio accesa. È decisamente più vaga, invece, sui provvedimenti che dovrebbero andare a beneficio delle coppie con figli. Non fa altro che ripetere lo spot sugli «asili nido gratuiti nella fascia 0-3 anni», poi fa cenno a fantomatici «assegni per i figli». Il risultato di tutto ciò già lo abbiamo previsto. Finirà come con le case popolari. Assegni e agevolazioni per le fasce di reddito più basse finiranno per premiare gli stranieri, che saranno con tutta probabilità i maggiori beneficiari di eventuali azioni per gli asili gratuiti. Non per nulla, la Bonetti dimostra di avere nel cuore la causa degli immigrati. «Personalmente penso che sia stato un errore nella scorsa legislatura non approvare la legge sullo ius culturae», dice ad Avvenire. Poi aggiunge: «Ho sostenuto l'iniziativa di legge popolare promossa in tal senso dai Comitati di Azione civile (quelli di Renzi, ndr). Spero che in questa legislatura si trovino le condizioni perché questo accada. Educare e formare nelle scuole ragazzi nati e cresciuti in Italia ai quali di fatto non riconosciamo la cittadinanza è come allenare una squadra e lasciarne metà in panchina. Ci perdiamo tutti». In realtà, la cittadinanza i ragazzi nati qui la ottengono eccome, a migliaia. Soprattutto, non si capisce perché il ministro della Famiglia debba occuparsi di ius soli o ius culturae. Comunque sia, abbiamo compreso l'antifona. Riepilogando, la Bonetti tifa unioni gay, le piace parlare di «famiglie», non cita nemmeno la famiglia naturale, e s'indigna persino quando le chiedono del gender a scuola: «Non farò mai di questi temi bandiere usate per interessi politici di pochi». Però spinge per norme assistenziali che favoriranno gli immigrati, ha già cominciato a fare campagna a favore di una nuova legge sulla cittadinanza facile e ci fa sapere che intende prendere provvedimenti draconiani contro le «discriminazioni». E fortuna che ha detto tutto ciò parlando a un quotidiano cattolico... State pronti, dunque. Perché se il Jobs act ha distrutto il lavoro. il Family act... Avete capito.
Foto @Elena Oricelli
Dal 6 dicembre il viaggio della Fiamma Olimpica di Milano Cortina 2026 toccherà 60 città italiane tra concerti, sportivi e iniziative sociali, coinvolgendo le comunità in vista dei Giochi.
Coca-Cola, partner del viaggio della Fiamma Olimpica di Milano Cortina 2026, ha presentato le iniziative che accompagneranno il percorso della torcia attraverso l’Italia, un itinerario di 63 giorni che partirà il 6 dicembre e toccherà 60 città. L’obiettivo dichiarato è trasformare l’attesa dei Giochi in un momento di partecipazione diffusa, con eventi e attività pensati per coinvolgere le comunità locali.
Le celebrazioni si apriranno il 5 dicembre a Roma, allo Stadio dei Marmi, con un concerto gratuito intitolato The Coca-Cola Music Fest – Il viaggio della Fiamma Olimpica. Sul palco si alterneranno Mahmood, Noemi, The Kolors, Tananai e Carl Brave. L’evento, secondo l’azienda, vuole rappresentare un omaggio collettivo all’avvio del percorso che porterà la Fiamma Olimpica in tutta Italia. «Il viaggio della Fiamma unisce storie, territori e persone, trasformando l’attesa dei Giochi in un’esperienza che appartiene a tutti», ha dichiarato Luca Santandrea, general manager olympic and paralympic Winter Games Milano Cortina 2026 di Coca-Cola.
Come in altre edizioni, Coca-Cola affiancherà il percorso selezionando alcuni tedofori. Tra i nomi annunciati compaiono artisti come Noemi, Mahmood e Stash dei The Kolors, volti dell’intrattenimento come Benedetta Parodi e The Jackal, e diversi atleti: Simone Barlaam, Myriam Sylla, Deborah Compagnoni, Ivan Zaytsev, Mara Navarria e Ciro Ferrara. La lista include anche associazioni attive nel sociale – dalla Croce Rossa al Banco Alimentare, passando per l’Unione italiana dei ciechi e ipovedenti – a cui viene attribuito il compito di rappresentare l’impegno civile legato allo spirito olimpico.
Elemento ricorrente di ogni tappa sarà il truck Coca-Cola, un mezzo ispirato alle auto italiane vintage e dotato di schermi led e installazioni luminose. Il convoglio, accompagnato da dj e animatori, aprirà l’arrivo della torcia nelle varie città. Accanto al truck verrà allestito il Coca-Cola Village, spazio dedicato a musica, cibo e attività sportive, compresi percorsi interattivi realizzati sotto il marchio Powerade. L’azienda sottolinea anche l’attenzione alla sostenibilità: durante il tour saranno distribuite mini-lattine in alluminio e, grazie alla collaborazione con CiAl, sarà organizzata la raccolta dei contenitori nelle aree di festa. Nelle City Celebration sarà inoltre possibile sostenere il Banco Alimentare attraverso donazioni.
Secondo un sondaggio SWG citato dall’azienda, due italiani su tre percepiscono il Viaggio della Fiamma Olimpica come un’occasione per rafforzare i legami tra le comunità locali. Coca-Cola richiama inoltre la propria lunga presenza nel Paese, risalente al 1927, quando la prima bottiglia fu imbottigliata a Roma. «Sarà un viaggio che attraverserà territori e tradizioni, un ponte tra sport e comunità», ha affermato Maria Laura Iascone, Ceremonies Director di Milano Cortina 2026.
Continua a leggereRiduci
Nicola Fratoianni, Elly Schlein e Angelo Bonelli (Ansa)