2018-05-17
Berlusconi riabilitato rischia otto processi
per il caso Olgettine
Nel giorno in cui la Procura generale non si oppone alla riabilitazione del Cavaliere, nuovi guai sono in arrivo da Roma e Torino. L'accusa di corruzione si trascina in 7 tribunali. Spread su e Borsa giù, complotto come nel 2011? «No, è voglia di aiutare l'Italia».Più puntuale di una bomba a orologeria. Più precisa di una bomba intelligente. Più micidiale di una bomba a grappolo. È l'esplosiva inchiesta battezzata Ruby ter, tesa a dimostrare che Silvio Berlusconi avrebbe corrotto alcuni degli oltre 30 testimoni che in aula avevano parlato a suo favore nel Rubygate: il processo milanese che tra il 2011 e il 2015 aveva devastato l'immagine internazionale dell'ex presidente del Consiglio inchiodandolo all'accusa infamante di aver avuto rapporti sessuali a pagamento con la minorenne Karima el Mahroug (alias Ruby), e poi si era chiuso in Cassazione con la piena assoluzione dell'imputato.Seguendo il collaudato copione di gran parte delle cronache giudiziarie berlusconiane, il Ruby ter ha colpito il suo obiettivo a metà della mattinata di ieri, ed è esploso nel momento ovviamente più negativo per l'imputato: nell'istante esatto in cui la Procura generale di Milano annunciava di non opporsi alla riabilitazione che il 12 maggio aveva restituito allo stesso Berlusconi la candidabilità e la piena agibilità politica, e mentre il leader di Forza Italia volava a Sofia per un vertice del Partito popolare europeo. Erano mesi che il missile del Ruby ter volava alto sopra le nuvole, ritardato prima da imperscrutabili intoppi giudiziari e più recentemente dagli ultimi impegni elettorali del Cavaliere. Ma la puntualità del doppio botto di ieri mattina è stata davvero impressionante. Erano le 10,50 a Torino, quando la Procura chiedeva il rinvio a giudizio di Berlusconi per la presunta corruzione di Roberta Bonasia, un'ex infermiera poi diventata modella e soubrette, coinvolta come teste nel Rubygate e ora accusata di calunnia, falsa testimonianza e corruzione in atti giudiziari: l'udienza preliminare si terrà il primo giugno. Ed erano le 12,30 a Roma, quando un giudice rinviava a giudizio Berlusconi per la presunta corruzione di Mariano Apicella, il musicista napoletano da sempre di casa ad Arcore che nelle udienze del Rubygate milanese aveva testimoniato di non aver mai assistito a scene di sesso nelle serate finite nel mirino della pm Ilda Boccassini. Secondo l'accusa, Apicella sarebbe stato corrotto con 157.000 euro, versati in più anni (ma per la difesa si tratta del normale pagamento dei compensi del suonatore preferito dal Cavaliere) e il processo inizierà il 23 novembre.Quelli di Roma e Torino sono però soltanto due degli otto processi che Berlusconi rischia di affrontare per l'unico reato ipotizzato dall'inchiesta intitolata Ruby ter: cioè una corruzione seriale in atti giudiziari. Altri procedimenti sono in corso o in attesa di cominciare a Milano (con due processi), Siena, Pescara, Treviso e Monza. L'inusuale fenomeno di questa «bomba giudiziaria a grappolo» risale al 29 aprile 2016, quando il giudice milanese Laura Marchiondelli aveva deciso di spacchettare il processo chiesto contro Berlusconi e altri 30 indagati dai pm Luca Gaglio e Tiziana Siciliano, trasmettendone gli atti alle Procure delle città dove secondo l'accusa erano avvenuti i presunti pagamenti dei testimoni. Ne è scaturito un vero spezzatino giudiziario, condito da un discreto caos procedurale. A Milano, infatti, i processi riconducibili all'ipotesi di una corruzione di testi del Rubygate sono addirittura due: da una parte c'è il filone principale del «Ruby ter», che è in corso davanti ai giudici della decima sezione penale e vede imputati sempre il leader di Forza Italia e altre 23 persone, tra cui la stessa Ruby; ma lo scorso 9 maggio si è aperto un procedimento parallelo davanti alla quarta sezione penale. Questo secondo processo accusa Berlusconi di avere versato negli anni quasi 400.000 euro a quattro ragazze ospiti delle serate di Arcore, in cambio del loro silenzio. I giudici milanesi hanno accolto l'istanza dei pm Siciliano e Gaglio di riunificare i due processi: la decisione finale ora spetta al presidente del tribunale, e tutto è stato aggiornato al 21 maggio.Ci sarà da divertirsi se, alla fine di tutti questi processi incardinati sulla stessa ipotesi di reato, Berlusconi da una parte verrà assolto e da un'altra parte sarà condannato. In quel caso, ne uscirà bene la giustizia. Era stato lo stesso Cavaliere, nel 2013, a dichiarare pubblicamente che aveva deciso di risarcire con una somma mensile (sui 2.500 euro in media) le ragazze invitate alle serate di Arcore e loro malgrado trascinate nel gorgo infamante del Rubygate. Quando poi l'inchiesta sul Ruby ter aveva preso l'avvio, tra 2016 e 2017, i legali dell'ex premier l'avevano buttata in farsa: «Qui si vuole punire», avevano detto, «un inesistente reato di generosità». Che oggi viene generosamente perseguito in sette diversi tribunali.Intanto da Sofia, dove partecipa al vertice del Ppe, il Cavaliere pensa al governo. Con lo spread in rialzo e la Borsa in rosso, forse per la prospettiva di un governo gialloverde, c'è una sorta di complotto, come sarebbe accaduto nel 2011 con il tracollo che ha portato alla sua uscita di scena? «Per ora non c'è nessun complotto, anzi il contrario», risponde lo stesso Berlusconi. «C'è la voglia di aiutare l'Italia a uscire dalla situazione in cui siamo. È il contrario del complotto».
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