2020-11-28
Le social card? Un segreto di Stato. Il bavaglio dell’Agenzia del lavoro
Abbiamo provato a rivolgere alcune domande alla direttrice generale e al presidente dell'Anpal su sprechi e malfunzionamento del reddito di cittadinanza. Prima hanno letto i quesiti, poi si sono rifiutati di rispondere.Sappiamo tutti che ogni giorno sui giornali si parla o meglio si denunciano le deformazioni e gli scandali collegati alla elargizione del reddito di cittadinanza. Questa forma di sostegno pubblico alla lotta alla povertà e alla disoccupazione, che si è aggravata con la pandemia del virus Covid e con la crisi economica, ha anche registrato qualche modesto effetto positivo per quella fascia di popolazione «debole», cioè dotata di scarso reddito e perennemente alla ricerca di una occupazione. Per chi cerca di approfondire gli aspetti positivi e negativi del Rdc che cosa fa? Cerca di indagare dagli organi istituzionali, come il ministero del Lavoro, l'Inps e persino interpellando la guardia di finanza che ogni giorno scopre abusi, sprechi e imbrogli. Fra l'altro nelle indagini si è scoperto che l'assegno mensile è stato concesso ad ex terroristi, mafiosi e altri criminali e spesso a due-tre membri di ciascun nucleo familiare e persino a dei parlamentari. Proprio nei giorni scorsi si è parlato molto del caso di RdC assegnato all'assassino del giudice siciliano Rosario Livatino (sono particolarmente affezionato alla figura del «giudice ragazzino», come veniva chiamato affettuosamente questo eroico combattente della mafia). Ma pochi mesi fa si era registrato un caso analogo: riguardava Federica Saraceni, ex brigatista rossa, agli arresti domiciliari anche se condannata a 21 anni per l'omicidio del giuslavorista Massimo D'Antona. Anche questo trattamento ci è sembrato singolare. Non solo, ma l'assegno mensile di quasi 700 euro è stato difeso strenuamente dal padre dell'ex Br, un magistrato notissimo. Ma torniamo all'inchiesta. Sapevamo che il ministero del Lavoro aveva trasferito tutte le competenze e gli oneri (sorvoliamo sugli onori) a un nuovo ente, strettamente dipendente dal ministero del Lavoro, l'Anpal (Agenzia nazionale politiche attive del lavoro). Avevano pensato a quel tempo che lo strumento Agenzia è più moderno, slegato dalla vecchia e pletorica burocrazia ministeriale, in grado quindi di funzionare in modo più razionale, con tecniche più veloci, più adeguate al mercato del lavoro, della formazione, delle politiche attive del lavoro. Ma, ancora una volta, si è trattata di un'illusione. Ci siamo quindi rivolti all'Anpal per cercare di approfondire il bilancio di 18 mesi di reddito di cittadinanza, elargito a 3,4 milioni di persone, dal 2019 al 30 giugno 2020, con oltre 1.430.000 nuclei familiari. Abbiamo pensato che, anche per gli aspetti tecnici di questo nuovo istituto, era bene rivolgerci al direttore generale dell'agenzia. Ma non abbiamo fatto i conti con l'avvocato, anzi l'avvocatessa, Paola Nicastro, di Cosenza (ma non sottolineiamo troppo questa origine regionale perché l'avvocato Conte potrebbe nominarla commissaria per la sanità in Calabria). La direttora generale, con una lunga esperienza nella pubblica amministrazione, ha fatto però sapere che non poteva incontrarci «perché in autoquarantena in attesa di tampone»; tuttavia, generosamente, si mostrava disponibile a rispondere alle nostre domande, purché di profilo tecnico. Ci siamo affrettati a inviare al suo capo ufficio stampa sette domande, invitandola, per facilitarle il compito, a dare una risposta solo a quelle ritenute non politiche. Dopo diversi solleciti è arrivato un «no grazie», con l'aggiunta «non me la sento di rispondere a quesiti che hanno risvolti politici». A quel punto con l'incolpevole collega dell'Anpal abbiamo convenuto di «dirottare» le domande al presidente dell'Agenzia (nominato nel febbraio 2019), Domenico Parisi. Un presidente molto discusso, anche per l'entità dello stipendio e delle indennità percepite, ma anche perché trascorre sembra più tempo negli Stati Uniti che in Italia. Infatti dal 2007 è professore di demografia e statistica alla Mississippi State University, ma è anche direttore del Centro nazionale di ricerca e strategia di pianificazione, che sta mettendo a punto il Mississippi Works System, un sistema innovativo di servizi per il lavoro. È anche per queste nuove strategie per l'occupazione che era stato nominato, su suggerimento di Luigi Di Maio, di cui è molto amico, presidente dell'Anpal. Ma queste innovazioni, che dovevano applicarsi proprio all'istituto del RdC (e soprattutto agli strumenti di ricerca del lavoro) sono ancora come l'araba fenice, che i 3000 navigator (appositamente assunti) stanno disperatamente cercando, anche nei centri per l'occupazione rimasti fermi ai primi del Novecento. Anche all'americano (come viene definito Parisi, laureato in sociologia rurale alla Pennsylvania State University) sono state trasmesse le sette domande. Ma, a distanza di poche ore, il «no» si è ripetuto nell'imbarazzo del collega ambasciatore. La Verità, evidentemente non è gradita, ma soprattutto non sono gradite le domande, definite eversive, pericolose e fuorvianti. Riassumiamo per i lettori quelle più «pericolose».1I circa tre milioni e 400.000 persone, che hanno già usufruito del Rdc, in che misura hanno contribuito ad aiutare la grande massa delle persone povere (circa 10 milioni di persone)?2L'erogazione del Rdc, basato prevalentemente sull'autocertificazione, ha dato origine a gravi deformazioni e abusi. A chi competono i controlli? (L'Inps ha cancellato appena 17.000 pratiche, la guardia di finanza ha scoperto solo 22.000 abusi nel 2019: cifre molto modeste rispetto alle dimensioni del Rdc). 3 Il Rdc, per come è stato concepito, si presta a distorsioni e abusi. I nove miliardi l'anno (come quelli elargiti nel 2019 dall'Inps) potrebbero essere investiti diversamente per incentivare realmente l'occupazione, nell'industria e nel terziario, riducendo la fascia dell'improduttivo assistenzialismo?4 Il Rdc era stato concepito come uno strumento coniugato alla politica attiva del lavoro, con una riforma radicale dei centri per l'impiego, ma questa seconda parte della riforma è rimasta sulla carta.5 In sintesi, come si può riformare il Rdc, se proprio si decide di farlo sopravvivere? Ma il presidente e la direttrice dell'Anpal hanno ritenuto di non volere o sapere rispondere ad elementari quesiti che gli economisti e quasi tutti gli esperti di politiche del lavoro si pongono. Certo la tanto pubblicizzata trasparenza dell'Anpal appare discutibile e comunque non contribuisce a riformare (o ad abolire del tutto) uno strumento che si è rivelato inutile per fronteggiare la crescita della povertà e ancora più inadeguata per favorire la ripresa dell'occupazione, sia giovanile che quella dei lavoratori più anziani.
Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo in occasione del suo incontro con il premier greco Kyriakos Mitsotakis.
Antonella Bundu (Imagoeconomica)
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