2020-09-09
Le promesse di Berlino sugli sbarchi sanno di presa in giro al governo
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Il nostro ambasciatore era stato rassicurato: «Apriremo i porti». Ma nulla è cambiato. Colloquio con il sottosegretario Teichmann in merito alle attività della Sea Watch 4 from La Verità Roma e Berlino, il mese scorso, si sono confrontate sulla Sea Watch 4, nave che fa capo a una Ong tedesca e che negli ultimi giorni di agosto aveva soccorso alcune centinaia di migranti, premendo per farli sbarcare in Italia. A tal proposito, La Verità ha visionato un cablogramma non classificato, datato 25 agosto, che descrive un incontro che l'ambasciatore italiano in Germania, Luigi Mattiolo, ha avuto con il sottosegretario all'Interno tedesco, Helmut Teichmann. Nel documento, il diplomatico riferisce di aver cercato di sensibilizzare l'interlocutore «in merito alle implicazioni delle attività di salvataggio della nave Sea Watch 4 al largo delle coste libiche e dell'intenzione, manifestata dall'equipaggio, di dirigersi verso le coste italiane per far sbarcare oltre 200 migranti». A questo proposito, Mattiolo ha messo in luce «le difficoltà pratiche e le implicazioni politiche di tale decisione, che non tiene alcun conto delle chiare indicazioni promananti dalla Guardia costiera italiana al riguardo». L'ambasciatore riporta inoltre di aver fatto presente la capienza ormai limitata delle navi quarantena, sottolineando anche il serrato dibattito politico e istituzionale in corso tra Palazzo Chigi e la Regione Sicilia in materia di migranti. «Alla luce delle criticità evidenziate, ho ribadito», ha proseguito Mattiolo, «l'impossibilità per l'Italia di permettere lo sbarco dei migranti a bordo della Sea Watch 4 e auspicato che la Germania possa farsi carico degli stessi, rilevando come la dimensione e la struttura della nave Sea Watch 4 permettano la navigazione fino a un porto tedesco». Secondo il cablogramma, Teichmann ha replicato dicendosi «perfettamente a conoscenza della questione». Ha quindi «convenuto che la Sea Watch 4 è perfettamente in grado di navigare verso un porto tedesco in condizioni di sicurezza e, assicurando che si farà latore del nostro messaggio presso il ministro Horst Seehofer, ha anticipato la disponibilità da parte tedesca a valutare la possibilità di offrire un porto tedesco di sbarco (Amburgo o Cuxhaven) alla Sea Watch 4». Teichmann ha poi aggiunto che una «eventuale» proposta di sbarco da parte tedesca avrebbe dovuto accompagnarsi «a una linea della fermezza da parte delle autorità italiane (e maltesi)». Questo perché «uno sbarco dei migranti in uno dei due Paesi complicherebbe le prospettive di trasferimento in Germania dei migranti, che a quel punto dovrebbero essere trasferiti per via aerea». Alla fine Berlino non è che abbia fatto granché. Pochi giorni fa, la Sea Watch 4 è stata fatta entrare nel porto di Palermo, per trasferire i migranti su una nave quarantena. La stessa portavoce dell'Ong, Giorgia Linardi, ha detto: «Non porteremo mai le persone in Germania». Insomma, o Seehofer si è voltato dall'altra parte o Teichmann non aveva reali intenzioni di aiutare il nostro Paese. Proseguono intanto gli sbarchi sulle nostre coste. Ieri mattina, 62 migranti sono approdati al porto di Crotone: erano a bordo di una barca a vela, rintracciata da Guardia di finanza e Capitaneria di Porto. Tutto questo, mentre a Lampedusa sono approdati 38 tunisini. Altri 18 migranti, dopo lo sbarco a Cala Pulcino, sono stati inoltre trasferiti nell'hotspot di contrada Imbriacola. Il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, aveva affermato che i tunisini si spostano su «barchini autonomi» che «non possono essere fermati». La polizia ha nel frattempo arrestato 14 cittadini stranieri, accusati di appartenere a un'associazione malavitosa, volta al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Duro il commento di Matteo Salvini: «Gli arresti di stamattina dicono che questi sbarchi non sono casuali o non vedono persone in fuga dalla guerra, sono un traffico di esseri umani finanziato e organizzato».
Jose Mourinho (Getty Images)