2020-12-21
Le nuove mail segrete sulle Ffp3 cinesi comprate da Arcuri
Un messaggio prova il coinvolgimento della Prince international. Fatture proforma e società «fantasma»: pure Pechino ora scavaL'affare da 1,25 miliardi di euro per 801 milioni di mascherine concluso dalla struttura del commissario straordinario per l'emergenza Covid Domenico Arcuri è un pozzo senza fondo di sorprese. Innanzitutto perché, come ci hanno riferito fonti vicine al governo cinese, nel periodo maggio-luglio 2020 nessuna azienda del Dragone sarebbe stata in grado di fornire centinaia di milioni di mascherine Ffp3 certificate al governo italiano.E invece due piccole società cinesi, la Wenzhou light industrial products art & crafts import export co. ltd e la Luokai trade co. ltd, sarebbero riuscite a consegnarne ben 231.617.647 tutte al prezzo di 3,4 euro l'una. Gli ordini di entrambe sarebbero partiti tutti il 15 aprile, a parte uno del 6 aprile da 10.000.000 di Ffp3. La Luokai, che avrebbe consegnato oltre 121 milioni di Ffp3 e 450 milioni di chirurgiche, è nata il 10 aprile 2020 e ha un sito di una paginetta che vuole far credere, mostrando foto di operai solerti intenti a realizzare mascherine, che si tratti di una vera fabbrica e non di una società di commercio internazionale quale appare essere (è controllata dalla Zhejiang hongfa import and export co. ltd). Dalla Cina ci fanno sapere che una azienda che produce dispositivi di protezione non è in grado di ricevere in pochi giorni le autorizzazioni governative necessarie per realizzare mascherine. E, invece, la Luokai pare avercela fatta. Ma non è il solo giallo che riguarda la ditta di Wenzhou. La sua pagina Web, come ha scoperto la trasmissione Fuori dal coro, rimanda a quella della Prince international di Shanghai controllata da Qiuhe Pan, una trentanovenne cinese residente nella periferia di Roma. La cosa ci aveva fatto supporre che dietro alla Luokai ci fosse proprio la Prince international dell'«italiana» Pan. Ma adesso quella che era una semplice ipotesi si sta trasformando in una certezza. Infatti La Verità ha recuperato quattro mail scambiate tra la struttura del commissario e due intermediari italiani, l'ingegnere Andrea Tommasi e il giornalista della Rai in aspettativa Mario Benotti. Nella prima di esse, datata 21 marzo (Arcuri era stato nominato da appena tre giorni), Benotti scrive a Silvia Fabrizi di Invitalia, funzionaria che da lì a poco sarebbe diventata attraverso un'ordinanza membro dello staff commissariale, e allega una fattura proforma. Che è proprio intestata alla Prince international, società che nelle mail successiva sparirà dall'elenco dei fornitori, salvo ricomparire, forse per un errore, nel sito della Luokai, nata il 10 aprile. Ricordiamo che le fatture proforma solitamente vengono emesse per richiedere il pagamento al cliente prima dell'emissione della fattura fiscale effettiva. Per questo bisognerà capire se i soldi siano stati erogati prima o dopo la consegna del materiale, dal momento che Benotti e soci hanno sempre evidenziato che i loro referenti cinesi non avrebbero chiesto anticipi di alcun tipo.la missivaNella missiva del 21 inviata da Benotti si legge: «Le rimetto (alla Fabrizi, ndr) un'offerta per le mascherine reperita per il tramite delle nostre reti dell'industria della Difesa di cui il consorzio Optel che presiedo fa parte». In realtà in tv Benotti ha specificato che il suo consorzio, senza scopo di lucro, aveva i giusti contatti «nel settore della scienza della vita». Alla fine il giornalista ha incassato ben 12 milioni di euro di commissione per aver messo in contatto Arcuri con i cinesi. Un'altra cinquantina di milioni di euro è finita nelle casse della Sunsky srl di Tommasi, un tesoretto a cui vanno scalati i 3,8 milioni destinati alla Guernica srl dell'ecuadoriano Jorge Solis, imprenditore specializzato nel settore delle bibite. Va ricordato che in Cina difficilmente si pagano commissioni tanto elevate e il governo, molto sensibile al rischio di riciclaggio, è estremamente attento a questo tipo di pagamenti. Quei soldi sono usciti dalla Cina sotto forma di provvigioni o con un'altra causale?Un'ulteriore sorpresa arriva dal sito cinese della Prince international. Essa infatti opererebbe come «ufficio di Shanghai dell'Athena group», una ditta italiana posseduta per il 70% dalla signora Pan. La Athena viene così descritta: «Azienda di soluzioni industriali professionali con quattro società controllate tra cui una ditta di valvole, una fabbrica di pompe, una di strumenti e sistemi di filtraggio». La Pan risulta abitare in uno stradone del quartiere popolare del Quadraro. Ma lì nessuno la conosce, anche se sul citofono del suo indirizzo di residenza c'è una persona con il suo stesso cognome. La sostituta della portinaia ricorda solo: «In quell'appartamento pochi giorni fa è entrata la Guardia di finanza, ma non ha trovato nessuno». Nei giorni scorsi l'Interpol avrebbe chiesto informazioni sulla Pan al ministero dell'Interno cinese.lista neraCome abbiamo già detto, pur avendo trasmesso una fattura proforma intestata alla «presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento della Protezione civile», nella mail di cui vi abbiamo parlato, la Prince international non è stata contrattualizzata. Al suo posto, il 25 marzo, la struttura commissariale, tramite gli stessi mediatori, effettua un ordine con la Wenzhou moon-ray, che ha come attività «import-export di merci, di tecnologia, vendita di calzature e materiale per calzature, abbigliamento e accessori, hardware, prodotti in pelle». Ma soprattutto, in Cina, sarebbe inserita in una sorta di lista nera a causa di «procedimenti legali, dispute di natura finanziaria, violazioni dei limiti di consumo e per la sottoposizione a procedimenti esecutivi per inadempimento delle obbligazioni risultanti dal trust». In pratica non può neppure effettuare spese come acquistare un biglietto di un treno o di un aereo. Forse per questo, come comunicato in una seconda mail dall'ingegner Tommasi a un altro dipendente di Invitalia, Antonio Fabbrocini, per i contratti successivi viene proposta come alternativa la Wenzhou light industrial products ltd, per una commessa di 80 milioni di mascherine: «Come potrai vedere le proforma sono di due società diverse. La prima è della Moon-ray, la società che vi sta fornendo l'ordine attuale, l'altra della Wenzhou light industrial products Ltd, che è la capo commessa del consorzio a cui fa riferimento anche la Moon-ray. La differenza tra le due […] sta solo nei tempi di consegna». La seconda avrebbe completato le forniture entro il 15 maggio anziché il 15 giugno. Anche la Wenzhou light craft in Cina viene considerata poco più che una ditta individuale e ha come attività principale l'import-export, soprattutto di «calzature, abbigliamento, apparecchiature mediche, valigie, attrezzature sportive, elettrodomestici, occhiali, accendini, hardware, ricambi auto, accessori per la casa». Il 6 e il 15 aprile ha siglato contratti con il commissario straordinario per 100 milioni di mascherine Ffp2 e 100 milioni di Ffp3.L'ultima fornitura di Ffp3, la più cospicua, come detto, viene erogata dalla misteriosa Luokai, collegata alla Prince international e nata solo il 10 aprile.Adesso qualcuno dovrà spiegare quali certificazioni del prodotto siano state fornite dal consorzio cinese.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)