2022-08-22
Lucio Malan: «Le nostre idee chiare saranno più efficaci del credito di Draghi»
Il senatore di Fdi: «Le tasse sugli extraprofitti e il tetto al prezzo del gas non hanno funzionato. Letta contro l’interesse nazionale».Senatore Lucio Malan (Fratelli d’Italia), al di là delle schermaglie della campagna elettorale si prospetta una stangata catastrofica sulle bollette per famiglie e imprese. Mentre parliamo, Gazprom sospende la fornitura di gas per tre giorni, e il prezzo si impenna. Il ministro Roberto Cingolani ha detto che la situazione italiana è più sostenibile rispetto a quella degli altri Paesi. Ci crede? «Voglio sperare che abbia ragione, anche se sappiamo tutti che ci attendono giorni difficili. Intanto prendo atto che la battaglia di Draghi in Europa per mettere un tetto al prezzo del gas non ha raggiunto l’obiettivo». Sta dicendo che il governo Draghi non ha fatto abbastanza per scongiurare la tempesta autunnale? «Dico che al momento buono, quando si trattava di portare a casa qualcosa di utile per l’Italia, il ventilato prestigio di questo governo non è servito. Forse, più che il prestigio, occorre un governo con le idee chiare». In particolare, dove hanno fallito? «Consideriamo anche la famosa tassazione degli extraprofitti delle aziende energetiche: non ha fornito il gettito sperato. Qualcosa non ha funzionato anche su quel versante. E sarebbe bello se il governo si degnasse di rispondere alle nostre interrogazioni per spiegarci il perché». Lei che spiegazione si è dato? «Prendo atto che quando si cercano di tassare i colossi, che pure sono facilmente individuabili, la mano pubblica è sempre leggera, mentre colpire le famiglie è decisamente più semplice e immediato». Quali sono i provvedimenti più urgenti per arginare il caro bollette?«È giusto continuare a cercare altri fornitori, e nel contempo far ripartire la produzione nazionale di energia, tenendo conto che se la situazione internazionale non cambierà, andremo incontro a difficoltà notevoli, che bisognerà affrontare tutti insieme».E cosa invece andrebbe evitato?«Certamente ciò che non bisogna fare è remare in senso opposto: se andiamo a leggere il programma dei Verdi, principale alleato del Pd, troviamo scritto che è proibito trivellare e costruire rigassificatori, e che occorre rifornirsi esclusivamente dall’estero. Peccato che all’estero sono già tutti a caccia di energia. Non è così che si risolvono i nostri problemi». La sinistra radicale, di fatto, con queste posizioni ha inserito la patrimoniale in bolletta?«Se le posizioni sono queste, di fatto sì, essendo loro contrari alla realizzazione di nuove strutture che ci consentirebbero di avvicinarci all’indipendenza energetica». Nonostante le sanzioni, la Russia continua a incassare denaro occidentale in cambio di un gas sempre più caro. Quelle sanzioni vanno confermate? «Era chiaro fin dal principio che da questo punto di vista l’Italia avrebbe patito più degli altri. Per questo abbiamo chiesto da subito l’istituzione di un fondo di compensazione per quelle economie che stanno pagando un prezzo maggiore per le sanzioni. Non ci risulta, purtroppo, che le nostre istanze siano state accolte». Nello stesso tempo L’Europa potrà imporre riduzioni ai consumi. E ci viene detto che i Paesi con maggiori scorte di gas, come l’Italia, dovrebbero essere solidali con gli altri.«Certi principi non si possono rifiutare a priori, ma neanche accettare a scatola chiusa. Siamo pronti a cedere gas ad altri Paesi in nome della solidarietà europea? Sì, ma in cambio pretenderei la stessa solidarietà europea per aiutare l’Italia a riparare i danni delle sanzioni, o magari per supportarci nella gestione del flusso incontrollato di migranti». Intanto s’infiamma lo scontro tra Letta e Meloni per le interviste rilasciate dal segretario Pd alla stampa estera. È forse proibito attaccare gli avversari davanti ai giornalisti stranieri?«È una condotta disonesta che va contro gli interessi della Nazione. Dire ad esempio che la vittoria del centrodestra equivarrebbe alla vittoria di Putin lo considero gravissimo. Lega e Forza Italia hanno governato con il Pd, mentre Verdi e Sinistra italiana vogliono uscire dalla Nato. La prossima intervista alla Cnn, Letta dovrebbe farla con Bonelli da una parte e Fratoianni dall’altra». Intanto la Pravda russa attacca Giorgia Meloni sulle sue scelte atlantiste. «La potenziale premier», scrivono, «ha scelto la strada dell’abisso». Siete accusati di putinismo, ma anche bersaglio dei putinisti? «Se scendessimo al livello del Pd, potremmo dire che la Pravda, cioè la Russia, si schiera con gli avversari di Meloni, cioè con il partito democratico. Più seriamente, è chiaro che un’Italia guidata da Giorgia Meloni sarebbe protagonista dell’alleanza occidentale, e contribuirebbe a una migliore gestione dei dossier internazionali, segnati oggi da una carenza di leadership». Il segretario regionale del Pd lucano, Raffaele La Regina, alla fine rinuncia alla candidatura dopo le frasi antisemite pubblicate sui social. Caso chiuso?«Episodio sconcertante. Quel personaggio, con quelle idee, che peraltro da tempo si occupa di questioni internazionali, stava davvero per entrare in Parlamento? Come è possibile che abbiano scelto lui, mentre altri validi esponenti della sinistra sono rimasti fuori dalle liste?».Un centrosinistra sempre più schiacciato su posizioni radicali? «L’estremismo del Pd è preoccupante, figlio della vecchia dottrina del Pd: “Nessun nemico a sinistra”, nel senso che ogni spazio verso il radicalismo dev’essere abbracciato, attraverso certi tipi di battaglie e certi tipi di alleanze. In aggiunta, c’è l’interesse correntizio di Letta di cacciar via dal partito ogni voce di dissenso». «Inginocchiati o ti sparo». Che effetto le ha fatto il video di Albino Ruberti, l’ormai ex capo di gabinetto di Gualtieri?«Fa obiettivamente una certa impressione vedere che un personaggio in posizioni così delicate adotti un simile linguaggio». L’interessato si è giustificato tirando in ballo ragioni di tifo calcistico…«Se fosse vero, ci sarebbe l’aggravante dei futili motivi. In altri tempi si litigava almeno per questioni ideali: Trotzky contro Stalin. Detto questo, immaginatevi la bufera se al suo posto ci fosse stato un uomo di centrodestra. Alla fine l’episodio in sé è trascurabile, ma mette in risalto qualche cedimento caratteriale…».Da quelle parti c’è nervosismo?«È ormai chiaro a tutti che, al di là delle dichiarazioni, il Pd non ha paura del cosiddetto “ritorno del fascismo”: più semplicemente, la loro vera preoccupazione è quella di lasciare il potere. È normale, quando si è abituati a governare anche quando le elezioni si perdono. Conseguentemente, sono sotto pressione e stanno perdendo anche la testa: lo dimostra questo particolare episodio, e lo dimostra la guerra intestina sulla compilazione delle liste dei candidati». Dopo la candidatura del virologo Andrea Crisanti, sono piovuti gli attacchi: con voi al governo durante la pandemia avremmo avuto molti decessi in più. «Bisognerebbe evitare di strumentalizzare i morti in campagna elettorale, in questo caso facendo affermazioni senza alcun riscontro. Detto questo, è curioso candidare nello stesso tempo Crisanti e il ministro Speranza, che sulla gestione sanitaria la pensano all’opposto. C’è il Letta che dà ragione a Speranza, e il Letta che dà ragione a Crisanti?». Una volta il centrosinistra candidava i magistrati, oggi i virologi. È una nuova avanguardia intellettuale?«Così come c’è stato un uso politico della giustizia, si può sospettare che ci sia un uso politico della salute. Le candidature di questi giorni sembrano avvalorare questo sospetto». In un futuro governo di centrodestra, sparirà per sempre lo strumento del green pass?«Fratelli d’Italia ha sempre votato contro il lasciapassare. E abbiamo anche l’abitudine di restare coerenti». Carlo Calenda prevede che, pressato dalla crisi economica, nel futuro parlamento si formerà una maggioranza Ursula, di largo respiro. Magari con il ritorno di Draghi. Scenario credibile? «Più che una previsione, mi sembra un piano d’azione. Per contrastare la vittoria del centrodestra, prevedono già di far cadere il governo sventolando l’emergenza, uno strumento che a sinistra piace tantissimo, perché gli ha già consentito di violare la Costituzione limitando i diritti dei cittadini. Addirittura leggo su certi giornali che, in caso di sconfitta della sinistra, occorrerà agitare la piazza: evidentemente la democrazia funziona bene solo quando vincono loro. Il nostro slogan è: “Siamo pronti”. Pronti anche a questi scenari».