
Stefano Bonaccini si affida ai sindacati per distribuire le mascherine. Ieri, in una conferenza stampa via Facebook, il presidente dell'Emilia Romagna ha dichiarato che due milioni di pezzi andavano ai Comuni perché li consegnassero ai cittadini, mentre un milione di presidi di protezione individuale sarebbe finiti «alle parti social per darli ai lavoratori e alle lavoratrici». Nella Regione che rimane rossa, questo significa mettere le mascherine nelle mani di Cgil, Cisl e Uil. L'occhio di favore sarò soprattutto per la prima sigla, il cui ex vicesegretario generale, il piacentino Vincenzo Colla che si era schierato «contro questa destra», è diventato assessore al Lavoro dopo la riconferma di Bonaccini. Il governatore ha cercato di giustificare la scelta sostenendo che si potrà ripartire «laddove si garantisce ai lavoratori la messa in sicurezza come per fortuna sta accadendo», nelle fabbriche che sono rimaste aperte.
Protocolli molto rigidi sul distanziamento e mascherine per tutti, ha tuonato Bonaccini, lasciandosi scappare che «qui l'accordo sarà meno difficile che da altre parti per la modalità con cui da anni lavoriamo nel patto per il lavoro». Tradotto più chiaramente, in Emilia Romagna i sindacati hanno più potere e nella gestione dei presidi per i lavoratori sarebbero una garanzia di sicurezza.
Per carità, giustissimo pensare di dotare di mascherine chi passerà molte ore in fabbrica, creando protocolli aziendali, ma perché solo i sindacati dovrebbero essere deputati a consegnarle? La Lombardia, con le stesse motivazioni di affidarne la distribuzione a chi incontra comunque la gente per altri motivi, ha usato farmacie ed edicole nella distribuzione. Non i sindacati, che comunque creano un'occasione di contatto diversa dall'acquisto di un giornale e di medicine. Vai alla Cgil a prenderti le mascherine e poi giri rapido i tacchi infilando la porta d'uscita? O non sarai comunque coinvolto anche solo mentalmente dalla decantata iniziativa presidiosanitariogratuito grazie al sindacato?
La scelta ha un chiaro contenuto politico, che Bonaccini mal nasconde dichiarando: «È impossibile fornire un milione di mascherine ogni giorno», sia per il numero, sia per le modalità di distribuzione. Il governatore ha comunicato la sua decisione infilandola tra le tante, ripetute dichiarazioni nel corso di una conferenza stampa di quasi un'ora, nella quale si è detto più volte orgoglioso di aver stanziato 320 milioni di euro per la fase due, rivolti a imprese, personale sanitario (con un bonus di mille euro a testa) e famiglie.
Bizzarra è anche la decisione del governatore di far trovare mascherine gratuite per i cittadini fuori da supermercati e negozi di alimentari «senza pericolosi assembramenti». Nella nota sul provvedimento, la Regione spiegava che «si vuole incentivare il più possibile l'utilizzo di dispositivi di protezione individuale». Sì, però chi vigila su questa modalità «informale», ovvero senza controllo? Bonaccini è certo che nessuno farà scorta per sé, per amici e parenti?
Prima della conferenza stampa via Facebook, in mattinata il governatore aveva detto a Rai Radio: «Non possiamo rimanere tutti chiusi in casa per i prossimi due anni, né rischiare di avere carestia dopo questa tragedia sanitaria».
Sul tema della ripartenza, insisteva che «bisognerà immaginare di ripartire con totale cautela, senso di responsabilità e testa sulle spalle», sottolineando che è necessario «un protocollo rigoroso per il quale, una volta deciso dal governo quali altri settori possono riaprire oltre a quello primario, le imprese diano determinate garanzie sul distanziamento sociale e sui sistemi di protezione individuale per i lavoratori». E chi meglio dei sindacati può vigilare, hanno considerato in Regione, pensando addirittura a mettere nelle loro mani i presidi per essere certi che vadano a buon fine.
Bonaccini ha anche aggiunto: «Quando sento politici o miei colleghi fare gli scienziati mi viene da sorridere, o da piangere. Devono essere coloro che hanno degli strumenti a dirci quali siano le migliori buone pratiche per evitare che le persone si ammalino». Il governatore, da parte sua, una «buona pratica» l'ha già pensata e adottata, fare un ulteriore regalo ai sindacati, coinvolgendoli nella distribuzione delle mascherine gratuite di cui tanto va orgoglioso.






