2022-11-08
Le due Ong non schiodano «I migranti sono depressi». Ma arrivano le maxi multe
Sanzioni fino a 50.000 euro se Humanity One e Geo Barents non lasceranno il porto. La Rise Above potrà approdare a Reggio Calabria. Ocean Viking, pressing su Roma.Con il governo che non accenna a indietreggiare sugli sbarchi, dalle navi al molo di Catania hanno tentato le ultime estreme strategie di protesta: in tre si sono buttati in mare dalla norvegese Geo Barents, dalla quale è stata permessa in totale la discesa a 359 persone (tra cui 56 minori non accompagnati, tre donne, 41 componenti di nuclei familiari e gli stessi due finiti in acqua). Il terzo, invece, è subito risalito spiegando che voleva cercare di soccorrere i compagni di viaggio (i quali, dal molo, hanno scritto una lettera per chiedere asilo); solo cinque dei 35 ancora a bordo della tedesca Humanity One (dalla quale sono sbarcati in 144), invece, hanno accettato i pasti.Il capitano della nave tedesca Joachim Ebeling, al quale è stato intimato di lasciare il porto, ha ribadito il suo rifiuto a eseguire l’ordine. «La nave», ha affermato, «è ferma nel porto dallo scorso sabato, non vi sono ragioni per lasciarlo». Anche alla Geo Barents è stato notificato un avviso di sfratto dal porto: «Abbiamo ricevuto un avvertimento che ci dice che se non rispettiamo le norme del decreto rischiamo una multa fino a 50.000 euro», fanno sapere da Medici senza frontiere (la stessa sanzione la rischia Humanity One). E ora il capomissione di Geo Barents, Juan Matias Gil, ha chiesto alle autorità di fare una rivalutazione delle persone a bordo, perché, sostiene, non ci sarebbe stata alcuna verifica delle condizioni psicologiche e a bordo alcuni dei passeggeri non giudicati «fragili» avrebbero manifestato stati depressivi. Una strategia per prendere tempo, probabilmente. I due taxi del mare, di fatto, non hanno intenzione di sloggiare.Mentre dalla Germania pontificano: il salvataggio in mare è un «dovere morale e giuridico e non può essere impedito», hanno affermato i portavoce dei ministeri degli Esteri e dell’Interno del governo tedesco. Senza fare un cenno però alle redistribuzioni, per le quali, tramite la Francia, avevano pure inizialmente confermato un certo interesse.E proprio in Francia il ministro per le Politiche europee Raffaele Fitto, durante un incontro a Parigi con il ministra francese per gli Affari europei Laurence Boone, ha ribadito la necessità di una «assunzione di responsabilità dei Paesi di bandiera delle navi delle Ong». Da Oim, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni delle Nazioni Unite, e Unhcr, l’Agenzia Onu per i rifugiati, chiedono «agli Stati europei di proteggere le vite delle persone soccorse ponendo fine all’attuale impasse e offrendo un porto sicuro per lo sbarco. Lo sbarco in sicurezza dovrebbe essere seguito da una significativa condivisione delle responsabilità tra tutti gli Stati interessati attraverso accordi regionali e di cooperazione, in modo che tutti gli Stati costieri possano assolvere alle proprie responsabilità di ricerca, soccorso e sbarco».Le Ong, riunite attorno a un tavolo con la Cgil e Magistratura democratica, chiedono di ritirare i decreti che impediscono gli sbarchi agitando lo spettro di «una condanna dell’Italia per respingimenti illegali, come nel 2012». Il vicepremier Matteo Salvini ha subito risposto: «Vi immaginate un capitano italiano su una nave italiana in un porto tedesco che cerca di dettare legge? Sono stati fatti sbarcare bimbi donne e malati, ma bisogna riapplicare un principio che funziona in tutto il mondo. Una nave che batte bandiera tedesca è territorio tedesco e quindi l’Europa e la Germania se ne devono fare carico». E ha aggiunto: «In Europa torneremo a fare quello che abbiamo fatto per anni, chiedere ricollocamenti e redistribuzioni. Quando erano in vigore i decreti sicurezza non solo erano diminuiti gli sbarchi ma si erano anche dimezzati i morti». Infine, ha definito i viaggi dell’immigrazione illegale «sempre più pericolosi, perché finanziano armi e droga. Vanno stroncati». Alla nave Rise Above di Sos Lifeline è stato assegnato il porto di Reggio Calabria. A bordo ci sono 89 passeggeri. Per loro non si profilerà il triage sanitario e la verifica delle condizioni per poter sbarcare, perché è stato valutato come un evento di ricerca e soccorso. Negli ultimi giorni il taxi del mare era rimasto a ridosso della costa orientale della Sicilia. Ocean Viking, invece, è ancora in acque internazionali con 234 persone a bordo in attesa di una assegnazione. È in mare da 20 giorni e scruta l’Italia da 14. Da ieri ha avviato un’azione decisa di pressing, sostenendo che i passeggeri avrebbero cominciato a manifestare l’intenzione di buttarsi in mare. Inoltre, la fiducia nei confronti del personale sarebbe stata erosa dall’assenza di soluzioni in vista. «È una situazione insostenibile», comunica la Ong, prevedendo che «incidenti gravi potrebbero verificarsi in qualsiasi momento tra i sopravvissuti o nei confronti dell’equipaggio». Inoltre dalla nave è stato segnalato al Centro di coordinamento per il soccorso in mare che tre pazienti avrebbero bisogno di cure di livello ospedaliero. E a uno dei tre sarebbe stata diagnosticata una polmonite. «Non stiamo facendo mancare a nessuno l’assistenza umanitaria, come ci viene internazionalmente riconosciuto», ha detto in serata il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, «ma siamo fermi sui nostri principi». Mentre l’Ong dei Paesi Baschi Salvamento Maritimo Himanitario ha deciso di rinviare la missione prevista a breve per andare nel Mediterraneo a recuperare i migranti. Scrive l’agenzia Efe che, tra le motivazioni per questa decisione, ci sarebbero proprio le «incertezze sulle misure che potrebbe prendere il nuovo governo di estrema destra».
(Ansa)
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