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Le bombe per Assad cadono sul centrodestra

Le bombe per Assad cadono sul centrodestra
ANSA

Le bombe di Trump sulla Siria pare che non abbiano fatto né vittime né grandi devastazioni. In compenso qualche danno lo hanno provocato in Italia, perché ieri, quando la politica si è svegliata con la notizia dell'attacco, lanciato oltre che dagli americani anche da inglesi e francesi, le reazioni non sono state unanimi. Anzi. Il primo obiettivo centrato dalla polemica post bombardamento è il centrodestra, che già era vicino all'esplosione, ma ieri è letteralmente andato in pezzi.

Qualcuno potrebbe pensare che sulle questioni estere si possano anche tenere opinioni diverse senza essere costretti a divorziare. In realtà la vicenda dimostra che lo scontro non riguarda qualche cosa di lontano, dove ognuno ha diritto a votare secondo coscienza. Ma è la spia di un malessere più profondo, che rivela ciò che da tempo pensiamo e cioè che Salvini e Berlusconi non sono fatti per andare d'accordo. Troppo diversi per cultura e visione, troppo lontani a causa di interessi e obiettivi. Diciamo la verità: nessuno di noi avrebbe scommesso un soldo sul fatto che alle elezioni del 4 marzo Lega e Forza Italia si sarebbero presentate insieme. Infatti, se ai tempi di Umberto Bossi c'era il rito della cena del lunedì ad Arcore, dove i due leader con la mediazione di Giulio Tremonti si mettevano d'accordo e trovavano la «quadra», tra Salvini e il Cavaliere non c'è nessuna camera di compensazione. I due viaggiano su strade lontane e non hanno alcun disegno per colpire uniti. Inutile girarci intorno, fino all'ultimo Berlusconi ha coltivato il disegno di un'alleanza con il Pd, ritenendo più organica alla sua la leadership di Matteo Renzi rispetto a quella di Matteo Salvini. E anche ora i consiglieri del Cav parlano più volentieri con quelli dell'ex segretario Pd che con gli uomini del segretario leghista. Ogni giorno le pagine dei quotidiani riferiscono di un colloquio riservato o di un messaggio scambiato fra l'entourage berlusconiano e gli appartenenti al Giglio magico, mentre sono pochi e radi i contatti fra Arcore e via Bellerio, che pure distano in linea d'aria appena 17 chilometri.

Le bombe di Trump dunque sono state solo una miccia accesa sotto a una polveriera che era già pronta ad esplodere, perché il solco apertosi in queste ore fra Lega e Forza Italia viene da lontano. Se si rileggono le cronache dei mesi scorsi ce ne si rende conto agevolmente. Salvini non ha mai riconosciuto Berlusconi come leader del centrodestra, ma Berlusconi ha sempre pensato che i consensi superiori di Forza Italia avrebbero piegato la resistenza dell'erede di Bossi. Così non è stato, perché alla fine i voti della Lega hanno sopravanzato quelli del Cavaliere e da qui discende tutto.

Giunti a questo punto è però lecito chiedersi che succederà, nel centrodestra e nel Paese, che, giova ricordarlo, è guidato da un governo dimissionario in un momento in cui sono richieste decisioni nazionali e internazionali di non poco conto. La nostra sensazione è che Berlusconi non voglia fare un governo con i 5 stelle, anche perché i 5 stelle non vogliono farlo con lui. Il Cav preferisce un governo del presidente, con dentro tutti, in modo che tutti i partiti risultino annacquati. Sul Colle dunque si sono inventati la formula del governo di traghettamento. Ma è nostra convinzione che alla fine su quel traghetto la Lega non salirà e forse non ci saliranno neppure i grillini. Il che significa tre cose: la prima è che avremo un governo di minoranza, la seconda che fra un anno si tornerà a votare e la terza che la resa dei conti nel centrodestra è cominciata e si protrarrà fino al prossimo voto, quando gli elettori pronunceranno la parola fine.

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La risposta alla scoppiettante Atreju è stata una grigia assemblea piddina

Xmas Comics & Games, il racconto pop che passa dal fumetto al palco

All’Oval del Lingotto due giorni dedicati alla cultura pop tra autori di fumetti, cosplay, musica e gioco. L’undicesima edizione di Xmas Comics & Games conferma Torino come spazio di incontro tra linguaggi, generazioni e immaginari diversi.

Torino si è trasformata per due giorni in un crocevia di creatività e passioni. L’undicesima edizione di Xmas Comics & Games, svoltasi il 13 e 14 dicembre all’Oval – Lingotto Fiere, ha confermato il suo ruolo di appuntamento culturale invernale per gli amanti del fumetto, dei videogiochi, del cosplay e della musica. Un festival che non si limita a intrattenere, ma racconta la cultura pop contemporanea attraverso molteplici linguaggi.

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Mogadiscio di nuovo nella morsa jihadista
i,Hamza Abdi Barre (Getty Images)
Dietro l’aumento delle violenze nei mari ci sono gli islamisti, che controllano la costa della nostra ex colonia.

Quando, nella primavera del 2025, una serie di assalti coordinati colpì la fascia costiera centrale della Somalia, nelle ambasciate affacciate sull’Oceano Indiano iniziò a serpeggiare un interrogativo inquietante: il crollo dell’ordine statale avrebbe ricordato di più la caduta di Kabul o l’implosione graduale di altri teatri dominati da milizie jihadiste? Le bande armate che oggi si muovono tra porti improvvisati e villaggi costieri hanno sottratto porzioni strategiche del litorale alle già fragili forze governative, spingendosi fino alle porte di Mogadiscio senza incontrare resistenza significativa. A luglio, gli equipaggi delle navi in transito segnalavano check point pirata a meno di 50 chilometri dalla capitale, mentre diverse missioni diplomatiche trasferivano il personale non essenziale in Kenya. Poi, quasi all’improvviso, l’avanzata si arrestò, lasciando il governo a celebrare una vittoria più propagandistica che reale, mentre gli osservatori più avvertiti attendevano solo il momento in cui i predoni del mare avrebbero ripreso il loro slancio.

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Il trionfo di Kast sposta il Cile a destra
Il presidente eletto del Cile José Antonio Kast e sua moglie Maria Pia Adriasola (Ansa)

Il Cile vira a destra. Il candidato presidenziale conservatore, José Antonio Kast, ha battuto al ballottaggio l’avversaria di sinistra, Jeannette Jara, ottenendo il 58% dei voti contro il 41% conseguito dalla rivale.

«Il Cile tornerà ad essere libero dalla criminalità, libero dall'angoscia, libero dalla paura», ha dichiarato il vincitore. «Criminali, delinquenti: le loro vite cambieranno. Li cercheremo, li troveremo, li giudicheremo e poi li rinchiuderemo», ha aggiunto. Sostenitore di Donald Trump, Kast, durante la campagna elettorale, ha promosso un programma politico securitario e all’insegna di una stretta contro l’immigrazione clandestina. Non solo. Ha anche promesso una politica economica liberista e improntata alla deregulation in determinati settori.

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