2025-02-18
Lautaro a rischio per la bestemmia «muta»
Dopo la sconfitta nel derby d’Italia, il centravanti dell’Inter è stato inquadrato mentre reiterava espressioni blasfeme. Il regolamento prevede la squalifica per questa condotta ma oltre al video è necessaria la prova audio, che finora non è saltata fuori. Che non sia un buon momento per l’Inter, in generale, e per Lautaro Martinez, nello specifico, è ormai sotto gli occhi di tutti. I nerazzurri, è vero, sono ancora in piena lotta per lo scudetto con il Napoli e in corsa sugli altri due obiettivi stagionali, Champions league e Coppa Italia, ma gli ultimi risultati negativi, con una sola vittoria nelle ultime quattro partite di campionato, hanno fatto accendere la spia del motore della squadra di Simone Inzaghi. La sconfitta patita domenica sera allo Stadium dalla Juventus ha infatti lasciato più di uno strascico. A cominciare proprio dal capitano interista che al triplice fischio dell’arbitro Maurizio Mariani ha dato sfogo a tutta la sua rabbia al centro del campo, mentre raggiungeva il tunnel che porta agli spogliatoi, urlando in maniera reiterata frasi blasfeme, facilmente intuibili dalla lettura del labiale.L’episodio è stato ripreso dalle telecamere di Dazn che proprio in quel momento hanno indugiato su un Lautaro visibilmente nervoso per la sua prestazione e per quella della squadra, nettamente sotto le aspettative, per di più in una partita mai banale e dal valore altissimo com’è storicamente il derby d’Italia. Le immagini hanno inevitabilmente impiegato una manciata di minuti a fare il giro del web e diventare virali su tutti i social, da X a TikTok, passando per Facebook e Instagram. Quel che basta per farlo diventare un caso, tra indignazione generale e moralismo diffuso, con i giudici da tastiera che hanno già emesso le loro sentenze: «Prendere provvedimenti», «Dategli cinque giornate di squalifica», «Lautaro si scusi», «Un cattivo esempio per i bambini che guardavano», «Sono cattolico, mi ha turbato, intervenite» e chi più ne ha più ne metta. La verità è che, stando al regolamento e in base a quanto stabilisce l’articolo 37 del Codice di giustizia sportiva, il comportamento di un tesserato che viene colto a bestemmiare durante la partita è punibile con una squalifica minima di una giornata. Tuttavia, il protocollo prevede anche che l’espressione blasfema sia comprovata e supportata dall’audio nitido ed è proprio la mancanza del suono che potrebbe salvare Lautaro dalla sanzione del giudice sportivo. In questo senso sono utili alcuni precedenti, anche piuttosto recenti. La scorsa stagione, nel corso di Roma-Juventus, le telecamere di Dazn inquadrarono Bryan Cristante mentre proferiva una bestemmia, ma il centrocampista giallorosso non fu squalificato proprio per l’assenza della prova audio. Al contrario l’ex portiere del Frosinone oggi in forza al Monza, Stefano Turati, fu fermato un turno per aver imprecato in maniera udibile durante la partita contro il Napoli. Durante la trasmissione Pressing, in onda domenica sera su Canale 5, l’ex arbitro e moviolista Graziano Cesari ha spiegato: «Le immagini verranno analizzate benissimo per capire quello che ha detto il capitano dell’Inter. Questa è una competenza del giudice sportivo dopo un’eventuale segnalazione della procura federale». Per capirne di più abbiamo chiesto all’avvocato Mattia Grassani, uno dei massimi esperti di diritto sportivo in Italia, quale sarà la procedura: «Appare innanzitutto fondamentale comprendere se la procura federale ha esercitato la prerogativa di rivolgere al giudice sportivo la segnalazione con contestuale richiesta di analizzare video che documenterebbe la presunta blasfemia. Il giudice sportivo, infatti, non può utilizzare autonomamente la prova televisiva, ma ha la possibilità di porre il supporto audiovisivo a fondamento di una decisione soltanto a seguito dell’intervento della procura federale» spiega Grassani. «La scelta se effettuare o meno la segnalazione al giudice sportivo rientra nella discrezionalità della procura federale, chiamata a valutare, appunto, la sussistenza degli estremi affinché possa essere accertato, oltre ogni ragionevole dubbio, l’utilizzo di espressione blasfema». Abbiamo chiesto all’avvocato se il referto arbitrale, qualora Mariani avesse udito e riportato le frasi blasfeme nel suo rapporto, oppure le testimonianze di chi stava a bordocampo, possano in qualche modo essere influenti: «Oltre alla prova video, la procura federale può aprire un’indagine ed eseguire gli accertamenti anche con altri mezzi, tra cui l’acquisizione della testimonianza di presenti, per valutare la sussistenza degli estremi per l’apertura di un procedimento disciplinare e il conseguente deferimento del calciatore: è quanto accaduto a Buffon, responsabile di aver proferito un’espressione blasfema in Parma-Juventus del 19 dicembre 2020, che venne squalificato per una giornata a seguito di deferimento della procura federale». Infine Grassani fa chiarezza anche sul precedente che riguarda Cristante: «Allora il giudice sportivo non risulta essersi pronunciato, evidentemente perché la procura federale non invocò l’utilizzo dello strumento di prova audiovisiva nei termini sopra descritti. Dunque, probabilmente, detto precedente può rilevare più sul piano dell’attivazione della procura federale piuttosto che in ordine all’approccio dell’organo giudicante».
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