2025-03-10
Laura Ravetto: «Solo donne negli sport femminili»
La deputata leghista: «Con una proposta di legge chiedo al Coni di impegnarsi a bandire dalle competizioni chi è nato uomo. Il reato di femminicidio? Vedo possibili obiezioni di costituzionalità, ma andava introdotto».«Piano amore, che così ti fai male alle braccia. Non fare stare in ansia mamma, ti prego».Ne deduco che non sta parlando con me, onorevole Laura Ravetto.«È il week end con mia figlia».Devo sentirmi in colpa per averla disturbata?«No, perché non ci facciamo mancare nulla. Due giornate di mobilitazione nazionale della Lega con tanto di gazebo».Ah già, la doppia pace.«La pace in Europa e la pace fiscale in Italia. Una proposta di legge della Lega che stiamo orgogliosamente portando avanti».Ma non ho capito dove si trova in questo momento.«Lambrate. Appena postato tutto su Instagram».Ma io sono un boomer, ne capisco poco di quel social. Senta, la provoco subito. Ma se siete al governo, fate il gazebo per dire che farete cose?«Sbagliato. Perché prima di tutto, questa è l’occasione per ricordare ai nostri elettori i risultati raggiunti soprattutto a tutela delle donne».Quali risultati?«Vede che è bene ricordarlo? Neppure lei lo sa»Non mi ero preparato, ecco...«Abbiamo rafforzato il codice rosso. Tradotto significa che il pubblico ministero ha l’obbligo di prendere in carico entro tre giorni le denunce per violenza di genere. Inoltre, abbiamo reso strutturale, cioè permanente, il fondo per il sostegno economico alle donne vittime di violenza. Abbiamo aumentato l’assegno unico familiare a favore delle mamme lavoratrici. Con annessi maggiori sgravi contributivi. Ed esteso la possibilità di usufruire del congedo parentale anche per i padri».Missione compiuta?«No, questo è ciò che abbiamo fatto. Ora c’è da lavorare ad altre proposte. Lavoriamo su cinque punti. Se lei fosse qui leggerebbe il nostro programma per la seconda parte di legislatura».Devo risentirmi ancora in colpa?«No, banalmente lavoriamo ad una proposta di legge che renda esplicito il divieto di burqa. In luoghi pubblici. E soprattutto pene più severe per chi obbliga le donne ad indossarlo. Vogliamo prevedere una nuova fattispecie di reato per un fenomeno tristemente in aumento nelle nostre città: gli stupri di gruppi islamici soprattutto in occasione di grandi eventi come Capodanno».Sì, un termine che non ricordo per definirli.«Taharrush Gamea. Ma vogliamo anche istituire un contributo finanziario per le neomamme fino al terzo anno di vita del bambino per incentivare la natalità. Lavoriamo per integrare i piani formativi scolastici con insegnamenti inerenti all’educazione ed al rispetto delle donne. Ed anche basta a qualsiasi corso sul gender nelle nostre scuole»Non posso non chiederle un commento sulla recente sentenza della Corte di Cassazione. Lo Stato italiano è stato condannato a risarcire i clandestini trattenuti sulla nave militare italiana Diciotti. Direi che è un carburante potente per la campagna elettorale della Lega.«Questa sentenza ha un impatto forte. Oggi, ai banchetti, i cittadini che venivano a firmare mi hanno manifestato tutto il loro sconcerto. Sentenze come questa allontanano le persone dalle istituzioni, perché sono incomprensibili. Come si può risarcire chi entra illegalmente nel nostro Paese? Ho letto le motivazioni. Ed ovviamente mi riprometto di approfondirle ulteriormente. Mi è sembrato di comprendere che tutto verte sul cosiddetto diritto al soccorso. Eppure, queste persone erano già state soccorse. Erano su una nave italiana. Il soccorso c’è stato. Ma da questo sacrosanto diritto che non può essere negato a nessuno, non ne può discendere il diritto a sbarcare illegalmente sul nostro territorio. Lo dico da giurista prima ancora che deputata. Non vedo alcuna base per un risarcimento. È una decisione che sembra dire: “Entra pure illegalmente, che ti diamo anche dei soldi”». Torniamo al tema dei reati contro le donne. Su questo terreno lei è molto attiva. Il reato di femminicidio così come proposto dal governo a noi non convince per niente. Un omicidio è un omicidio. A prescindere dal sesso della vittima.«Ogni tre giorni muore una donna per mano di un uomo. E non viceversa. Quindi il tema esiste. Le donne sono oggettivamente più colpite e di gran lunga. Tuttavia da avvocato ho delle osservazioni da fare».Ho capito, la sua è una difesa di ufficio!«Per niente, anche se le parlo ancora da giurista. Come tale, dico che un omicidio è un omicidio. Infatti, un anno fa, avevo proposto una modifica all’impianto legislativo lavorando sulle aggravanti. Ad oggi si applica se la donna è uccisa dal partner. Io l’aggravante volevo estenderla anche all’ex partner e più in generale all’ambito affettivo. Rimango convinta che fosse necessario allargare il perimetro di tutela. Ora, c’è una proposta governativa che prevede un reato specifico di femminicidio. La sosterrò convintamente. Ma dobbiamo necessariamente mettere la testa su possibili - quanto meno - obiezioni di incostituzionalità. E come vede le parlo ancora da giurista. Prevedere una fattispecie di reato legato alla discriminazione contro le donne risponde - come le dicevo - a una necessità sociale. Direi un’emergenza. Ma in linea di principio si potrebbe obiettare che anche l’uccisione di un uomo per discriminazione ha lo stesso valore di fronte al giudice. Mi impegnerò affinché il testo finale approvato sia solido giuridicamente e comunque tale da resistere ad eventuali rilievi della Corte costituzionale».È soddisfatta delle conclusioni raggiunte dal Consiglio europeo a proposito del riarmo? «La posizione della Lega è fin troppo chiara. È assurdo che l’Europa permetta di superare il Patto di stabilità solo e soltanto per comprare armamenti - si parla di 800 miliardi di euro in più - ma non per costruire ospedali o scuole. Non accettiamo di parlare di difesa o eserciti europei, soprattutto dopo le fughe in avanti di leader come Emmanuel Macron. Un presidente in crisi di consensi in patria che spinge per mandare truppe in Ucraina. Figuriamoci se fossimo guidati da una Francia del genere in un esercito europeo! Personalmente, aggiungo: non sono per niente favorevole alla cosiddetta atomica europea». Torno sui suoi temi. Mi è capitato di leggere una sua proposta di legge a proposito di competizioni sportive. Che in un mondo normale sarebbe inutile. Gli uomini gareggiano con gli uomini. Le donne con le donne.«La mia proposta vuole legare le competizioni sportive al concetto di sesso biologico. Non di genere. L’inclusione è sacrosanta, ma non si possono penalizzare i diritti delle donne. Seguiamo l’esempio di Trump. Non perché lo fa lui, ma perché è banale buon senso. Trump ha emesso un ordine esecutivo dove si stabilisce che nelle competizioni femminili partecipino solo donne di nascita. Con la mia proposta vogliamo impegnare il Coni a fare lo stesso. Sembra assurdo doverlo specificare in una legge, ma purtroppo va fatto: le regole sportive sono diventate sempre più confuse. I controlli ormonali sono sempre meno rigorosi. Mi è piaciuta la frase di J.K. Rowling autrice della fortunata saga di Harry Potter secondo cui la sinistra woke ha voltato le spalle alle ragazze. Lo ribadisco e lo scriva a caratteri cubitali. Io ho il massimo rispetto per chi affronta transizioni di genere. Ma dire che chiunque si senta donna lo sia, di fatto cancella secoli di conquiste femminili. Benefici specifici previsti per le donne di cui parlavo all’inizio, come altri, non possono essere appannaggio anche di uomini solo perché “si percepiscono donne”. E nello sport, curiosamente, il problema si pone soltanto con uomini nelle gare femminili, mai il contrario. Perché gli uomini hanno un vantaggio biologico in termini di forza atletica»Un esempio concreto potrebbe essere quello del nuotatore australiano che vince tutto nelle gare femminili. Più complicato da gestire sarebbe il caso della pugile algerina che sarebbe tecnicamente donna ma con livelli ormonali maschili.«Esatto, il nuotatore Lia Thomas è un caso lampante: le altre atlete si sono lamentate perché un uomo nato maschio domina le competizioni femminili. La mia proposta di legge serve ad impedire proprio questo. Il caso della pugile algerina Imane Khelif, è invece diverso. È nata donna, ma ha livelli ormonali atipici. Per questo abbiamo depositato anche una mozione: oltre al principio “donne di nascita”, servono controlli ormonali. Non per escludere, ma per riequilibrare la competizione. Magari prevedendo percorsi terapeutici o limiti agli allenamenti. Si può trovare una soluzione, se si vuole. A tutela delle donne ma anche dello sport in generale».
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)