2021-01-31
Altra segnalazione antiriciclaggio su Renzi
Matteo Renzi e Bin Salman (Ansa)
Notifica di operazione sospetta a carico del Rottamatore per il pagamento ricevuto da una società. La banca le ha bloccato il finanziamento per il bonifico al leader di Iv, e così è saltato il ciclo di seminariDa tempo le banche di mezza Italia hanno acceso i riflettori sugli affari di Matteo Renzi, e il senatore semplice ha ormai più seguaci negli uffici antiriciclaggio che non tra gli elettori. A metà dicembre i risk manager della Cassa di risparmio di Parma (di proprietà del gruppo francese Crédit agricole), con una segnalazione di operazione sospetta intestata a Matteo Renzi, hanno allertato l'Unità di informazione finanziaria (Uif) della Banca d'Italia su un paio di movimenti dell'ex premier. Si legge nel documento: «Particolarmente sospetti risultano due bonifici […] da e verso il leader di Italia viva Matteo Renzi, oggetto dell'indagine sulla fondazione Open da lui diretta (inchiesta in cui l'ex presidente del Consiglio è indagato per finanziamento illecito, ndr) e chiaramente anche collegato personalmente a Marco Carrai». Quest'ultimo viene citato in quanto destinatario di uno dei due bonifici sotto osservazione, un pagamento da 5.000 euro «con causale prestito infruttifero». In realtà questo trasferimento è facilmente spiegabile: si tratta della restituzione delle spese notarili per la costituzione della Digistart Srl che i due vecchi amici avevano aperto insieme per gestire l'attività di conferenziere a gettone di Renzi. In passato Carrai era già finito in mezzo alle polemiche anche per aver prestato il proprio attico a Renzi, quando l'allora primo cittadino di Firenze non era ancora diventato milionario e anzi faticava a pagare una pigione da 1.000 euro al mese. Poi, a partire dal 2018, l'ex premier ha iniziato a monetizzare la propria notorietà, prima mettendosi in vetrina su un sito Internet come speaker con tanto di tariffario, quindi riciclandosi come conduttore di documentari. In vista dei primi incassi, si era nuovamente rivolto all'amico Carrai anche per farsi anticipare i soldi necessari a firmare il compromesso per l'acquisto di una lussuosa villa da 1,3 milioni di euro sulle colline di Firenze. Somma, pure quella, prontamente restituita. Oggi, nonostante i ricchi introiti (ha un reddito che oscilla intorno al milione grazie a conferenze, libri e altro) e lo scranno da senatore, Renzi, persona politicamente esposta, è diventato lo spauracchio degli uffici antiriciclaggio delle banche preoccupati dalle visite della Guardia di finanza e, più in generale, dalle inchieste che riguardano Matteo e la sua famiglia. Indagini quasi sempre legate ai soldi, da quelle per concorso in bancarotta e false fatture, a quelle per traffico illecito di influenze e turbativa d'asta. A dicembre i risk manager di Cariparma hanno trovato sospetto un versamento ricevuto da Renzi nell'autunno scorso: «Evidente anomalia si riscontra in un bonifico effettuato a favore dell'ex premier di 21.216 euro in data 19 ottobre 2020 avente come causale il pagamento di una fattura, effettuato dal conto corrente intestato alla società Cys4 Srl». Forse in un eccesso di diffidenza gli analisti della banca sono arrivati a collegare quella retribuzione al successivo sequestro da parte della Procura di Firenze di materiale informatico nell'ambito dell'inchiesta Open.La Cys4, fondata nel 2014 da Carrai (che ne è presidente) e dall'ex manager di Eni Leonardo Bellodi, è una società di diritto italiano nata per offrire consulenza ad aziende private in materia di protezione cibernetica. La stessa, oggi guidata dall'ad Giampaolo Moscati, ha come soci Bellodi, Ofer Malka (imprenditore israeliano attivo nel settore dell'energia) e la Cambridge management consulting labs Srl, azienda fiorentina di cui è socio lo stesso Carrai.Ma perché la Cys4 ha versato più di 21.000 euro a Renzi? A quanto risulta alla Verità l'ex premier avrebbe firmato un contratto da 60.000 euro per partecipare a sei seminari o webinar sulla cybersecurity da tenersi in parte in Italia e in parte all'estero tra l'ottobre 2020 e il marzo 2021. Renzi avrebbe dovuto anche collaborare all'organizzazione di questi appuntamenti suggerendo «i keypeople da invitare». La Cys4, per evitare problemi a causa del ruolo pubblico di Renzi, aveva espressamente escluso nel contratto gli incontri con istituzioni pubbliche e rappresentanti del governo italiano. Tra i compiti dell'ex sindaco di Firenze anche la stesura, al termine delle conferenze, di una relazione.A causa della pandemia il progetto è inizialmente slittato e, dopo il versamento di una prima tranche del compenso pattuito, è saltato definitivamente. Il motivo? In seguito all'accreditamento dei 21.000 euro a Renzi, Cariparma ha bloccato un finanziamento da 100.000 euro a Cys4 per un progetto di sviluppo di un software portato avanti dalla società e il prestito non è stato sbloccato neppure dopo l'invio da parte dell'azienda del contratto che giustificava il bonifico e ne comprovava la regolarità. Una quindicina di giorni fa i vertici della Cys4 hanno comunicato il problema a Renzi e gli hanno chiesto la rescissione immediata del contratto e della collaborazione. L'ex premier si è detto allibito e con i suoi più stretti collaboratori ha parlato di attentato alla sua libertà costituzionale. Ha anche fatto sapere di trovare ingiusto e assurdo il blocco dei finanziamenti per un contratto con un ex premier. Poi ha annunciato l'intenzione di rivolgersi alla magistratura e di essere pronto a scrivere alla Banca d'Italia per chiedere conto di una decisione che considera «allucinante e folle». Però, per non creare danni alla Cys4, ha accettato di procedere alla rescissione dell'accordo e alla restituzione dei pagamenti. Denaro che ha bonificato nelle stesse ore in cui si trovava a Ryad per la svolgere la sua attività di membro del consiglio di fondazione del Future investment initiative institute, un organismo controllato dal fondo sovrano saudita che si occupa di salute, sostenibilità, intelligenza artificiale e robotica. La fondazione, è bene ricordarlo, fa capo al principe ereditario Mohammed bin Salman, sospettato di un ruolo nell'omicidio del giornalista Jamal Khashoggi.Dunque nelle ultime ore il fu Rottamatore da una parte ha perso 60.000 euro, dall'altra ha messo in sicurezza il gettone (sembra da 80.000 euro annui) che gli viene garantito dalla partecipazione agli incontri in terra araba. Vuoi vedere che l'epica figuraccia rimediata da Renzi con la svenevole intervista al principe saudita bin Salman è collegata al mancato introito da parte della Cys4? In passato Renzi è stato oggetto di altre segnalazione all'Uif che hanno portato alla luce un prestito da 700.000 euro per comprare la magione fiorentina, i lauti finanziamenti alle sue fondazioni da parte del parlamentare Gianfranco Librandi e anche il pagamento di 33.000 euro per una conferenza organizzata ad Abu Dhabi dalla Salt venture group Llc, società di marketing e comunicazione guidata da Anthony Scaramucci, per un breve periodo direttore della comunicazione della Casa Bianca ai tempi di Donald Trump. Su quest'ultimo bonifico la Procura di Firenze ha aperto un fascicolo d'inchiesta, anche perché il denaro prima di arrivare a Renzi è passato sul conto di un piccolo imprenditore napoletano.Forse Renzi, per evitare di essere bersagliato dalle segnalazioni dell'Antiriciclaggio, dovrebbe decidere una volta per tutte se da grande voglia fare il rappresentante (ben retribuito) del popolo in Parlamento o il lobbista di sé stesso alla perenne ricerca di soldi.
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Dopo l'apertura dei lavori affidata a Maurizio Belpietro, il clou del programma vedrà il direttore del quotidiano intervistare il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, chiamato a chiarire quali regole l’Italia intende adottare per affrontare i prossimi anni, tra il ruolo degli idrocarburi, il contributo del nucleare e la sostenibilità economica degli obiettivi ambientali. A seguire, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, offrirà la prospettiva di un territorio chiave per la competitività del Paese.
La transizione non è più un percorso scontato: l’impasse europea sull’obiettivo di riduzione del 90% delle emissioni al 2040, le divisioni tra i Paesi membri, i costi elevati per le imprese e i nuovi equilibri geopolitici stanno mettendo in discussione strategie che fino a poco tempo fa sembravano intoccabili. Domande cruciali come «quale energia useremo?», «chi sosterrà gli investimenti?» e «che ruolo avranno gas e nucleare?» saranno al centro del dibattito.
Dopo l’apertura istituzionale, spazio alle testimonianze di aziende e manager. Nicola Cecconato, presidente di Ascopiave, dialogherà con Belpietro sulle opportunità di sviluppo del settore energetico italiano. Seguiranno gli interventi di Maria Rosaria Guarniere (Terna), Maria Cristina Papetti (Enel) e Riccardo Toto (Renexia), che porteranno la loro esperienza su reti, rinnovabili e nuova «frontiera blu» dell’offshore.
Non mancheranno case history di realtà produttive che stanno affrontando la sfida sul campo: Nicola Perizzolo (Barilla), Leonardo Meoli (Generali) e Marzia Ravanelli (Bf spa) racconteranno come coniugare sostenibilità ambientale e competitività. Infine, Maurizio Dallocchio, presidente di Generalfinance e docente alla Bocconi, analizzerà il ruolo decisivo della finanza in un percorso che richiede investimenti globali stimati in oltre 1.700 miliardi di dollari l’anno.
Un confronto a più voci, dunque, per capire se la transizione energetica potrà davvero essere la leva per un futuro più sostenibile senza sacrificare crescita e lavoro.
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Chi ha inventato il sistema di posizionamento globale GPS? D’accordo la Difesa Usa, ma quanto a persone, chi è stato il genio inventore?