2024-04-03
L’Anpi Milano inciampa sul 25 aprile
Il neopresidente esulta: «Sfileremo uniti dietro lo slogan “Cessate il fuoco ovunque”». La Brigata ebraica però lo smentisce: «Gli accordi erano diversi, dimentica gli ostaggi».La guerra tra Israele e Hamas ha letteralmente mandato in tilt la sinistra: dai salotti radical chic ai centri sociali, i compagni si sono divisi in opposte tifoserie, l’una filoisraeliana e l’altra filopalestinese. Di fronte a questa spaccatura, non pochi esponenti della sinistra istituzionale si sono ritrovati in grande imbarazzo. L’ultimo caso, in ordine di tempo, è quello che riguarda la sezione milanese dell’Anpi. Che, in vista del 25 aprile, sta tentando affannosamente di dar vita a una celebrazione il più possibile unitaria. Mettere insieme il diavolo con l’acqua santa, però, non è impresa facile neanche per il più esperto degli equilibristi. E Primo Minelli, neopresidente di Anpi Milano, sembra aver miseramente fallito il colpo.Galeotta fu un’intervista rilasciata a Repubblica dal «capo partigiano» (in realtà è nato nel dopoguerra, ma questo è un altro discorso). «Il 25 aprile vogliamo una grande manifestazione di massa, unitaria e pacifica», aveva affermato in pompa magna Minelli. Che poi aveva spiegato di aver incontrato Kader Tamimi, il leader dei palestinesi di Lombardia, e Walker Meghnagi, il presidente della comunità ebraica di Milano, il quale è stato assistito da Davide Romano della Brigata ebraica e da Emanuele Fiano, segretario di Sinistra per Israele. Entrambe le rappresentanze, aveva spergiurato Minelli, erano pronte a partecipare assieme al corteo unitario del 25 aprile, che sarebbe stato aperto da un grande striscione recante lo slogan «Cessate il fuoco ovunque». Minelli, peraltro, si era sbilanciato parecchio: «Mi sento di dire in modo ottimistico che tutti i partecipanti verranno con spirito unitario: stiamo lavorando per fare sì che ci sia la presenza davvero di tutti e in modo pacifico, anche se c’è la guerra in corso e su questo ci sono posizioni diverse». Insomma, il presidente di Anpi Milano era sinceramente convinto di aver riunito le opposte fazioni nel sacro vincolo dell’antifascismo: «Il punto politico è sempre il solito: in corteo viene chi si richiama all’antifascismo e ricordiamoci che anche nel Comitato di liberazione nazionale c’era tutto l’arco politico antifascista, dai monarchici ai comunisti. La lotta di liberazione fu “guerra alla guerra” ed è evidente che tutti sono contro le guerre, anche se poi ognuno ha le sue sensibilità sui diversi conflitti in corso».Le dichiarazioni del capo partigiano, tuttavia, si sono presto rivelate un boomerang. Una volta letto il testo dell’intervista, infatti, Davide Romano deve aver pensato a una sorta di pesce d’aprile. «Leggo con sorpresa le parole del presidente Primo Minelli», ha commentato ieri in una nota il direttore del Museo della Brigata ebraica. «Nella sua intervista a Repubblica», ha proseguito, «Minelli parla di “Cessate il fuoco ovunque”. Una opinione legittima, ma che non credo rappresenti la pluralità dei partecipanti al 25 aprile, a partire da quella degli amici ucraini che con noi marciano per ricordare i loro caduti nella guerra di liberazione». Infatti, ha spiegato Romano, «con noi della Brigata ebraica si era sempre parlato di legare il “Cessate il fuoco” a Gaza alla liberazione degli ostaggi, e il presidente Minelli si era detto assolutamente d’accordo. Ora la liberazione degli ostaggi non è citata nell’intervista. Speriamo sia solo una dimenticanza».Dimenticanza o meno, il progetto di un 25 aprile unitario si fa sempre più complicato. Anche perché Romano ci ha tenuto a sottolineare che, di recente, «sono emerse nuove criticità: l’attacco a Liliana Segre da parte dell’Api (Associazione palestinesi in Italia) e la critica alla legittimità della Brigata ebraica da parte di Franca Caffa», cioè l’ex rifondarola di 94 anni che, per i manifestanti pro Palestina, è un po’ guru e un po’ mascotte. Pertanto, ha concluso Romano, «chiediamo che ci sia una chiara condanna di quanto detto da queste persone da parte del Comitato organizzatore del 25 aprile guidato dall’Anpi. Per un 25 aprile sereno è necessario chiarire subito che non c’è spazio nel corteo per chi attacca ex deportati e nega pagine della Resistenza ebraica».Del resto, se Primo Minelli ricopre oggi la carica di presidente di Anpi Milano, lo deve al fatto che il suo predecessore, Roberto Cenati, si è dimesso un mese fa perché era entrato in contrasto con la direzione nazionale proprio sul conflitto mediorientale: Cenati si era rifiutato di definire «genocidio» la rappresaglia israeliana contro Hamas, mandando su tutte le furie Gianfranco Pagliarulo, il presidente dei partigiani (anche lui, classe 1949, la «resistenza» l’ha fatta in altri modi). Dopotutto, il capostipite dei comunisti, Karl Marx, lo aveva detto: «La storia si ripete due volte: la prima come tragedia, la seconda come farsa».
Romano Prodi e Mario Draghi (Ansa)
Chicco Testa (Imagoeconomica)