2021-08-30
        Altri sbarchi. E lei, Lamorgese, che cosa fa?
    
 
Le domande di Mario Giordano al ministro dell'Interno dopo gli ultimi massicci sbarchi a Lampedusa e in Salento. Cara Luciana Lamorgese, caro (si fa per dire) ministro dell'Interno, mi scusi se insisto: ma lei che fa? Dov'è? Come passa il suo tempo? Come si sta impegnando per fermare l'immigrazione irregolare (oltre 800 sbarchi in meno di 24 ore a Lampedusa più altri 125 in Salento)? Come sta lavorando per impedire che i clandestini continuino a bivaccare per le nostre città, magari stuprando le infermiere che vanno al lavoro in ospedale, come è successo l'altro giorno a Milano? Perché non ha fatto nulla per fermare gli sbarchi a Lampedusa, a differenza di molti dei suoi predecessori, da Minniti a Salvini? Perché ha permesso che i centri di accoglienza si riempissero, ancor prima dell'arrivo annunciato degli sfollati afghani? Perché siamo già in emergenza? E ancora: che cosa sta facendo per arrestare gli assassini di Saman? Ha sentito che l'avrebbero fatta a pezzi: un delitto di questo, commesso sul nostro territorio, può rimanere impunito? Senza nemmeno ritrovare il corpo della ragazza per darle una degna sepoltura? Non si sente rimordere la coscienza? E per le altre ragazze islamiche che in Italia stanno vivendo lo stesso dramma, che cosa sta facendo? Come pensa di impedire altre tragedie? Come pensa di aiutare le bimbe islamiche private di ogni diritto, compreso quello di andare a scuola? Ha senso indignarsi per i burqa di Kabul dimenticando i burqa di casa nostra? E infine: i rave. Perché non ha ancora spiegato come sia stato possibile lo scempio di Viterbo? E perché permette che si ripetano (vedi Pisa) sul nostro territorio mentre i suoi colleghi all'estero li bloccano? Come può tollerare tale oasi di illegalità mentre agli italiani si impongono restrizioni sempre più severe anche per salire su un treno? Scusi se mi sono lasciato prendere la mano dalle domande. Ma ce ne sono tante altre che bisognerebbe farle che invece nessuno le fa. La qual cosa mi manda in bestia. Siamo andati avanti un mese a leggere ogni giorno paginate su paginate contro Claudio Durigon, sottosegretario della Lega, responsabile di aver avanzato una proposta (demenziale, scellerata, offensiva finché si vuole: ma pur sempre una proposta) fino ad arrivare a ottenere le dimissioni. E invece su lei che è responsabile non di una proposta, ma di una gestione della cosa pubblica altrettanto demenziale, scellerata e offensiva, cala sempre il silenzio. Qualcuno, per giustificarla, ha anche detto: ma la Lamorgese non ha mica proposto di fare piazza Stalin. No, in effetti è vero: lei non ha proposto di fare piazza Stalin. Ma consente che le nostre piazze, senza cambiare nome, siano piazza Spaccio, piazza Far West, piazza Favela, piazza Stupro. Non è persino più grave? Epperò su di lei non si può dire nulla. Appena si alza una voce critica si stende il velo protettivo di San Mario Draghi, con tanto di laudatores di corte (ieri Mara Carfagna oggi Maria Stella Gelmini) che si profondono in elogi: ma quant'è brava la ministra, ma quant'è giusta la ministra. Soprattutto: giù le mani dalla ministra se no il governo traballa. Come se salvare una poltrona dell'esecutivo fosse più importante che salvare un'infermiera dallo stupro. Ecco perché le ho scritto caro ministro. Per non far scendere il silenzio sulla sua latitanza. E perché lei, almeno, non smetta di vergognarsi.
Ecco #DimmiLaVerità del 30 ottobre 2025. Ospite la senatrice calabrese della Lega Clotilde Minasi. L'argomento del giorno è: "La bocciatura del ponte sullo Stretto da parte della Corte dei Conti"
        Container in arrivo al Port Jersey Container Terminal di New York (Getty Images)