2020-10-18
L’amico di babbo Renzi voleva aiuto da Consip: «Devo costruire 100km in Kazakistan»
Nelle intercettazioni dell'imprenditore Carlo Russo finisce un whatsapp con Domenico Casalino, l'ex ad della Centrale acquisti.L'apprendista faccendiere Carlo Russo, ex stretto collaboratore di Tiziano Renzi e con lui indagato nel processo Consip, durante il regno di Matteo Renzi a Palazzo Chigi, aveva sfruttato le sue conoscenze all'interno del Giglio magico per lasciarsi alle spalle le precedenti infelici esperienze imprenditoriali.Ebbene il 3 marzo 2016 scrive un messaggio Whatsapp all'allora amministratore delegato di Consip, Domenico Casalino: «Ciao Domenico, perdonami se ti disturbo a quest'ora (le 20.32, ndr). Mi è sorta un'importante occasione in Kazakistan. Trattasi di 98 chilometri di strada in calcestruzzo da realizzare. La tecnica e i macchinari sono gli stessi utilizzati per fare le piste degli aeroporti e per questo ho pensato a te. Ti viene in mente qualcuno da segnalarmi?». In pochi mesi, Russo, era passato dalla distribuzione dei farmaci in giro per Firenze con un furgoncino a fare l'intermediario nella costruzione di opere pubbliche nella ex Unione sovietica. Nel frattempo è stato mandato a processo con l'accusa di millantato credito e la Procura di Roma ha chiuso le indagini in cui è accusato di turbativa d'asta, estorsione e traffico di influenze, accusa che condivide con Renzi senior. Adesso emerge una pista, finora non battuta, che porta in Kazakistan. D'altra parte il livello internazionale delle conoscenze di Russo era già stato ricostruito da La Verità che aveva svelato con quanto orgoglio Russo mostrasse una foto con il presidente russo Vladimir Putin agli ospiti della piccola Spa che ha fatto costruire nella veranda del suo appartamento. Chi dice di conoscerlo riferisce che il ragazzo sarebbe attivo nel ramo del petrolio e del gas e si vanterebbe di avere una società in Russia e una in Arabia saudita. Voci che lui con noi non ha mai voluto né confermare, né smentire. Anche ieri ci ha detto: «Cosa vuole che le dica? Buonasera». Una lettera anonima arrivata ad alcuni media e consegnata alla Procura di Roma denunciava presunti rapporti con il controverso leader Ramzan Kadyrov, il quale, spalleggiato da Putin, governa la Cecenia secondo la sharia islamica. Relazioni che l'anonimo così descriveva: «Il Carlo Russo si sta recando in Russia con assidua frequenza, una o due volte al mese, davvero tanto per chi fino a pochi mesi fa non aveva mai messo piede in quelle zone». Secondo la gola profonda, «Russo è da anni attivo nel settore oil e gas e collabora con varie società». Business che si estenderebbero anche all'Africa, dove avrebbe collegamenti con grandi compagnie petrolifere. Russo avrebbe ospitato all'hotel Four seasons di Firenze anche un industriale in rapporti con l'Eni ed ex console onorario in Congo. Rapporti, questi, finora mai accertati. Nel gennaio 2015, però, Russo è stato assunto alla Ceg elettronica industriale di Bibbiena (Arezzo), guidata da Uberto Canaccini, e nell'agosto-settembre 2017, in piena inchiesta Consip, esibiva una busta paga da 8.000 euro netti al mese (quasi 180.000 lordi l'anno), documento che ha utilizzato anche per garantire l'affitto di un bilocale per una conoscente. Con la Ceg, nel novembre 2015, sempre con Renzi premier, ha preso parte alla missione in Iran guidata dall'allora viceministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda. E ora, con il messaggio Whatsapp inviato il 3 marzo 2016 a Casalino, saltano fuori le relazioni in Kazakistan (i rapporti tra Italia e Kazakistan sono andati intensificandosi, soprattutto dopo l'espulsione, nel 2013, con il governo di centrosinistra guidato da Enrico Letta, di Alma Shalabayeva, la moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov). Casalino indica a Russo l'azienda da contattare: «Conosci Carlo Damiani di TransTech?». Un ingegnere che opera nel settore dei servizi di progettazione di ingegneria integrata. Russo risponde a Casalino di non conoscerlo e chiede se può contattarlo. «È passato molto tempo, quindi non ricordo con precisione, ma», conferma Casalino a La Verità, «conosco il titolare di quell'impresa ed è possibile che li abbia messi in contatto». E, infatti, poco dopo l'ingegnere Damiani conferma al cronista: «Mi chiese di indicargli delle aziende che potessero subentrare in un appalto kazako per la costruzione di una strada dal quale era stata cacciata un'azienda locale». E ricorda: «Alla fine non se ne fece nulla. Come avremmo potuto mandare un'azienda italiana in Kazakistan a lavorare al posto di un'impresa locale cacciata?». Della questione, stando alle intercettazioni contenute nell'informativa dei carabinieri di Napoli e depositate il 22 settembre scorso, Casalino e Russo non parleranno più. Ci sarà però l'appuntamento per «il solito aperitivo». Durante il quale Russo pare non essersi mosso solo per la Romeo Gestioni (avrebbe inviato il numero dell'azienda alla segretaria di Luca Lotti, originaria di Rignano sull'Arno e piazzata a Palazzo Chigi dalla famiglia Renzi) ma per la Omnia abrutia dell'imprenditore Antonio Colasante, parte del consorzio Innova che correva per la gara Fm4, come Romeo. Proprio Colasante, però, ha spiegato ai giornali: «Ho conosciuto Russo perché lavorava con Canaccini e stavo cercando di fare affari insieme in Kazakistan». Il secondo indizio sulle relazioni dell'amico di babbo Renzi e del Giglio magico in quel Paese.
Volodymyr Zelensky (Ansa)
Elly Schlein con Eugenio Giani (Ansa)
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La casa era satura di gas fatto uscire, si presume, da più bombole vista la potente deflagrazione che ha fatto crollare lo stabile. Ad innescare la miccia sarebbe stata la donna, mentre i due fratelli si sarebbero trovati in una sorta di cantina e non in una stalla come si era appreso in un primo momento. Tutti e tre si erano barricati in casa. Nell'esplosione hanno perso la vita 3 carabinieri e sono risultate ferite 15 persone tra forze dell'ordine e vigili del fuoco. (NPK) CC
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