2024-12-18
L’allarme sulla triptorelina «chiama» una svolta dell’Aifa sui farmaci coperti dal Ssn
Robert Nisticò (Imagoeconomica)
Dopo l’ammonimento del Comitato di bioetica sui bloccanti della pubertà, l’Agenzia dovrebbe eliminarli dai medicinali gratuiti. A gennaio previsto un tavolo ministerialePiù che una votazione, un plebiscito. Se 26 esperti del Comitato Nazionale per la Bioetica su 28 si esprimono contro i bloccanti della pubertà «per carenza di dati adeguati su trattamenti irreversibili» significa che siamo in presenza di un allarme scientifico e al tempo stesso della necessità di una retromarcia nella narrazione. La rumorosa frenata sulla transizione di genere per i minori (i cosiddetti baby trans) e sull’uso della triptorelina come farmaco ormonale che la accompagna non può lasciare indifferenti. L’adozione acritica del sistema, avvenuta in un contesto ultraprogressista dominato da superficialità pubblicitaria e mediatica, può creare danni irreparabili ai più fragili della nostra società, i bambini.«La transizione per i ragazzini è rischiosa, a quell’età non c’è una sufficiente consapevolezza su ciò che comporta il cambio di genere. Questa non è transfobia, è un ritorno alla centralità della medicina». Le parole scandite al nostro giornale da Assuntina Morresi, docente di Chimica e Fisica all’Università di Perugia e da 18 anni membro del Cnb, sono chiarissime e non possono passare inosservate. Gli unici due pareri contrastanti riguardo al documento sono stati del filosofo Maurizio Mori (contrario) e della psicologa Grazia Zuffa (astenuta), che militò nel Pci e fu senatrice del Pds. Il dossier che boccia metodo e farmaco, ora sulla scrivania dei ministeri della Salute e della Famiglia, è un punto di partenza e non d’arrivo. Sia per la politica, sia per la comunità medica che troppo in fretta (e con discutibile approccio ideologico appiattito sul genderfluid) aveva spalancato le porte alla transizione come se fosse un’avventurosa traversata del deserto con l’unico scopo di scardinare il genere binario. Le prossime mosse prevedibili sono due, peraltro parallele. A gennaio i ministeri competenti, guidati da Orazio Schillaci ed Eugenia Roccella, prenderanno in esame il documento e potrebbero attivarsi per una sperimentazione. Il lavoro verrà affidato al Tavolo tecnico interministeriale (Salute e Famiglia) sulla disforia di genere, composto da 29 esperti di bioetica, sperimentazione pediatrica, neuropsichiatria dell’infanzia, endocrinologia, sessuologia, tutti scienziati e tecnici di grande competenza. Il loro compito sarà quello di stilare linee guida per superare, come spiega il decreto, «la disomogeneità con la quale i professionisti operano nel territorio nazionale».Non può non tornare alla mente la vicenda dell’ospedale fiorentino Careggi dove la Regione Toscana aveva autorizzato l’uso della Triptorelina, facendo retromarcia dopo l’ispezione del ministero. In questi casi l’avventurismo è devastante. Lo scopo del Tavolo è anche «disporre linee di indirizzo che supportino la comunità scientifica nel complesso percorso che va dalla diagnosi alle eventuali terapie dei pazienti disforici». Con l’obiettivo che «giovani con disforia di genere assieme alle loro famiglie possano accedere al miglior supporto possibile da parte del Servizio sanitario nazionale». È auspicabile che concretamente si muova anche l’Aifa. L’Agenzia del farmaco nel 2018 prese al volo un parere favorevole del Cnb per operare una fuga in avanti e attribuire la gratuità ai farmaci bloccanti della pubertà, a cominciare dalla triptorelina. Per proprietà transitiva, dopo l’allarme contenuto nel documento reso noto l’altroieri, l’Aifa potrebbe revocarla. Sarebbe paradossale per lo Stato continuare a dare gratis un farmaco «in mancanza di dati certi su rischi e benefici rispetto a un principio cardine della bioetica: primum non nocere» (dalla relazione del Comitato di bioetica). Lo stesso presidente dell’Agenzia del farmaco, Robert Nisticò, dopo il caso Careggi aveva mostrato perplessità: «Alla luce dei risultati scientifici che rimangono inconcludenti sul rapporto beneficio-rischio per gli adolescenti con disturbo di disforia di genere, l’Aifa rimane vigile e sensibile all’evoluzione del contesto scientifico». Una sensibilità che, alla lettura del documento del Cnb, non può che aumentare.A livello internazionale ci sono importanti ripensamenti sulla facilità di accesso alla disforia di genere dei minori. L’Inghilterra laburista di Keir Starmer, la Finlandia e la Svezia hanno messo al bando la triptorelina perché altererebbe il normale sviluppo della pubertà con effetti potenzialmente irreversibili. Negli Stati Uniti ha fatto scalpore la pubblicazione dei WPath leaks, le conversazioni whatsapp dei medici della World Professional Association for Transgender Health, associazione con tentacoli mondiali, guida scientifico-spirituale del mondo Lgbt. Nelle chat i giovani pazienti vengono trattati come cavie. «So che sto parlando con un muro bianco», «È difficile far capire le conseguenze alle quali vanno incontro», «Diranno che capiscono. Ma poi diranno qualcos’altro che ti fa pensare: oh, non hanno veramente compreso che avranno i peli sul viso». La presidente del WPath, Marci Bowers, si è lasciata scappare: «Non è ancora compreso l’effetto dei bloccanti della pubertà sulla fertilità». Fermatevi.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)